Venezia 80, Semenzato contro la violenza sulle donne: “Non è impossibile uscirne”

L'onorevole Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, a Venezia per contrastare la violenza di genere

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Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

La violenza contro le donne in Italia è un problema grave e di strettissima attualità che continua a manifestarsi con abusi fisici e psichici, stupri e femminicidi. Discriminazioni, diseguaglianza, mancanza di libertà e ignoranza sono ancora molto radicate. Anche l’attrice Emma Thompson ha commentato quanto sta accadendo nel nostro Paese.

Per questo è fondamentale sollevare e riflettere sulla questione della violenza di genere anche in un contesto di grande visibilità come la Mostra del Cinema di Venezia. È questo lo scopo della conferenza presieduta al Lido dall’Onorevole Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, che ha come titolo significativo, Un passo avanti per la libertà delle donne. Il Parlamento italiano nell’azione di contrasto al femminicidio e alla violenza di genere.

Perché è importante affrontare il problema della violenza di genere in un contesto come quello della Mostra del Cinema di Venezia?
La Commissione si propone di tenere sempre viva l’attenzione sul tema della violenza di genere. È necessario lavorare affinché le nostre tematiche siano condivise e al centro del dibattito mediatico quotidiano. Non avrebbe senso parlarne solo il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, o l’8 marzo. Queste giornate restano importanti, ma auspichiamo che la cultura del rispetto costituisca un dibattito ricorrente affinché venga recepita indelebilmente nel tessuto connettivo sociale. La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è certamente un luogo di grande visibilità. E noi ci saremo, porteremo le donne, e soprattutto le tematiche legate al loro rispetto, sul red carpet.

Cosa manca a livello istituzionale e sociale per arginare sempre più la violenza sulle donne?
Manca in primo luogo un grande lavoro sulla prevenzione. Una lacuna che ci proponiamo di colmare in tempi rapidi. Le nostre iniziative saranno tese ad alimentare la cultura del rispetto e ci impegneremo affinché la famiglia e la scuola possano riappropriarsi di un ruolo centrale nell’educazione volta ad una crescita sana dei bambini e dei ragazzi. Auspichiamo che le tematiche contro la violenza di genere vengano affrontate a scopo formativo e divulgativo. È necessario insegnare ad avere il coraggio di chiedere aiuto e denunciare. Abbiamo il dovere di spiegare ai più giovani che nessun conflitto si risolve con la violenza, a chiedere aiuto davanti ad un problema, quando se ne sentono vittima, ma anche quando hanno la percezione di non essere più in una condizione di confort. Si tratta di cambiare una cultura radicata. È necessario abbattere il muro dell’omertà. Teniamo a sensibilizzare coloro che assistono, testimoni diretti o indiretti, a qualsiasi tipo di violenza affinché possa fiorire sempre di più il dovere morale e civile di denunciare alle Forze dell’Ordine ciò che hanno visto e sentito. Questa piaga sociale si abbatte con la collaborazione di tutti.

Come si può aiutare una donna vittima di violenza?
Uscire dalla spirale della violenza non è impossibile. Una donna vittima di violenza è completamente annullata, senza forze, senza speranza. Non dobbiamo commettere l’errore di pensare che avviene tutto chissà dove, in un luogo lontano da noi. La violenza è più vicina di quanto possiamo credere. Dobbiamo impegnarci per abbattere la vergogna, la paura del giudizio altrui, al fine di far emergere tutto quanto resta sommerso. La violenza di genere è un tema che riguarda gli uomini, la loro cultura e il rispetto che nutrono nei confronti delle donne. È un percorso culturale che è necessario attivare in tempi brevi affinché la società possa riappropriarsi del ruolo centrale e insostituibile della donna. Intendiamo avvalerci di tutti gli strumenti a nostra disposizione, legislativi e sociali affinché questo accada.
Ascolteremo le associazioni e gli operatori affinché si possano avere degli strumenti di lavoro sinergici e pratici. Il ruolo dei centri antiviolenza è fondamentale, sono tutti importanti, da quelli più strutturati ai più piccoli, ma essenziali.
Proporremo interventi strutturali mirati, indirizzati al web e ai social network, strumenti imprescindibili per individuare algoritmi tossici che diffondono contenuti pericolosi, senza filtri e che invitano i giovanissimi a infelici atti emulativi. Useremo le opportunità fornite dalla tecnologia per abbatterne le minacce.
Intendiamo promuovere l’indipendenza economica delle donne che è parte della loro libertà ed è per questo che abbiamo aperto un dialogo con alcuni rappresentanti di Confindustria.

 Quali tutele possono mettere in campo le donne oggi?
C’è ancora tanto lavoro da fare. Abbiamo bisogno di leggi perentorie. Proprio in queste ora la Camera dei deputati ha approvato la norma che prevede come Codice rosso una corsia preferenziale per le denunce e le indagini relative ai reati connessi alla violenza di genere. È importante passare subito dalle parole ai fatti e la velocità può far parte di questo percorso. È un piccolo passo avanti, ma è sicuramente un avanzamento. Un monitoraggio semestrale del rispetto dei termini indurrà ad ascoltare le vittime di violenza prima che la situazione possa ulteriormente degenerare, il che può voler dire anche salvare vite umane.
È fondamentale incoraggiare le donne a denunciare e affidarsi al lavoro delle Forze dell’Ordine a cui dobbiamo fornire strumenti sempre più efficaci per contrastare la violenza di genere: è necessario potenziare i processi formativi e di valutazione affinché possano intervenire tempestivamente. La velocità di azione è uno strumento imprescindibile anche per il lavoro degli operatori socio sanitari, ma soprattutto per le tempistiche della magistratura.
Lavoreremo affinché la Commissione possa rappresentare un punto di riferimento istituzionale strategico. Abbiamo dalla nostra l’impegno, la passione e la determinazione, nell’interesse di tutte le donne.