Chi era Arnaldo Pomodoro, la storia del suo labirinto sotterraneo

Arnaldo Pomodoro, scultore del bronzo e amante delle geometrie che ha portato l'arte italiana nel mondo

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Paola Landriani

Lifestyle Editor

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Pubblicato: 23 Giugno 2025 10:28

Lutto nel mondo dell’arte e della scultura. Arnaldo Pomodoro, artista visionario, si è spento a 98 anni. Una notizia dolorosa, che arriva alla vigilia del suo 99esimo compleanno.

Conosciuto in tutto il mondo, Pomodoro ha fatto della sua arte un manifesto visivo senza pari: amante del bronzo, con cui creava sfere particolarissime, ha regalato all’arte contemporanea una nuova visione della complessità interna degli elementi.

Chi era Arnaldo Pomodoro

Nato a Morciano di Romagna il 22 giugno 1926, Arnaldo Pomodoro è stato uno degli scultori e orafi italiani più amati nel mondo. Dopo gli studi come geometra, ha iniziato a dedicare la sua vita alla passione per la scultura, proprio come il fratello minore Giorgio Pomodoro.

Il suo lavoro si è sempre concentrato sull’utilizzo dei materiali: prima l’oro e l’argento, per poi focalizzarsi sul bronzo, materiale preponderante delle sue installazioni. Nei primi anni ’60 si unisce, insieme a Lucio Fontana, al gruppo Continuità, e inizia a studiare le forme geometriche e i solidi.

Da lì, concretizza maggiormente la sua arte: il rame, elemento liscio in perfetta armonia con le linee geometriche esterne, nasconde al suo interno meccanismi complicatissimi tutti da capire e ammirare.

I suoi lavori sono stati installati all’interno degli spazi pubblici delle più belle città del mondo come Milano, Copenaghen, Los Angeles, Darmstadt, Dublino, ma anche ai Musei Vaticani, di fronte alle Nazioni Unite a New York e a Parigi. Nel corso della sua carriera ha anche lavorato a scenografie per il teatro, altra sua grande passione.

Il messaggio della fondazione Arnaldo Pomodoro

Nel 1995, Arnaldo Pomodoro costituisce una Fondazione che porta il suo nome: un luogo ideato per garantire la conservazione e la valorizzazione della sua opera lasciando spazio alla sperimentazione e allo studio dell’arte contemporanea.

“Non ho mai creduto alle fondazioni che celebrano un solo artista come unicum. L’artista è parte di un tessuto di cultura, il suo contributo attivo non può venire mai meno ed è per questo che ho concepito la mia Fondazione come un luogo attivo e vivo di elaborazione culturale, oltre che come centro di documentazione della mia opera, capace di fare proposte originali e non solo di conservare passivamente” aveva raccontato Pomodoro parlando del suo progetto.

Arnaldo Pomodoro con una delle sue opere
IPA
Arnaldo Pomodoro con una delle sue opere

Ed è stata proprio la Fondazione ad annunciare la scomparsa dell’artista, venuto a mancare il 21 giugno 2025 a un giorno dal suo 99esimo compleanno: “Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il Maestro lascia un’eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l’intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa” ha scritto la Direttrice generale Carlotta Montebello.

Il labirinto sotterraneo di Arnaldo Pomodoro

Tra le opere più affascinanti lasciate da Arnaldo Pomodoro c’è il Labirinto, nascosto nei sotterranei della Maison FENDI di Milano, in via Solari.

Ideato nel 1995 e riaperto al pubblico solo il 20 marzo 2025, il Labirinto si presenta come un ambiente immersivo di 170 metri quadrati per un’altezza di 3 metri e 80. Realizzato in vetroresina e rame, con una finitura bronzo – il materiale simbolo del Maestro – è ispirato all’epopea di Gilgamesh e pensato come un viaggio fisico e simbolico nel cuore della materia.

Il labirinto sotterraneo di Arnaldo Pomodoro
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Il labirinto sotterraneo di Arnaldo Pomodoro

Il percorso si sviluppa in tre stanze collegate, dove si cammina tra segni arcaici, bassorilievi, porte rotanti e citazioni incise, per immergersi in un’opera che è manifesto vivente della sua visione artistica. “Il tempo è trasformato in spazio e lo spazio a sua volta diventa tempo”, diceva Pomodoro. E in effetti, nel silenzio sotterraneo di quest’opera, il tempo sembra davvero sospendersi.