Maria José di Savoia, l’ultima regina d’Italia

Il suo regno è durato solamente un mese, prima del referendum del '46: la vita di Maria José di Savoia

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

È stata l’ultima regina, ma anche quella il cui regno durato per il tempo più breve. Una donna affascinante, colta, raffinata. Di Maria José di Savoia – Marie-José Charlotte Sophie Amélie Henriette Gabrielle – è stato detto tanto, tutto e il suo contrario.

Quello che le cronache e la storia tracciano è il ritratto di una donna che ha frequentato intellettuali di ogni sorta, mossi da ogni credo: da quelli più legati alla monarchia a personaggi come Thomas Mann e Maurice Maeterlinck.

Il suo regno è durato solo un mese, concluso poi con il referendum del 1946, quando gli italiani hanno scelto la Repubblica. È stata, così, l’ultima regina d’Italia, colei che ha combattuto contro il fascismo, che lo ha fatto da dietro le quinte.

In anni più recenti si è supposto il fatto che possa aver intrattenuto rapporti sentimentali con il Duce, certezze non se ne hanno, solamente diversi indizi.

La vita la forza e il ruolo nella storia di Maria José di Savoia, l’ultima regina d’Italia.

Maria José di Savoia, la gioventù della futura regina

Papà era Alberto I di Sassonia – Coburgo – Gotha, il re dei belgi, la mamma Elisabetta di Baviera ed era nata duchessa. Una stirpe nobile, anche andando indietro nel suo albero genealogico dove si legge di conti, principesse e duchi. Maria José di Savoia nasce nel 1906 a Ostenda in Belgio e cresce immersa nella cultura, studia pianoforte e violino, si dedica all’attività sportiva. Un ambiente aperto e stimolante, ma la sua infanzia non è tutta rose e fiori: deve fare anche lei i conti con la Prima Guerra Mondiale e viene mandata in Inghilterra con i fratelli.

Sin da piccola è stata educata per diventare una regina e, in particolare, per sposare Umberto II di Savoia. Per questo inizia presto a studiare l’italiano. E i due si incontrano anni prima del matrimonio, ma le nozze avvengono solamente nel 1930. Sono celebrate a Roma, l’8 gennaio e il bellissimo abito che indossa è stato espressamente disegnato dal marito. Per la futura regina inizia una nuova vita, in Italia.

Maria José, gli anni prima della Seconda Guerra Mondiale

È Torino la città dove vanno a vivere i due novelli sposi. Ma il loro matrimonio deve fare i conti con non poche difficoltà. A quanto pare, i rapporti con Casa Savoia non sono dei migliori, troppe differenze tra la modernità della futura regina e l’etichetta più rigida del marito Umberto II di Savoia e della sua famiglia. Per questo i legami che ha intessuto nel corso della sua vita sono stati ben diversi da quelli del consorte. Maria frequenta intellettuali di ogni stampo, scrittori e filosofi. Lo fa per conto suo, indipendente nello spirito e nei gusti.

Dopo Torino, la coppia si trasferisce a Napoli. È il 1933 e qui Maria José di Savoia trascorre anni felici, che coincidono con la nascita dei primi tre figli: Maria Pia nel 1934, Vittorio Emanuele nel 1937 e Maria Gabriella nel 1940. È moderna la futura regina, dei figli si occupa lei stessa e li porta a soggiornare nelle varie residenze. Per loro avrebbe voluto la scuola pubblica, ma deve optare per un’istitutrice. La guerra, però, li porta nuovamente a spostarsi e il periodo campano della loro vita finisce. Ora la nuova residenza è a Roma, al Quirinale.

La Guerra e i rapporti con il fascismo

Maria José di Savoia si è ribellata al fascismo e – a quanto pare – lo ha fatto nei modi e con i metodi più disparati. Sembra, ad esempio che abbia stretto accordi per tentare un colpo di stato già nel 1938, inoltre non si è mai attenuta alle regole imposte dal fascismo e ha sempre frequentato chi desiderava. Da questi dettagli emerge l’indole coraggiosa e ribelle di una donna forte che non si è mai piegata.

Per questo suo carattere e per le amicizie che intrattiene, Mussolini la osserva da lontano e le affida un sorvegliante per poterla controllare meglio. Lei però continua a combattere il fascismo, lo fa in segreto senza preoccuparsi dei rischi e tiene informato il re, il suocero Vittorio Emanuele III, tramite il Ministro della Real Casa.

Fino al 6 agosto del 1943 quando, dopo il voto di sfiducia a Mussolini, avvenuto qualche settimana prima, proprio il re le dice di chiudere i legami che intratteneva con l’opposizione antifascista e di smetterla con le attività politiche.

Viene mandata nella residenza estiva di famiglia insieme ai figli. Poi, con l’armistizio, si ritira in Svizzera ed è a questo punto che riallaccia i legami che le erano stati vietati. A quanto pare pensa anche di unirsi ai Partigiani, ma non può. Questo non le impedisce di lavorare nel dietro le quinte, sostenendo la resistenza.

Il mistero del legame con Mussolini

Da uno scambio epistolare tra il figlio del duce, Romano Mussolini, e la madre Rachele, alle rivelazioni dell’autista sino al diario di Claretta Petacci: nel corso degli anni ha fatto più volte parlare di sé il presunto legame sentimentale tra Maria José di Savoia e Mussolini.

La verità non la potremo sapere mai, vero è che questa possibilità nulla toglie alla lotta intensa che la futura regina, all’epoca principessa, ha fatto da un certo momento in poi nei confronti di Mussolini.

Il suo regno durato un mese

La principessa che diventa regina, ma lo fa per pochissimo tempo: è quello che è accaduto a Maria José quando Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto II. È il 9 maggio del 1946, il referendum per scegliere tra repubblica e monarchia si tiene il 2 giungo. Sappiamo tutti come va a finire. Pare che abbia raccontato di aver votato scheda bianca in quella occasione, perché non le sembrava elegante votare per sé stessa e per il marito.

Inizia per lei una nuova fase della vita, un’altra, questa volta lontana dall’Italia, che deve abbandonare subito, e distante dal marito. Maria José viaggia tantissimo, studia e scrive. È solamente nel 1988 che rientra nel paese di cui è stata regina, dopo un esilio durato 41 anni. Lo può fare perché il marito è morto anni prima (nel 1983) e quindi nel 1987 le viene concesso il permesso.

L’ultima regina d’Italia è morta il 27 gennaio del 2001 a Ginevra, al suo funerale hanno preso parte molte teste coronate. Il suo regno è durato pochissimo ma il suo nome è passato alla storia.