Donne della Costituente: chi erano le madri della Repubblica Italiana

Il 25 giugno, nel Palazzo Montecitorio, si riunì per la prima volta l'Assemblea Costituente formata da 556 deputati. 21 di questi erano donne, erano le madri della Repubblica Italiana

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Erano mogli e madri, erano giovani ragazze e nonne. Erano le donne che, durante la Seconda Guerra Mondiale si erano trasformate in combattenti, in guerriere e in partigiane. Dal 1943 al 1945, oltre 50 mila donne parteciparono attivamente a tutte le operazioni per liberare l’Italia dalla piaga del nazifascismo.

Alcune impugnavano le armi e scendevano in strada, altre supportavano le comunicazioni e i contatti, e altre ancora operavano all’interno dei Gruppi di difesa della donna. Erano diventate il simbolo della lotta al fascismo, nonché parte attiva e integrante di questa.

Con il loro coinvolgimento era chiaro a tutti che, dalla liberazione dell’Italia in poi, le donne avrebbero fatto parte della sua nuova storia. Non più come spettatrici, ma come parte integrante del nuovo Paese, anche con compiti decisionali. Così il 2 giugno del 1946, giorno del referendum istituzionale tra Monarchia e Repubblica, 21 donne furono elette per entrare a far parte dell’Assemblea Costituente. 9 appartenevano alla Democrazia cristiana, 9 al Partito comunista, 2 al Partito socialista e una al Fronte dell’Uomo Qualunque. Erano le madri della Repubblica Italiana.

Le madri della Costituzione

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, e con la liberazione dell’Italia, era chiaro a tutti che le donne non potevano più essere relegate solo alla casa e ai lavori domestici. Avevano dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che non erano il sesso debole, e il loro destino non era quello di trasformarsi in angeli del focolare. Erano state la mente, il cuore e il braccio di quella liberazione. Lo sapevano tutti, e pensare a un nuovo inizio senza di loro non era possibile.

La voglia e il desiderio di partecipare attivamente alla vita sociale e pubblica, era più forte che mai nelle donne. E gli uomini sapevano di non poter rinunciare a loro. Così si unirono tutti, superando finalmente i confini fissati dal genere di appartenenza, per ricostruire un Paese ferito e dilaniato dalla guerra.

L’aria era cambiata e lo sapevano tutti, indietro non si poteva, e non si voleva tornare. Persino Papa Pio XII invitò le donne a partecipare attivamente alla vita pubblica con quelle parole che sono rimaste nella storia: “La vostra ora è sonata, donne e giovani cattoliche; la vita pubblica ha bisogno di voi: ad ognuna di voi si può dire: “Tua res agitur”.

Così il 25 giugno, nel Palazzo Montecitorio, si riunì per la prima volta l’Assemblea Costituente, l’organo legislativo scelto per la stesura di una Costituzione per la nuova Repubblica Italiana. 556 costituenti lavorarono ogni giorno, l’uno al fianco dell’altro fino al 31 gennaio del 1948. E di questi 21 erano donne

Si trattava di Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria Federici, Nadia Spano, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Maria Jervolino De Unterrichter, Teresa Mattei, Angela Merlin, Angiola Minella, Rita Montagnana, Maria Nicotra, Teresa Noce, Ottavia Penni Buscemi, Elettra Pollastrini e Maria Maddalena Rossi.

Queste 21 donne, tutte diverse tra loro per formazione e ideologia politica, lavorarono per settimane insieme, una al fianco dell’altra diventando la voce e il simbolo di tutte le donne italiane. Di quelle che avevano combattuto insieme a loro e di quelle che non ce l’avevano fatta, di quelle che speravano in una rinascita che parlasse anche per loro e di loro.

Alcune delle donne della Costituente continuarono a portare avanti il loro impegno politico, altre tornarono alle loro occupazioni, ma tutte, insieme, cambiarono la storia dell’Italia. Lo fecero mettendo al primo posto il popolo, le donne e gli uomini, affinché la Costituzione diventasse il fondamento dei diritti di parità, di eguaglianza e di giustizia sociale.

Chi erano le donne della Costituente

Fondamentale fu il contributo delle donne alla messa a punto della nostra Costituzione. Furono proprio loro, infatti, a promuovere i temi legati all’emancipazione femminile e alla parità di genere, e a far sì che la lotta ai pregiudizi e agli stereotipi non si limitasse più solo alle parole, ma trovasse la sua applicazione anche a livello legislativo. Furono le madri della Costituzione e della Repubblica italiana e insieme avevano creato qualcosa di grandioso. Ma chi erano le donne della Costituente?

C’erano Adele Bei, che aveva partecipato alla lotta partigiana a Roma organizzando i gruppi femminili, e Bianca Bianchi, insegnante di Vicchio che presentò in politica i problemi legati alla scuola, al lavoro e alle pensioni. C’erano Laura Bianchini, giornalista intellettuale e membro della Democrazia Cristiana ed Elisabetta Conci, anche lei membro del DC.

Tra le Costituenti c’erano Filomena Delli Castelli, insegnante e politica italiana, e Maria Federici antifascista e partigiana. Nadia Spano, invece, aveva partecipato alle Quattro giornate di Napoli ed era diventata la protagonista della nascita della Repubblica, e come lei Angela Gotelli. Angela Guidi, invece, divenne la prima donna a ricoprire la carica di sottosegretario di Stato nel governo italiano.

Tra le donne della Costituente c’era anche Nilde Iotti, combattente della Resistenza e prima donna della storia d’Italia a ricoprire il ruolo di presidente della Camera dei deputati. Maria Jervolino De Unterrichter, invece, si occupò durante i lavori della Costituzione di questioni legale alla famiglia, alla religione e all’emancipazione femminile.

Teresa Mattei era la più giovane delle Costituenti elette, ed era stata una grande combattente durante la Resistenza. Come lei anche Angela Merlin che si era fatta poi portavoce di una battaglia al femminile per l’emancipazione e Angiola Minella Molinari, entrata in politica come esponente del Partito Comunista Italiano.

Tra le donne della Costituente c’era anche Rita Montagnana, una delle organizzatrici della prima celebrazione della Giornata internazionale della donna. Fu proprio lei, insieme a Teresa Mattei e a Teresa Noce, a scegliere la mimosa come il simbolo di quella giornata.

Maria Nicotra, invece, aveva ottenuto la medaglia al valore per la sua incessante attività infermieristica durante il periodo bellico, mentre Teresa Noce era stata tra i fondatori del Partito Comunista Italiana. Ottavia Penna, invece, era stata la prima donna candidata alla presidenza della Repubblica. Tra le Costituenti c’erano anche Elettra Pollastrini, costretta a fuggire in Francia durante gli anni del fascismo e Maria Maddalena Rossi, militante della lotta antifascista.

Erano tutte diverse tra loro, le donne Costituenti. Differenti erano la formazione, gli interessi, le provenienze e le ideologie. Eppure, quel 25 giugno, erano diventate una cosa sola, il simbolo di tutte le donne, unite per far rinascere l’Italia e renderlo un Paese migliore.

“Il cammino percorso in meno di un anno è stato molto e difficile: ma le nostre donne hanno bruciato le tappe. Esse continuano la loro opera, ad esse va l’elogio e la fiducia delle donne italiane, di tutti gli italiani che sperano e credono nella rinascita democratica del nostro Paese”. (Leonilde Iotti)