Uomo e natura: chi fa un passo indietro? La storia di Jj4 e la guerra agli orsi

Al di là delle vittime e dei carnefici, delle colpe e delle assoluzioni, ancora una volta uomo e natura si scontrano per contendersi il pianeta senza esclusioni di colpi. Solo che uno lo fa con la ragione, l'altra con l'istinto

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

C’è stato un tempo neanche troppo lontano dove tutti, nessuno escluso, siamo rimasti incantati da ciò che stava succedendo intorno a noi. È avvenuto quando dalle finestre e dai balconi di casa, costretti all’isolamento sociale a causa dell’emergenza sanitaria, abbiamo ammirato la natura, forte e indomabile, che si riappropriava dei suoi spazi. Gli stessi che per tanto, troppo tempo, noi uomini le abbiamo sottratto.

È passato poco più di anno da quel momento, eppure, quell’entusiasmo sembra essere svanito nel nulla. Perché per quell’ammirazione e per quel rispetto nei confronti della natura non c’è più spazio. Siamo tornati alla nostra quotidianità caotica e frenetica, come prime e più di prima. Calpestando, dominando e conquistando la natura senza remore. Di nuovo.

E la storia di Jj4, e quell’inutile e svilente guerra agli orsi che si sta consumando sul terreno mediatico non fa che confermarcelo. Perché al di là delle vittime e dei carnefici, delle colpe e delle assoluzioni, ancora una volta uomo e natura si scontrano per contendersi il pianeta senza esclusioni di colpi. Solo che uno lo fa con la ragione, l’altra con l’istinto. E il risultato, questo è chiaro, non avrà vincitori né vinti.

Chi è Jj4, l’orsa che ha ucciso Andrea Papi

Il nome di Jj4 corre veloce sui social network e sul web. Rincorrere tutti i commenti, e le opinioni non richieste è impossibile, così come è difficile cedere alla tentazione di non intervenire su un fatto di cronaca così importante e drammatico. Perché è doveroso ricordare che al di là di quell’esigenza di dover dire la nostra a tutti i costi, il rispetto del grande dolore della famiglia che ha dovuto affrontare la perdita improvvisa di un figlio, dovrebbe avere la priorità su tutto.

Cos’è successo, quel giorno di inizio mese, ormai lo sappiamo tutti. Il 5 aprile Andrea Papi, un giovane laureato in Scienza Motorie e appassionato di corsa e montagna, era uscito di casa per la sua sessione di corsa quotidiana. Non si era allontanato poi molto dalla sua abitazione, del resto vivendo a Caldes, un piccolo comune della Val di Sole in provincia di Trento, il runner sapeva di poter contare su un paesaggio mozzafiato che avrebbe incorniciato il suo allenamento. Ma qualcosa, quel pomeriggio, è andato storto.

Dopo il mancato rientro a casa, la compagna di Andrea e i suoi genitori hanno subito allertato le forze dell’ordine. Le ricerche del giovane runner sono iniziate presto e, al calar del sole, è arrivata la notizia che nessun genitore potrebbe mai sopportare. Il corpo senza vita di Andrea Papi è stato ritrovato nei boschi sopra Caldes: a ucciderlo è stato un orso. L’autopsia ha poi rivelato nuovi dettagli: il ragazzo, infatti, era vivo al momento dell’incontro con l’orso, e proprio a causa dell’aggressione dell’animale ha perso la vita.

A uccidere Andrea Papi è stata Jj4, un’orsa nata nel 2006 di origini slovene e trasferita in Trentino in occasione del progetto Life Ursus, un’iniziativa fortemente voluta dalla regione per preservare la popolazione degli esemplari sull’arco alpino del nostro Paese. Certo è che nessuno poteva prevedere un epilogo tanto drammatico che avrebbe sconvolto la vita degli abitanti della Val di Sole. O forse sì?

Dalle notizie emerse dopo la tragica aggressione, infatti, è emerso che i fratelli dell’orsa hanno manifestato nel corso degli scorsi anni dei comportamenti pericolosi, almeno nei confronti dell’uomo. Suo fratello JJ1, che viveva in Germania, aveva iniziato a predare gruppi di greggi. Una situazione insostenibile, questa, che aveva portato le forze dell’ordine a optare per l’abbattimento.

Anche l’orso Jj3, fratello di Jj1 e Jj4, è stato abbattuto. L’esemplare, che viveva in Svizzera, si era spinto più volte nei centri abitati alla ricerca di cibo. Un comportamento, il suo, che era stato considerato potenzialmente pericoloso per la comunità del territorio.

La guerra agli orsi

Dopo la notizia della morte di Andrea Papi, anche Jj4 è a rischio di abbattimento, esattamente come i suoi fratelli. C’è chi non ha dubbi, remore o ripensamenti rispetto all’epilogo di questa storia. C’è chi va oltre, definendo l’orsa una pericolosa assassina, e chi invece sta lottando come può per mantenere in vita l’animale. “E se avesse attaccato il runner per difesa?”, “E se avesse avuto paura per l’incolumità dei suoi cuccioli?”, queste sono solo alcune delle domande che si pongono le migliaia di persone che in questi giorni sono intervenuti commentando la vicenda.

Dove sta la verità non possiamo saperlo. Quello che però sappiamo è che la questione della convivenza tra uomo e natura non può sicuramente soffermarsi su questa mediatica guerra agli orsi che si sta consumando nelle ultime settimane sul web. Così come non può finire con la risoluzione di un problema che non è legato solo a Jj4, anche se indubbiamente la morte di Andrea Papi non può passare in secondo piano.

Emblematiche, in questo senso, sono state le parole dei genitori del giovane runner, che nonostante stiano facendo i conti con quel dolore che nessun genitore dovrebbe provare mai, sono riusciti più di altri a individuare il vero problema: quello della convivenza tra uomo e natura.

“Sono contro l’abbattimento anche io” – ha dichiarato mamma Franca ai microfoni de La Vita in Diretta“Però anche loro si mettano una mano sulla coscienza perché se succedesse a uno dei loro figli non so cosa farebbero. Io voglio giustizia e basta per mio figlio”. A fare da eco alla sua lucida disperazione anche le parole di papà Carlo: “Io cercherò di perdonare, ma al momento non posso farlo. Perché si sapeva cosa poteva accadere.  Non vogliamo abbatterlo, ammazzarlo, non è questo che vogliamo, vogliamo solo dare dignità e giustizia ad Andrea, perché un ragazzo non può morire in queste condizioni. Era solo un ragazzo che andava a correre, nient’altro”.

Intanto Jj4 è stata catturata, allontanata dai suoi cuccioli, e trasferita nel centro di recupero della fauna alpina di Casteller di Trento. Sulla sua vita pende un’ordinanza di abbattimento già firmata dal presidente della provincia, per ora bloccata dal Tar.

Uomo e natura: chi fa un passo indietro?

La morte di Andrea Papi è inaspettata, è tragica. È ingiusta. Tuttavia apre una serie di scenari che non possiamo più non considerare, quelli legati alla convivenza tra uomo e natura. Perché la soluzione, per quanto giusta può apparire a molti, non può essere solo quella di abbattere Jj4. Perché dopo di lei, forse, ci saranno altre aggressioni, altri incontri pericolosi. E l’ipotesi di sterminare interi esemplari di fauna selvaggia non è certo contemplabile.

Non si tratta di alieni arrivati all’improvviso sulla terra per distruggerci o conquistarci. Loro, e tutti gli esseri viventi che appartengono al pianeta, sono già qui. Sono sempre stati qui, anche prima di noi. E anche se abbiamo fatto nostra la cattiva abitudine di credere che noi umani siamo esseri unici e superiori, la verità è che non è così. Non dobbiamo gestire o sterminare la natura. Noi, semplicemente, dobbiamo imparare a conviverci.

Cosa fare in caso di incontri ravvicinati con un orso?

La convivenza tra uomo e fauna è possibile? Siamo certi di sì, tuttavia preferiamo lasciare le risposte e tutte le riflessioni del caso a chi, sicuramente, ha più esperienza di noi. Quello che invece possiamo fare noi adesso, anche in vista della paura dilagante che si sta diffondendo nei confronti degli orsi, è spiegarvi cosa fare nel caso di incontri ravvicinati con questi animali.

Per farlo, ci siamo affidati a una guida redatta dal WWF, con la collaborazione di esperti, che indica tutta una serie di cose da fare e da non fare, nel caso di incontri con orsi:

  • L’orso teme l’uomo, quindi solitamente se ne mantiene a distanza. È bene sapere che trovarsi di fronte a un animale che si solleva sulle zampe posteriori non vuol dire essere in pericolo. Con questo atteggiamento, infatti, l’orso sta solo valutando la situazione e i suoi rischi
  • Anche se l’orso teme l’uomo, ha comunque degli istinti naturali di difesa, soprattutto nei confronti dei suoi cuccioli
  • Un orso ferito è più pericoloso perché ha paura
  • Se vedete un orso in lontananza fermatevi ad osservarlo. Se lui non si avvicina, allontanatevi lentamente
  • Non avvicinatevi mai ai cuccioli di orso
  • Non avvicinatevi mai alla tana di un orso
  • Se la distanza dell’incontro è piuttosto ravvicinata, parlate per farvi riconoscere. È importante mantenere la calma, non urlare e non farsi prendere dal panico
  • Non scappate di corsa e non aggredite l’animale.