Pianta elegante, tropicale nell’animo e generosa nei colori: la Tibouchina urvilleana è originaria del Brasile, porta con sé tutto il fascino delle sue terre d’origine, con foglie vellutate e grandi fiori dal viola intenso che sembrano accendersi alla luce del sole. Ama il calore, la luce e un po’ di cura costante: in cambio riempie lo spazio di colore per mesi. Vediamo come prendercene cura.
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Cos’è la Tibouchina urvilleana, le caratteristiche
Per imparare a conoscere questa pianta, dobbiamo considerare le sue origini, che sono brasiliane, come detto poc’anzi, e osservare il suo portamento. I fiori viola sono intensi e sembrano cambiare sfumatura con la luce. L’arbusto ha un portamento con rami sottili che si piegano con grazia, come se seguissero il ritmo del vento. Le foglie, che sono grandi e leggermente vellutate, raccontano la sua origine tropicale: verdi, fitte, attraversate da venature che le rendono ancora più decorative.
Dalla fine della primavera fino all’autunno inoltrato la Tibouchina diventa un vero spettacolo, una fioritura lunga e generosa che accende terrazzi e aiuole. Non è un caso che venga chiamata con nomi che evocano l’eleganza e la regalità dei suoi petali. Per quanto però ami il sole e il caldo, soffre il freddo: sotto i dieci gradi è meglio proteggerla, spostandola in un luogo riparato o in serra. Nei mesi estivi, invece, si trasforma nella regina del giardino, piena di vita e di colore, pronta a rinnovare i nostri spazi, in vero stile giungla urbana.
Come coltivare la Tibouchina urvilleana
Ha un “carattere” deciso: cresce in modo rapido e si adatta solo se trova le condizioni ideali. Soprattutto dobbiamo essere pronti a seguirla, perché reagisce subito a ciò che la circonda. Predilige il caldo e un ambiente luminoso, ma non sopporta il vento freddo né i ristagni d’acqua. Quando però inizia a produrre nuovi getti con ritmo costante, si prepara a una fioritura generosa. Affinché ciò avvenga, ecco i consigli da seguire.
La coltivazione in vaso o in terra
In vaso o in piena terra, l’importante è darle il giusto equilibrio tra luce e protezione. Nelle zone dove l’inverno si fa sentire è meglio coltivarla in vaso: così, quando le temperature scendono, possiamo spostarla in un luogo riparato e continuare a osservare la sua bellezza. In casa o in veranda le basta una posizione luminosa, lontana dai termosifoni e dall’aria troppo secca. Un piccolo trucco? Qualche ciottolo umido nel sottovaso per mantenere l’atmosfera fresca e costante.
Il rinvaso va fatto a fine inverno, con un terriccio ricco ma leggero, ben drenato e mescolato a un po’ di sabbia. Ogni anno, man mano che cresce, conviene regalarle un vaso più grande: è da lì che dipendono la forza dei nuovi germogli e la durata della fioritura.
Al Sud o nelle regioni più miti, la Tibouchina dà il meglio di sé in piena terra, meglio se al sole ma in un luogo riparato dal vento, dove può trasformarsi in un cespuglio ampio e pieno di colore. Sul terrazzo, invece, dà un tocco di eleganza: una macchia viola che illumina l’estate e, con qualche attenzione, resiste fino ai primi freddi.
Esposizione e terriccio
La prima regola l’abbiamo già intuita: cresce bene dove la luce è abbondante e costante. Il posto migliore è quello che resta luminoso per buona parte della giornata, ma che nelle ore più calde le regala un po’ di tregua. Il sole diretto per troppo tempo tende a bruciare le foglie, soprattutto d’estate. Nei mesi caldi possiamo lasciarla all’aperto, in giardino o su un terrazzo riparato, mentre con l’arrivo del freddo va portata al coperto. Sotto i dieci gradi soffre, e se le temperature scendono ancora può perdere le foglie o bloccare la crescita. In casa si accontenta di una finestra ben esposta, ma lontana dalle correnti e dai termosifoni.
Il terreno dev’essere leggero e ben drenato, e quindi l’acqua non deve mai ristagnare. Un terriccio ricco, con un po’ di torba e sabbia o pomice, la fa stare bene e dà alle radici il modo di respirare. Vanno bene anche i terreni leggermente acidi, quelli che restano soffici al tatto e che lasciano scivolare via l’acqua in eccesso. Così la pianta si mantiene sana e pronta a prepararsi alla fioritura.
Ogni quanto irrigarla
Nei mesi in cui cresce e fiorisce, da marzo a circa ottobre in base al meteo, va bagnata con regolarità, controllando che il terreno resti sempre leggermente umido. Quando le giornate sono calde e asciutte, può servire anche un’annaffiatura al giorno, soprattutto se vive in vaso. L’importante è che l’acqua scorra bene e non resti mai ferma.
Durante l’inverno, le annaffiature vanno diradate. Ricordiamo di farlo almeno una volta alla settimana, giusto per evitare che il terriccio si secchi completamente. Se la teniamo in casa, possiamo aiutarla mantenendo un po’ di umidità nell’aria: basta un sottovaso con ciottoli o ghiaia, sempre umidi ma senza contatto diretto con le radici. Ogni tanto una leggera nebulizzazione sulle foglie le farà bene, soprattutto quando l’aria diventa troppo secca per via dei riscaldamenti.
Tibouchina urvilleana, quando fiorisce
La Tibouchina urvilleana fiorisce quando il caldo inizia a farsi stabile: tra la fine della primavera e l’estate i primi boccioli si aprono e, da quel momento, la pianta non si ferma più. Da giugno fino all’autunno inoltrato, nelle zone più miti, regala grappoli di grandi fiori viola, vellutati e luminosi, che sembrano cambiare sfumatura a seconda della luce.
Per mantenerla sempre al meglio, ricordiamoci delle piccole attenzione. I fiori appassiti vanno tolti regolarmente, così la pianta concentra le energie sui nuovi boccioli. Dopo l’inverno, una leggera potatura dei rami secchi o disordinati la aiuta a ritrovare la forma e la forza per ripartire. Durante la stagione calda, un concime liquido per piante da fiore, diluito nell’acqua ogni due settimane, le dà tutto ciò che serve per continuare a stupire. È una pianta generosa: se trova il suo equilibrio tra luce, calore e nutrimento, continuerà a fiorire trasformando balconi e giardini in piccoli angoli di meraviglia.