Janis Joplin, vita maledetta della poetessa rock

Una cantante leggendaria destinata a cambiare e stravolgere per sempre il mondo della musica blues, soul, rock. La vera storia di Janis Joplin

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

È difficile essere liberi ma quando funziona, ne vale la pena!

Lei è stata una delle più grandi cantanti del XX secolo, con un successo straordinario e un’altrettanta folta schiera di seguaci. Ma è stata anche una donna sola, triste, divorata da sentimenti contrastanti e dai complessi che però svanivano ogni volta che calcava un palco. Perché allora sì che diventava la leonessa forte e determinata che tutti conoscevano e che ancora ricordano. Eppure nel suo intimo restava sempre una donna insicura, tormentata e consumata dagli eccessi.

La vera storia di Janis Joplin

19 gennaio 1943: a Port Artur, in Texas nasce una stella. Nella piccola cittadina petrolifera, Dorothy East, impiegata, e Seth Joplin, ingegnere della compagnia petrolifera Texaco, mettono al mondo la piccola Janis, ricoprendola di attenzioni. La sua infanzia scorre tranquilla tra i primi segnali di una passione che si sarebbe presto trasformata in una vera vocazione.

A scuola dimostra di essere portata per qualsiasi forma d’arte, soprattutto per il canto. Ma i suoi compagni di classe, complice la giovane età, la prendono in giro. Lo fanno per quell’aspetto un po’ robusto e per la scelta di indossare abiti poco femminili, lo fanno anche perché a quei tempi, Janis non nasconde i suoi ideali di libertà e di uguaglianza.

Janis Joplin
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Janis Joplin, Aprile 1969

Le prese in giro si trasformano ben presto in complessi e inquietudini, soprattutto quando a quattordici anni il suo corpo si trasforma. Prende peso e lei non si piace. Ma ha la musica, e in quella si rifugia. I genitori, intanto, sono alle prese con gli altri fratelli che meritano le attenzioni e le cure una volta a lei riservate.

Ma il tempo passa e per Janis è tempo di iscrizione all’università. I problemi continuano, la sua scarsa avvenenza diventa oggetto di scherno tra i ragazzi del campus che la votano come “uomo più brutto”. I genitori sono sempre più assenti e lei, ancora una volta, trova rifugio nella musica, tra l’isolamento dal resto del mondo e quelle ferite che ogni giorno diventano sempre più profonde.

L’insofferenza nei confronti della cittadina del Texas in cui è nata e cresciuta va di pari passo con il suo desiderio di libertà e con il bisogno, quasi ossessivo e spasmodico, di riscatto e accettazione. Nel 1963 Janis decide di lasciare l’università e di trasferirsi a San Francisco.

La città l’accoglie: finalmente è libera di esprimere se stessa, senza freni. Ma la sua ribellione passa anche per gli abusi di droga e alcol. Neanche i primi successi musicali le consentono di trovare la pace che sta cercando. I suoi nuovi amici sono preoccupati per lei e, con un biglietto di sola andata per il Texas, la invitano a ritornare a casa per ritrovarsi. Janis lo fa.

I primi successi musicali

Nel 1966 Janis decide di tornare a San Francisco ed entra nei Big Brother and The Holding Company, prima suonando il tamburello, poi diventando la frontman. Il pubblico la acclama, Janis piace. La conferma arriva con la partecipazione al Festival di Monterey, quando davanti a una platea, la sua voce meravigliosa graffia il cuore degli ascoltatori.

Un’esibizione memorabile che spinge la Columbia Records a ingaggiare la band. Janis è ancora acerba, ma è unica, completamente diversa da tutte le cantanti di quel tempo. Diventa la frontman della band avendo più successo degli altri membri, che sono tutti uomini.

Nel mese di agosto del 1968 viene pubblicato Cheap Thrills. Poche settimane e il disco conquista la prima posizione in classifica, detenendo quel primato per due mesi. La band conquista il Disco d’Oro, ma quello stesso anno si separa.

Una decisione condivisa – racconteranno – nata dalla consapevolezza che il destino di Janis è altrove. Eppure quella scelta, che altro non è che il preludio alla sua carriera da solista, fa sprofondare Janis nei tormenti della giovinezza: ricomincia a fare abuso di alcol e di droghe.

La dose di dolore accumulata, negli anni precedenti, tornava a fare capolino prepotentemente. Lei sue corde vocali sono forti, ruggenti e mature, ma lei restava ancora quella bambina insicura e sofferente di un tempo.

Sul palco faccio innamorare venticinquemila persone, poi vado a casa da sola.

janis e la band
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Janis Joplin

Il successo, il fallimento e l’amore

Con la neonata Cozmic Blues Band, la più grande voce “blues” della storia della musica, spopola nel resto del mondo. Il suo disco da solista, I got Dem Ol’Kozmic Blues Again Mama!, divide la critica e anche il pubblico. Janis viene criticata, anche duramente, e quelle fragilità mai andate via tornano a galla prepotentemente. Gli amici sono preoccupati per lei, ma lei combatte tutti i giorni contro i suoi demoni, o almeno ci prova.

Nel 1969 inizia un tour europeo, ma l’accoglienza da parte del pubblico non è quella che la cantante spera. Anche la partecipazione al Festival di Woodstock si rivela fallimentare: nell’attesa di salire sul palco – dopo circa 10 ore dall’inizio della manifestazione – Janis si intrattiene con una pesante dose di stupefacenti che mette a rischio la sua carriera. L’esibizione è piena di stonature e il pubblico non apprezza.

A seguito della vicenda sceglie di cambiare vita: si trasferisce in Brasile e abbandona gli eccessi. Qui conosce David Niehaus e tra i due nascerà un grande amore. L’uomo la supporterà e l’aiuterà tutto il tempo ad allontanarla dagli eccessi, senza però riuscirci mai per davvero.

L’ultima chance

Janis torna in America e forma una nuova band – l’ultima – Full Tilt Boogie Band. È positiva e ottimista e vive entusiasta quel momento della sua vita, abbandonando per un po’ le droghe. Nel giugno del 1970 è protagonista, con la sua band, di un tour organizzato a bordo di un treno in movimento, il Festival Express 1970.

Le sue performance sono impeccabili e Janis è più spensierata che mai, al punto tale da ritagliarsi anche il tempo per fare l’amore: 65 rapporti sessuali in 5 giorni, come lei stessa racconta. Il successo straordinario di quel periodo fa sì che Paul Allen Rothchild, il produttore discografico dei Doors, si avvicina a Janis. Paul è convinto che lei sia cambiata e decide di darle una possibilità facendole realizzare un altro disco: Pearl.

Ma Mercedes Benz, uno dei brani più significativi dell’album pubblicato postumo, è l’ultimo che Janis Joplin registra. Il 4 ottobre del 1970 viene trovata senza vita nella stanza 105 del Landmark Hotel di Hollywood a Los Angeles. Il referto medico non lascia dubbi sulla causa della morte: overdose da eroina.

Così muore a 27 anni, una delle voci più graffianti e intense del panorama musicale di tutti i tempi. Janis entra nel club dei 27, ereditando la maledizione degli altri grandi artisti morti a quell’età. Il corpo della cantante fu cremato al Westwood Village Memorial Park Cemetery, le sue ceneri sparse nell’oceano Pacifico per esaudire la sua volontà di essere libera, perché libera, in fondo, lo era sempre stata.

Janis Joplin
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Janis Joplin, ritratto. 1969