Strappare lungo i bordi è una serie animata italiana del 2021, è stata scritta e diretta da Zerocalcare per Netflix.
Zerocalcare è il nome d’arte di Michele Rech, noto fumettista italiano. Un nickname nato quando, dovendone scegliere uno per partecipare a una discussione su Internet, prese ispirazione dal ritornello di una pubblicità in TV di un prodotto anti calcare che stava andando in onda in quel momento.
La serie Strappare lungo i bordi, che ha avuto un grandioso successo, gira attorno a un viaggio che Zerocalcare deve affrontare con i suoi due amici di sempre, Sarah e Secco. I vari episodi della serie mostrano racconti e flashback della vita del protagonista, si parte dagli anni delle scuole medie, a quelli del liceo, e si arriva poi al presente. Zerocalcare racconta tutta la sua vita usando ironia e sarcasmo, due caratteristiche che contraddistinguono il fumettista da sempre.
Durante il viaggio Zerocalcare cerca di prendere le distanze dalla sua coscienza, che nella serie è rappresentata dal personaggio dell’Armadillo, che lo accompagna in ogni istante e che vuole continuare a ricordargli perché lui e i suoi tre amici si stanno dirigendo in treno verso Biella, dove si tengono i funerali della loro amica Alice. La ragazza si è tolta la vita dopo aver visto i suoi sogni infranti a Roma – senza un lavoro – ed essere stata costretta a tornare a casa, in provincia, dai suoi genitori. Nella produzione di Zerocalcare si parla spesso della periferia, a volte resa fin troppo un Far West, ma è uno degli aspetti centrali della sua narrazione. Vediamo alcune delle più belle frasi di Strappare lungo i bordi che DiLei ha scelto per te.
Indice
Strappare lungo i bordi: frasi dell’Armadillo
Come anticipato e come tutti coloro che hanno seguito la serie sanno, il personaggio dell’Armadillo rappresenta la coscienza di Zerocalcare: severo ma giusto, così lo definiremmo, cerca in ogni modo di ricordare al protagonista quelle che sono le sue responsabilità, in ogni istante, facendogli notare che non è assolutamente vittima di cospirazione cosmica, ma che è lui stesso l’artefice del suo male, di cui tanto si lamenta. Ecco alcune frasi dell’Armadillo, da Strappare lungo i bordi:
- Armadilo: “Dai su, se su ottomila film non te ne va bene manco uno, forse sei te che non vai bene”.
Zerocalcare: “E me so’ interrogato e ho convenuto che è vero, che so’ io quello difettoso e che non posso trova’ fuori quello che me manca dentro. Però volevo guarda’ ‘na serie, non fa psicoterapia”. - Sei cintura nera de come se schiva la vita. (Armadillo)
- Tanto se una cosa deve succede, succede. Tutta ‘sta fretta di fa succede le cose ce l’ha messa il capitalismo. (Armadillo)
- Il mondo è vulnerabile, ai cazzari. (Armadillo)
Strappare lungo i bordi: frasi di Alice
Il titolo della serie, Strappare lungo i bordi, deriva da un’espressione che Zerocalcare usa per spiegare con una sorta di metafora quello che si aspettava sarebbe stata la sua vita, ovvero una linea tratteggiata da strappare man mano, “mentre il destino gli si rivelava in un disegno ordinato e compiuto di senso”.
Scoprire che invece, in realtà, non c’è nessuna linea da seguire, che ognuno è artefice della propria esistenza, è un brusco risveglio da un sogno che Zerocalcare si era costruito, e anche la tragica morte di Alice gli fa scoprire che cos’è davvero la vita.
Ma chi è Alice? Si tratta della versione televisiva della Camille dei fumetti, personaggio che Zerocalcare usa per sviluppare la sua storia. È il simbolo di un amore che non è mai sbocciato, delle fragilità che ognuno di noi nasconde dentro di sé, di tutte quelle opportunità che ci lasciamo sfuggire nella vita.
Rappresenta il grande incompiuto nella vita di Zerocalcare, quell’amore che non ha vissuto e il rimpianto per non averlo farro. Vediamo alcune frasi di Strappare lungo i bordi, pronunciate da Alice:
- Per me non è importante che tu ci sia sempre, ma devo sapere che quando tu sei con me, ci sei davvero, lo capisci? (Alice)
- Bambino: “Alice, ma la cicatrice poi passa?” Alice: “La cicatrice non passa, è come una medaglia che nessuno ti può portare via (…)” Bambino: “Ma perché non passa?” Alice: “Perché è una cicatrice. Se andava via con l’acqua era un trasferello. È una cosa che fa paura, ma è anche una cosa bella, è la vita”.
Strappare lungo i bordi: frasi di Sarah
L’intera narrazione della serie Strappare lungo i bordi è ricca di frasi molto incisive, che vengono pronunciate da Zerocalcare e dagli altri protagonisti della trama. Si tratta di pensieri e citazioni che difficilmente hanno lasciato indifferenti le persone che hanno seguito la serie.
Sono tutte frasi che possono portare in qualche modo ognuno di noi a riflettere, che fanno sentire i telespettatori vicini ai tormenti di Zerocalcare e che possono dare il via a riflessioni e pensieri profondi. Il personaggio di Sarah è in qualche modo riconducibile all’alterego femminile del protagonista.
È diretta, capace di farsi pochi problemi nel reagire a una conversazione, soprattutto se si parla di lavoro, tema che la fa sentire parecchio frustrata e intrattabile. Di seguito trovi alcune frasi pronunciate da Sarah in Strappare lungo i bordi, una delle amiche di Zero:
- Ma non ti rendi conto di quant’è bello? Che non ti porti il peso del mondo sulle spalle, che sei soltanto un filo d’erba in un prato? Non ti senti più leggero? (Sarah)
- Le persone so complesse: hanno lati che non conosci, hanno comportamenti mossi da ragioni intime e insondabili dall’esterno. Noi vediamo solo un pezzetto piccolissimo di quello che c’hanno dentro e fuori. E da soli non spostiamo quasi niente. Siamo fili d’erba, ti ricordi? (Sarah)
Strappare lungo i bordi: frasi di Zerocalcare
La serie Strappare lungo i bordi, scritta e diretta da Zerocalcare, ha riscosso un grandissimo successo sin dal lancio su Netflix. Non è solo il racconto della vita del protagonista, ma una serie di pensieri e di vicende che vengono narrati in modo ironico e parecchio scanzonato, usando lo slang giovanile ed il dialetto romano (e parecchie parolacce, motivo per cui è stata attaccata dalla critica) per sottolineare quelle che sono le reali fragilità dell’essere umano, che vive nella frenesia del quotidiano, del capitalismo sfrenato, della consapevolezza di considerarsi come un “semplice filo d’erba” e quindi libero.
Vuole dare un insegnamento, Zerocalcare: cercare di superare quella sorta di ossessione verso se stessi, per entrare in empatia con gli altri e imparare a guardarsi dentro senza doversi sempre giudicare, senza pretendere sempre troppo.
La vita fa paura – è vero – ma è anche bella, ed è quello che vuole farci capire il narratore. Nonostante le tragedie dell’esistenza e della morte, Zerocalcare ci ricorda che “Panta Rei”, l’esistenza scorre e noi con lei. Vediamo le più belle frasi di Strappare lungo i bordi, pronunciare proprio da Zerocalcare, il protagonista:
- E allora noi andavamo lenti perché pensavamo che la vita funzionasse così, che bastava strappare lungo i bordi, piano piano, seguire la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere. Perché c’avevamo diciassette anni e tutto il tempo del mondo. (Zerocalcare)
- Ho pensato che c’era qualcosa di incredibilmente rasserenante nell’essere un filo d’erba. Che non faceva la differenza per nessuno. E non c’aveva la responsabilità per tutti i mali del mondo. (Zerocalcare)
- Erano passati solo tre secondi da quando c’eravamo salutati… E io ero già innamorato. (Zerocalcare)
- E semo pure stupidi. Perché se impuntamo a fa’ il confronto co le vite degli altri. Che a noi ce sembrano tutte perfettamente ritagliate, impalate, ordinate. E magari so così perfette solo perché noi le vediamo da lontano. (Zerocalcare)
- È una cosa che fa paura, ma è anche una cosa bella. È la vita. (Zerocalcare)
- Invece sotto l’occhi c’abbiamo solo ‘ste cartacce senza senso, che so’ proprio distanti dalla forma che avevamo pensato. Io non lo so se questa è ancora ‘na battaglia oppure se ormai è annata così, che avemo scoperto che se campa pure co ste forme frastagliate, accettando che non ce faranno mai giocà nella squadra di quelli ordinati e pacificati. Però se potemo comunque strigne intorno al fuoco e ricordasse che tutti i pezzi de carta so boni per scaldasse. E certe volte quel fuoco te basta, e altre volte no. (Zerocalcare)
- Ho pensato che c’era qualcosa di incredibilmente rasserenante nell’essere un filo d’erba. Che non faceva la differenza per nessuno. E non c’aveva la responsabilità per tutti i mali del mondo. (Zerocalcare)
- Erano passati solo tre secondi da quando c’eravamo salutati… E io ero già innamorato. (Zerocalcare)
- Zerocalcare: “Ma come convivi co sta consapevolezza d’esse un carnefice?”
Secco: “A me non me ne frega un ca**o, annamo a pija un gelato?”
Le più belle frasi di Zerocalcare
Zerocalcare è uno degli scrittori di romanzi grafici più premiato e noto in Italia e nel mondo. Quello che piace del fumettista è principalmente il linguaggio semplice e popolare che usa, in grado di raccontare storie che sanno farci divertire, emozionare e anche riflettere sulla nostra esistenza e sulla società in cui viviamo. Vediamo alcune delle più belle frasi di Zerocalcare scelte da DiLei:
- I fumetti che mi riescono meglio sono quelli influenzati dal dolore. Quelli fatti con mestiere non mi piacciono. Il problema è che non puoi dare tutte le tue crisi in pasto al pubblico. Devi decidere quale è l’asticella. E poi saltare. (Zerocalcare)
- Mi sento come un pezzo degli scacchi. Tipo il cavallo, che può muoversi solo a elle. Pure se lo sa che è una mossa di merda. Però è il turno suo, e le regole quelle sono. (Zerocalcare)
- Però c’ho pure un groppo alla gola che non se ne va e cerco di capire il perché. E penso che forse è perché, ma mo’ che finisce tutto, ma che ci inventeremo quando ci guarderemo allo specchio e staremo ancora allo sbando, isolati e manco gli potremo più accollare ‘sti cocci al coronavirus. (Zerocalcare)
- Un uomo senza un segreto, è un uomo senza identità. (Zerocalcare)
- C’è un’altra parte del corpo a cui le risposte non cambiano nulla. Che se ne frega del cervello. È tipo qui, all’altezza dell’esofago, circa. Dove ci sta quel groviglio brutto di nostalgia. E di rimpianti. E di rimorsi. Di quello che non sei riuscito a dire. Di chi non sei riuscito a capire. Finché eri in tempo. (Zerocalcare)
- Il dolore crea buchi nella trasmissione della memoria. Poi ognuno li riempie come può. (Zerocalcare)
- È che proprio i trentenni non esistono più, come gli gnomi, il dodo e gli esquimesi. Adesso c’è l’adolescenza, la postadolescenza e la fossa comune. I trentenni sono una categoria superata, a cui ci si attacca per nostalgia, come il posto fisso. (Zerocalcare)
- I nomi possono essere comuni a tanta gente l’identità invece è una cosa solo tua. (Zerocalcare)
- La vita è così. Triboli, trotti, ingoi un sacco di merda solo per poter vedere come va a finire. (Zerocalcare)
- Ma poi quando si fa il passaggio da ragazzo a uomo? Possibile che non mi sono accorto che avevo finito il livello? Sicuro mi sono scordato di salvare. (Zerocalcare)
- Ricorda: nessuno guarisce dalla propria infanzia. (Zerocalcare)
- Ogni tanto mi scordo che prima di fare ipotesi devo aggiornare il cervello con i parametri di questa parte del mondo. (Zerocalcare)
- Uno pensa che nella vita a volte devi fare un salto nel vuoto, per vedere come va avanti. Come se la vita e il salto fossero due cose diverse, ma non funziona così. La vita è quel salto. (Zerocalcare)
- L’ingenuità, come la stupidità, è una condizione permanente. (Zerocalcare)
- Magari ricordare la strada che hai fatto per arrivare a questo punto ti aiuta a camminare col cuore più leggero. (Zerocalcare)
- Io non so’ coraggioso. Manco troppo svejo. Zero intuitivo. Sensibile bleaahschifo. Però ho imparato a fa’ una cosa nella vita, una sola, a scegliermi bene le persone che voglio vicino a me. Più coraggiose, sveje, intuitive e sensibili di me. Che sanno come costringermi a stare nei posti in cui bisogna stare. E in cui anche uno come me può portare il suo mattoncino. (Zerocalcare)
- Le parole cambiano proprio tanto a seconda delle bocche da cui escono, e dagli spazi in cui risuonano. (Zerocalcare)
- Le cose che mi muovono sono i lutti o i grandi dolori, quelli che mi fanno venir voglia di scriverci un libro sopra. (Zerocalcare)
- Se manco ce provi hai già fallito. (Zerocalcare)
- Un dolore che ha un nome è un dolore sopportabile. (Zerocalcare)
- Forse crescere significa anche questo. Accettare che quel monte che protegge la vallata ha anche un altro versante, nascosto. Che il terreno non è tutto uguale, ci sono zone più fertili, altre più aride. Alcune parti sono addirittura a rischio frana. Ci sono angolazioni e scorci che non avresti mai potuto scorgere dalla tua prospettiva iniziale. È così che si diventa uomo o donna? Accettando che una montagna è l’insieme di quelle prospettive, sennò è solo un fondale teatrale? (Zerocalcare)
- Non c’è mezzo migliore della speranza e del fiabesco per incatenare i popoli alle loro credenze, poiché chi crede ha paura e chi ha paura crede ciecamente. (Zerocalcare)
- Alla luce di questo grande impatto culturale fin qui dimostrato, non è esagerato dire che siamo individui composti al 70% da Cavalieri dello Zodiaco. (Zerocalcare)
- In un contesto dove non esiste più nessun tipo di vergogna, il mitomane prospera e cresce come i cinghiali di Roma nord. Se si ristabilisse quel minimo vergognarsi e avere un po’ di pudore nel porsi di fronte agli altri, si migliorerebbe. (Zerocalcare)
- Alla fine noi siamo ‘sta roba qua. Sopravvissuti, imperfetti, pieni di cicatrici che ci siamo fatti tra di noi. Se ci guardi da vicino, ti accorgi che, non si sa come, restiamo attaccati. Siamo tenuti insieme con lo sputo. È così, quando attraversi la vita. Ti usuri. E non puoi più tornare com’eri prima. Ci devi stare. L’importante è che capisci quali sono i pezzi più importanti, quelli di cui non puoi fare a meno, che ti fanno essere quello che sei… E te li tieni stretti. (Zerocalcare)