Lesso o bollito? Due parole che a volte usiamo come sinonimi, ma che in realtà raccontano due preparazioni diverse, con caratteristiche proprie e risultati in tavola distinti. Entrambi appartengono alla tradizione più autentica della cucina italiana, sono piatti conviviali che profumano di domenica e di festività invernali, ma per chi ama cucinare è importante saper distinguere le due tecniche. Due metodi simili ma con finalità differenti, che meritano di essere conosciuti e riscoperti con i giusti accorgimenti.
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Le differenze tra lesso e bollito
La vera distinzione tra lesso e bollito avviene proprio all’inizio della cottura, come abbiamo visto. Quando si prepara il bollito, la carne non viene immersa a freddo, ma entra in acqua che già ribolle. Questo passaggio è fondamentale: il calore forte chiude subito le fibre e trattiene i succhi, così la carne conserva gusto e morbidezza. Nasce proprio per portare in tavola la carne come protagonista, succosa e tenera, pronta per essere servita con salse profumate e verdure di contorno. È uno di quei piatti che sanno di festa, che scaldano l’inverno e che ancora oggi ritroviamo nelle domeniche in famiglia, magari accompagnato da un vino rosso robusto. I tempi, certo, non sono brevi: a seconda del taglio scelto si arriva fino a quattro ore, con la fiamma sempre tenuta bassa. Non bisogna avere fretta, perché è proprio nella cottura lenta e paziente che la carne del bollito esprime al meglio tutta la sua bontà.
Il lesso, invece, si concentra più sul brodo che sulla carne. Mettendo la carne in acqua fredda, i succhi si disperdono nel liquido, che diventa ricco e aromatico. È la base ideale per risotti, minestre o per i tortellini in brodo delle feste. La carne, pur risultando meno saporita, resta comunque buona e si presta a ricette di recupero, dalle insalate alle polpette.
Quali carni usare per il lesso e il bollito
Se la differenza tra lesso e bollito riguarda il metodo di cottura, un altro aspetto fondamentale è la scelta dei tagli di carne. È proprio qui che tradizione e gusto personale si intrecciano, dando vita a varianti infinite che cambiano da regione a regione. In entrambi i casi la carne è la protagonista, ma non tutte le parti dell’animale danno lo stesso risultato.
Per il lesso si può partire in modo più semplice e versatile: tagli di manzo non troppo pregiati, ma comunque saporiti, come il biancostato, il reale o la punta di petto. A questi spesso si affiancano gallina o cappone, che arricchiscono il brodo con un gusto intenso, rendendolo perfetto per i tortellini o i risotti delle feste. Il lesso, infatti, è storicamente un piatto “povero”, nato dall’esigenza di ottenere un brodo nutriente e allo stesso tempo recuperare la carne, magari da usare in insalate fredde o polpette.
Il bollito, invece, ha una vocazione più nobile. Qui entrano in scena tagli scelti, come il bianco costato di reale, la punta di petto e il suo fiocco, il cappello del prete, la noce, o ancora culatta e tenerone. Parti ricche di tessuto connettivo che, con la lunga cottura in acqua già bollente, si trasformano in carne morbida e succosa.
In molte regioni italiane, il bollito misto è considerato un vero rito: ogni famiglia custodisce segreti tramandati nel tempo. Non c’è quindi una regola fissa, ma una certezza sì: per lesso e bollito la qualità della carne e il rispetto dei tempi di cottura fanno tutta la differenza.
Gli abbinamenti del bollito e del lesso
Parlare di bollito e lesso significa anche raccontare ciò che li accompagna a tavola, perché senza i giusti abbinamenti questi piatti rischiano di perdere parte del loro fascino. In Italia ogni territorio ha sviluppato le proprie tradizioni: dalle salse ricche di erbe aromatiche del Piemonte, come il celebre bagnetto verde, fino alle mostarde agrodolci tipiche della Lombardia.
Le verdure lessate che hanno condiviso la cottura con la carne non vanno mai sprecate: possono essere servite semplici, condite con un filo d’olio, oppure gratinate in forno con pane grattugiato e formaggio. Un grande classico da proporre insieme al bollito, specie nelle giornate di festa. In alternativa, patate e carote diventano ottime compagne anche per il lesso, dando equilibrio al brodo ricco e profumato.
Non mancano i contorni più golosi, dal purè di patate cremoso, che piace sempre anche ai più piccoli, fino alle cipolline glassate o alle rape in agrodolce. E, naturalmente, le salse: dal cren pungente alla salsa rossa, dal miele alle preparazioni speziate che variano da regione a regione. Infine il vino: un rosso corposo, capace di sostenere la ricchezza della carne, è l’accompagnamento ideale per chi ama i sapori decisi. Così il lesso o il bollito scaldano le nostre tavole invernali, con sapori che ci raccontano il territorio e le tradizioni.
Ultimi consigli per la preparazione del lesso o del bollito
Per preparare un buon lesso o un ottimo, contano i dettagli, quei piccoli gesti che ci sono stati tramandati dai consigli delle nostre nonne. Prima di tutto, la pentola: deve essere grande abbastanza da contenere comodamente la carne e le verdure, con acqua a sufficienza per coprire tutto. Meglio optare per l’acciaio, che mantiene stabile la temperatura. Non dimentichiamo poi che la cottura richiede pazienza: la fiamma va sempre tenuta bassa, perché il segreto non è far bollire furiosamente, ma lasciar sobbollire lentamente, così la carne rimane tenera e il brodo più limpido.
Gli aromi sono altrettanto importanti: carota, sedano e cipolla sono la base, a cui si possono aggiungere spezie e erbe a seconda delle tradizioni familiari. Attenzione al sale: non va mai messo all’inizio, ma verso la fine, per non irrigidire la carne. Durante le prime fasi della cottura è bene eliminare le impurità che salgono a galla: una piccola cura che rende il risultato finale più elegante. Infine, non abbiate fretta di servire: lasciare riposare la carne nel suo liquido di cottura aiuta le fibre a rilassarsi e la rende ancora più morbida e gustosa.