Syria e l’esibizione live a Milano: “Il mio messaggio? Ci siamo. E torneremo”

Il video si Syria che canta dal vivo in centro a Milano ha raccolto molti consensi. L'abbiamo raggiunta per farci raccontare cosa l'ha spinta a farlo. E ci ha raccontato anche molto altro

Foto di Sara Gambero

Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Il video di Syria che canta dal vivo Maledetta Primavera a Milano, in una Galleria Vittorio Emanuele semideserta, è diventato in breve tempo virale sui social e ha raccolto molti consensi. L’abbiamo raggiunta per farci raccontare cosa l’ha spinta a farlo. È nata una chiacchierata su difficoltà del presente, speranze per il futuro, un messaggio lanciato ai colleghi e la sua opinione sulla querelle Sanremo

Da cosa è nata l’idea dell’esibizione live improvvisata a Milano?
È stato semplicemente il risultato di una esigenza, un bisogno di esternare la voglia di cantare. La mia canzone è stata la riposta ad un disagio, all’eccessivo “silenzio da Covid”. Mi hanno fatto sorridere tanti articoli che sono usciti con il titolo: “Syria canta in centro e i passanti non la riconoscono”. Ma chissenefrega, non era questo il mio obiettivo. Non mi interessava essere riconosciuta, ma lanciare un chiaro messaggio.

Non a caso hai corredato il post con ashtag molto chiari ed espliciti : #iocanto #cantachetipassa #iolavoroconlamusica
Esatto. E adesso aggiungerò anche che “torneremo”. E deve valere per tutte le persone che fanno questo mestiere. Ci troviamo vincolati, c’è un protocollo e lo dobbiamo giustamente rispettare, siamo gli ultimi della fila, però il mio vuole essere un messaggio, una sorta di passaparola positivo: “Ci siamo. E  torneremo”.

Mi ha fatto sorridere perché hai anche scritto vicino al video: “Da notare la signora di passaggio a destra ad una certa..”
(ride, ndr) Abbiamo soprannominato la signora che passa dietro di me e fa quel gesto eloquente con la mano: “Milanese imbruttita”. Dovunque vada, voglio solo lei!

Perché, hai in mente qualche altra esibizione dal vivo?
Assolutamente. E vorrei innanzitutto citare la mia amica stilista Valentina Nervi: l’idea è partita da lei, c’è la sua mano dietro la telecamera. Insieme abbiamo deciso che ogni domenica ci sarà un appuntamento: che sia Milano o qualunque altra città. Insieme a mia figlia diciannovenne Alice, che mi segue in questa avventura.

Come mai hai scelto Maledetta Primavera?
Ho pensato che sarebbe stata perfetta con l’eco della galleria Vittorio Emanuele. Poi sono una fan sfegatata di Loretta Goggi, e quella canzone mi ricorda le mie notti milanesi al Plastic. È un brano talmente evocativo, positivo, che mi è venuta immediata l’associazione con il messaggio che volevo lanciare.

Hai raccolto molti consensi sui social. Tra i commenti  entusiastici c’è stata anche Elisa
Mi ha fatto immenso piacere, mi sono arrivati tanti messaggi di amici e colleghi che sostengono la causa. Non mi piace rompere le scatole a nessuno, ma se vogliono cogliere il messaggio e farlo anche loro, gli auguro di divertirsi come me. Se fossimo in tanti, se ci fosse un passaparola generale, sai che bello? Sarebbe un regalo enorme che ci faremmo. Perché è vero che c’è l’intrattenimento televisivo, e per fortuna, però per quanto riguarda la musica dal vivo abbiamo tutti le mani legate. E allora cosa c’è di più bello che uscire in punta di piedi, in un angolo della propria città, e cantare… Anche con una chitarra, pure di notte, purché si faccia!

A proposito di musica dal vivo, cosa ne pensi della querelle Sanremo di questi giorni (pubblico sì, pubblico no)?
È un argomento molto delicato. Sanremo lo amiamo tutti, è una istituzione, un momento che unisce, ma in questo momento non è facile da realizzarsi. Apprezzo molto le proposte che stanno uscendo nelle ultime ore: considerata la difficoltà di assembrare tante persone insieme, perché non farlo davvero ad Assago, per una volta soltanto? Dobbiamo tenerci stretto questo meraviglioso Festival, allora perché non sfruttare uno spazio enorme dove si possano gestire meglio pubblico e distanziamento? Rinunciarci sarebbe un peccato.

Ricordo alcuni tuoi post durante il primo lockdown, in cui esprimevi disagio avendo gli affetti lontani. Come stai vivendo questa “seconda fase”?
Continuo a comportarmi con estrema responsabilità, ma sicuramente lo stiamo vivendo meglio tutti, perché stiamo riuscendo a organizzarci la vita. Sapere per esempio che mio figlio riesce ad andare  a scuola in sicurezza, con un protocollo incredibile, da madre mi rende felice. Dopo le paure e tutto quello vissuto con il primo lockdown, oggi mi sento più alleggerita.  Certo, con il discorso vaccini siamo tutti in attesa, e l’attesa crea anche disagio,  ma io aspetto con fiducia. Con la speranza di riprendere al più presto la mia vita normale e il mio lavoro. Nel frattempo, ci si vede tutte le domeniche sui social!