La fine di un’era per la moda italiana e internazionale. Questo rappresenta la morte di Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre all’età di 91 anni, come annunciato con un comunicato ufficiale: “Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore. Il signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari”. Ci si aspetta grande affluenza alla camera ardente, mentre i funerali – per sua stessa richiesta – saranno celebrati in forma privata.
L’ultimo addio a Giorgio Armani
Tanti i messaggi di cordoglio da parte di chi lo ha conosciuto e ha avuto l’onore di indossare le sue creazioni, anche in occasioni speciali. Pensiamo al matrimonio di Charlene Wittstock, tanto per citarne uno. La Principessa di Monaco ha ricordato lo stilista con un toccante messaggio affidato ai social, ricordando proprio quel giorno per lei tanto importante: “È con grande tristezza che il Principe e io abbiamo appreso della scomparsa di Giorgio Armani. È stato una figura emblematica nel mondo della moda e ha creato e plasmato tendenze che hanno influenzato generazioni. Tra le varie sue creazioni, c’era anche il mio abito da sposa, nel luglio 2011. Il suo lavoro e i suoi successi gli sopravviveranno e continueranno a ispirare il futuro“.
La stessa tristezza ma anche la stessa grande ammirazione che abbiamo trovato nelle parole di icone della moda come Donatella Versace, o di star internazionali come Julia Roberts e Russell Crowe. E ancora, le alte istituzioni come il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Tutti, in un modo o nell’altro, hanno deciso di dire addio a Re Giorgio.
La camera ardente e i funerali
Ma c’è un luogo in cui tutti sono chiamati a rendere omaggio allo stilista. La camera ardente è allestita sabato 6 e domenica 7 settembre presso l’Armani/Teatro in via Bergognone 59 a Milano, luogo che potremmo definire il quartier generale della maison. Armani ha tenuto che fosse pubblica, così da permettere a chiunque – dipendenti, collaboratori o semplici ammiratori – di esserci nell’orario prestabilito, dalle 9:00 alle 18:00.
Diversa l’organizzazione dei funerali che, sempre per volontà di Armani, si celebrano in forma strettamente privata lunedì 8 settembre, contemporaneamente al lutto cittadino proclamato nel capoluogo lombardo.
Un ultimo addio, pianificato con cura, che rappresenta l’atto finale della filosofia che lo ha sempre contraddistinto: mostrare l’opera al mondo, ma lasciare alla vita privata la giusta intimità.
L’eredità di Re Giorgio
Ne ha fatta di strada quel giovane vetrinista che sognava in grande. Giorgio Armani è riuscito a costruire nel tempo un impero unico e inimitabile, trasmettendo a ogni creazione e in ogni dettaglio qualcosa di sé. Semplicità ed eleganza, ma anche rivoluzione e libertà.
Il suo stile ha conquistato proprio tutti ed è rimasto fino alla fine la base imprescindibile di quella che, adesso, è la sua ricca eredità. Stimata tra gli 11 e i 13 miliardi di euro, e comprendente anche hotel, ristoranti e una squadra di basket, Armani ha progettato tutto nei minimi dettagli così da non arrivare impreparato. Si parla di una transizione graduale, affidata alle mani di persone di fiducia, come Leo Dell’Orco, suo storico braccio destro. Nel CdA, poi, sono inclusi i suoi parenti più stretti, dalla sorella Rosanna ai nipoti Silvana, Roberta e Andrea Camerana.