Audre Lorde, poetessa, femminista e paladina dei diritti

Scrittrice e attivista, ha utilizzato il potere delle parole per sfidare l'oppressione e combattere per l'uguaglianza di genere

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

In un mondo dove le strutture di potere sono state a lungo controllate dagli uomini, dove le donne hanno lottato, e continuano a farlo, per i loro diritti fondamentali, stiamo finalmente assistendo a un cambiamento.

Questo progresso, seppur lento, non è un regalo spontaneo dell’evoluzione sociale, ma il risultato di una lotta incessante, portata avanti da eroine spesso dimenticate. Di tutte quelle donne forti, determinate e coraggiose che hanno osato sfidare lo status quo, che hanno alzato la voce per difendere i diritti delle minoranze, dei senza voce e dei più vulnerabili. Donne che hanno combattuto per un senso di giustizia, perché credono in un mondo migliore.

Una di loro è Audre Lorde. “Nera, lesbica, madre, guerriera, poetessa” – così si definiva. La sua vita è stata una battaglia continua per l’uguaglianza, per la giustizia e per il diritto di essere sé stessi senza paura.

Audre Lorde: guerriera del femminismo e poetessa della giustizia

Audrey Geraldine Lorde è stata molto più di una poetessa. È stata un’attivista per i diritti civili, una filosofa, una professoressa, e soprattutto, una guerriera che ha lottato con passione per la giustizia sociale.

Nata nel 1934 a New York, cresciuta tra le strade vivaci di Harlem, dedicò la sua intera vita alla lotta contro le disparità sociali, attraverso parole potenti e commoventi. Nonostante sia stata afflitta da problemi alla vista, che l’hanno resa quasi cieca fin dalla tenera età, Audre mostrò subito una precoce propensione per la lettura e la scrittura.

Ultima di tre figlie in una famiglia modesta, riuscì a raggiungere traguardi accademici notevoli. Nel 1959, infatti, si laureò all’Hunter College e nello stesso anno iniziò un master in Amministrazione Libraria alla Columbia University. Questo le aprì le porte per un ruolo all’interno del sistema pubblico delle biblioteche della città di New York, dove utilizzò la sua passione per la letteratura per illuminare la vita di innumerevoli lettori.

Pubblicò il suo primo libro di poesie, “The First Cities“, nel 1968. Da allora, scrisse numerosi altri lavori, tra cui saggistica, memorie e raccolte di poesie, che sono diventati fondamentali nei discorsi sulla giustizia e sull’attivismo in tutto il mondo.

Insegnò la lingua inglese sia negli Stati Uniti, sia in Germania dell’Ovest, mostrando una dedizione instancabile all’istruzione. Ma la sua presenza in Europa non fu solo accademica. Qui, divenne una figura di spicco nel movimento femminista locale, utilizzando la sua voce e la sua posizione per promuovere la parità di genere.

Una delle sue opere letterarie più riconosciute dai critici è, senza dubbio, “The Black Unicorn“. Questa toccante raccolta di poesie esplora le sfide di essere una donna lesbica nell’America degli anni ’70, un periodo di grande turbolenza e cambiamento. Le parole di Audre sono potenti e provocatorie, e risuonano con la verità cruda e inconfutabile della sua esperienza. “The Black Unicorn” non è solo una lettura essenziale per comprendere la lotta per l’uguaglianza, ma è anche un simbolo del coraggio necessario per stare in piedi contro il pregiudizio.

Infatti, con la sua penna acuta e la sua voce potente, ha giocato un ruolo cruciale nel movimento femminista intersezionale. La sua opera ha offerto una prospettiva unica e inestimabile, donando voce alle donne di colore e a coloro che vivono all’incrocio di identità marginalizzate.

Nel 1980, dopo aver combattuto una dura battaglia contro il cancro al seno, Audre Lorde pubblicò “The Cancer Journals“, un’opera che documenta con franchezza e coraggio la sua esperienza con la malattia, uno sguardo intimo e spesso doloroso sulla realtà del vivere con questo dramma. Nonostante il suo forte spirito, la sua salute continuò a peggiorare. Il 17 novembre 1992 morì a St. Croix, all’età di 58 anni, dopo una lunga e difficile battaglia contro un cancro al fegato.

La travolgente vita sentimentale di Audre Lorde

Audre Lorde ha vissuto una vita sentimentale che può essere considerata tanto complessa quanto la sua poesia. Nel 1962, sposò Edwin Rollins, un uomo bianco e gay, ed ebbero due figli, Elizabeth e Jonathan. Anche se il loro matrimonio finì nel 1970, Audre rimase sempre molto legata ai suoi figli per il resto della sua vita.

Aveva già scoperto di essere lesbica, ma al tempo rimase relegata prevalentemente al ruolo che la società le imponeva come madre e moglie. Fu solo successivamente che trovò il coraggio di esplorare appieno la sua sessualità e la sua identità.

Negli anni ’70, infatti, ebbe una relazione intensa con la fotografa Frances Clayton. Nel loro sodalizio, trovò il sostegno che non aveva mai avuto dal suo ex marito, riuscendo anche a superare la sua timidezza e a fare coming out pubblicamente. Nel suo celebre libro “Zami: A New Spelling of My Name“, Audre scrisse: “L’amore è sempre stata una sfida per me, ma Frances mi ha mostrato una delle lezioni più preziose che la vita può offrire – l’importanza di rispettare sé stessi“.

Clayton divenne la sua compagna romantica, una relazione che durò fino al 1989. Insieme, costruirono una vita familiare con i figli di Audre.

Dopo la fine della sua relazione, si innamorò della dott.ssa Gloria I. Joseph e vissero insieme nell’isola di St. Croix nelle Isole Vergini Americane per il resto delle loro vite.

Il contributo di Audre Lorde al movimento femminista

Audre Lorde ha dedicato la sua vita alla lotta contro le ingiustizie sociali. Con un impegno inflessibile, ha partecipato attivamente a proteste e manifestazioni in tutto il Paese, sostenendo temi cruciali come l’accesso all’istruzione e alla salute sessuale.

Ha combattuto contro l’omofobia e il razzismo, lavorando instancabilmente per sradicare queste piaghe sociali. Ha anche collaborato con diverse organizzazioni femministe, come il National Organization for Women, e ha fondato Kitchen Table: Women of Color Press, una casa editrice di rilievo dedicata alle donne di colore.

La sua scrittura era dolorosamente onesta e spesso metteva in discussione le regole del pensiero dominante, contestando le norme sociali e culturali che perpetuavano le disparità e l’alienazione. Le sue parole non erano solo dichiarazioni di protesta, ma anche testimonianze della sua lotta personale come donna nera e lesbica in una società che disprezzava la sua identità

Nel suo lavoro “Burst of Light“, pubblicato nel 1989 e vincitore dell’American Book Award, affermava: “Scrivo principalmente per le donne che non possono parlare, perché siamo terrorizzate. Perché ci è stato insegnato a rispettare la paura invece di rispettare noi stesse”.

Audre Lorde
Fonte: Getty Images
Audre Lorde