C’è un luogo, nel cuore verde dell’Emilia, dove smarrirsi non è una prerogativa ma quasi un obbligo. Tra filari infiniti di bambù ondeggianti e viali che si intrecciano, il Labirinto della Masone accoglie il visitatore come in un abbraccio.
Questo parco unico, il più grande labirinto di bambù al mondo, è nato dal sogno visionario di Franco Maria Ricci, editore e collezionista d’arte dal gusto impeccabile, che qui ha dato forma a una promessa fatta al grande Jorge Luis Borges.

Se amate i grandi spazi verdi, luoghi di meraviglia e perfezione come il Parco Giardino Sigurtà o i classici esempi di giardino all’italiana, qui troverete una dimensione ancora più sorprendente.
Varcare la soglia del Labirinto significa entrare in una dimensione sospesa, dove natura, arte e immaginazione si fondono in un’esperienza senza eguali.
Indice
Un sogno di bambù nel cuore dell’Emilia
Tra le nebbie invernali e le calde luci estive della pianura parmense, si distende un dedalo verde di oltre otto ettari. Il Labirinto della Masone, inaugurato nel 2015 nella tenuta di campagna di Ricci a Fontanellato, è un labirinto fisico e mentale, composto da più di 300.000 piante di bambù di specie diverse che svettano al cielo. Percorrendone i sentieri geometrici, disegnati con rigore classico dagli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, si ha la sensazione di entrare in un altro mondo: un borgo ideale nascosto tra canne smeraldine.

Nato da quella celebre promessa al maestro Borges, che dei labirinti amava il valore simbolico e la metafora della condizione umana, oggi questo luogo celebra dieci anni di meraviglia, rinnovando ogni giorno l’incanto del suo sogno di bambù diventato realtà.
Perdersi per ritrovarsi
In questo intrico elegante e seducente ci sono labirinti senza Minotauro e giardini colmi di delizie. Camminando tra i muri vegetali del Labirinto della Masone, il rumore del mondo svanisce: rimane solo il fruscio carezzevole delle foglie di bambù e il suono leggero dei propri passi sul sentiero. La luce gioca a nascondino tra i fusti verdi altissimi, creando un mosaico cangiante di ombre e bagliori sul pavimento di ghiaia.

Ci si può smarrire con serenità in questi corridoi naturali, sapendo che ogni svolta potrebbe regalare una piccola rivelazione come: uno scorcio di cielo improvviso, un angolo silenzioso dove meditare, un sentiero che invita a scegliere con curiosità la prossima direzione. Perdersi qui è un piacere sottile: significa abbandonare per un attimo la linearità del quotidiano e lasciarsi guidare dall’istinto, vivendo l’avventura come in un gioco da bambini, per poi ritrovarsi più ricchi di stupore.

Il cuore segreto del Labirinto
Superato il dedalo, al centro si apre un’inaspettata piazza segreta: un ampio spazio di circa duemila metri quadri incorniciato da eleganti porticati in stile classico. Qui sorge una cappella a forma di piramide, che emerge come un simbolo spirituale e geometrico tra le alte pareti verdi del labirinto.

Il contrasto tra la rigogliosa natura circostante e la perfezione simmetrica dell’architettura crea una scenografia mozzafiato: sembra di aver scoperto un antico santuario o una cittadella immaginaria, dove ogni elemento è studiato per stupire. Nei saloni affacciati su questa piazza incantata trovano dimora i tesori d’arte raccolti da Franco Maria Ricci: oltre cinquecento opere, tra dipinti, sculture e oggetti, dal XVI al XX secolo. Si incontrano sculture barocche del Seicento, busti neoclassici di impeccabile fattura, dipinti manieristi firmati da maestri come i Carracci e il Cambiaso. A fianco dell’arte figurativa, una biblioteca gioiello custodisce preziosi volumi di grafica e tipografia – omaggio alla passione bibliofila di Ricci e alla memoria di illustri stampatori come Giambattista Bodoni.

Ogni sala è un invito all’ammirazione: dall’estasi per la bellezza classica al fascino per il raro e il curioso, il visitatore si ritrova immerso in un percorso culturale che è parte integrante dell’esperienza del Labirinto.
L’uovo, lo scheletro e l’arcobaleno
Nell’anno del decimo anniversario, il Labirinto della Masone regala ai suoi ospiti un ulteriore viaggio nel viaggio: la mostra temporanea “Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno”, dedicata al genio visionario di Luigi Serafini. Inaugurata nella primavera 2025 e allestita in collaborazione con l’artista stesso, questa esposizione site-specific conduce il pubblico attraverso l’universo fantastico di Serafini, celebre per il suo Codex Seraphinianus, l’enciclopedia illustrata di un mondo immaginario, pubblicata per la prima volta proprio da Franco Maria Ricci nel 1981.

Il titolo enigmatico della mostra è una promessa di meraviglie: tre simboli che guidano i passi del visitatore tra opere oniriche e stravaganti. Si viene accolti da visioni sorprendenti: un grande uovo misterioso che sembra custodire segreti inespressi, figure evanescenti di scheletri che danzano tra ironia e bellezza, colori vivi come in un arcobaleno che irrompe sulla tela portando con sé il sorriso della fantasia.

Il percorso espositivo ripercorre la carriera dell’artista romano attraversandone tutte le fasi creative, dalle prime visioni antecedenti al Codex alle tavole originali di quest’opera di culto, fino alle creazioni più recenti. Il risultato è un’esperienza immersiva e giocosa, un omaggio affettuoso a un amico del Labirinto e un invito a guardare la realtà con gli occhi incantati del sogno.
Lusso e gusto tra i bambù
L’esperienza alla Masone non si esaurisce con arte e natura: ad attendere i visitatori ci sono anche piaceri gourmet e momenti di relax esclusivo. Nel complesso del Labirinto si trova infatti il Ristorante “Il Labirinto” by 12 Monaci, un tempio del gusto dove la tradizione parmense incontra la creatività contemporanea sotto la guida dello chef Andrea Nizzi.

Dopo aver nutrito lo spirito con tanta bellezza, ci si può abbandonare ai sapori: un pranzo elegante tra ricette locali rivisitate con estro, o una cena a lume di candela affacciati su scorci suggestivi del parco, per assaporare l’essenza del territorio in chiave gourmet. Per una pausa più informale ma altrettanto deliziosa c’è il Bistrò, ideale per uno spuntino veloce, un calice di vino o un caffè nella quiete verde. E per chi desidera prolungare la magia, il Labirinto offre due Suites di lusso nascoste nel cuore del complesso: ambienti raffinati, decorati con opere d’arte e arredi di design, dove ogni dettaglio è pensato per coccolare gli ospiti. Immaginate di svegliarvi all’alba in una di queste suite, con la luce che filtra tra i bambù e il silenzio surreale del labirinto tutt’intorno: è un’esperienza che sfiora il fiabesco.

Persino la tecnologia qui diventa poesia: per il decennale, un nuovo progetto di digitalizzazione del patrimonio culturale promette di arricchire la visita con contenuti immersivi e accessibili a tutti, senza intaccare l’atmosfera incantata ma anzi aggiungendo un tocco di modernità intelligente a tanta tradizione.
Il richiamo del Labirinto
Alla Masone ogni passo è un raffinato gioco dei sensi, un intreccio di emozioni che rimane nel cuore. Dal verde labirinto che invita a perdersi, alle sale museali che svelano tesori, dalle delizie del palato alle coccole di un soggiorno fuori dall’ordinario, tutto concorre a creare un ricordo indelebile.
C’è un’armonia sottile in questo luogo, un dialogo continuo tra passato e presente, tra natura e cultura, orchestrato con maestria dalla visione di Franco Maria Ricci. E mentre ci si incammina verso l’uscita, lasciando alle spalle il dedalo di bambù, si avverte forte il richiamo di questa esperienza: non un addio, ma un arrivederci carico di suggestione. Come un sussurro elegante, il Labirinto della Masone sembra dirci che la bellezza è pronta ad accoglierci di nuovo, ogni volta che sentiremo il desiderio di perderci.