Drunkorexia: cause, sintomi e conseguenze

Un pericoloso disturbo del comportamento alimentare tipico di adolescenti e giovani, spesso associato all'anoressia: conosciamo meglio la drunkoressia

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Stella Galbiati

Biologa Nutrizionista

Biologa Nutrizionista laureata nel 2015 in Scienze della Nutrizione Umana. Si occupa di corretta alimentazione.

Che si voglia considerare una moda o un semplice disturbo alimentare, la drunkorexia (o drunkoressia), neologismo anglofono ottenuto dall’unione tra i termini “drunk”-ubriaco e “orexia”-anoressia, indica un fenomeno psicologico-alimentare molto diffuso tra gli adolescenti e i giovani, che impatta in modo decisamente negativo sullo stato di salute.

Cos’è la drunkoressia

La drunkoressia è un disturbo alimentare diffuso negli ultimi anni tra gli adolescenti ed tra i più pericolosi e poco conosciuti. Appartiene alla categoria dell’anoressia e della bulimia ed il termine, che è stato coniato negli Stati Uniti, indica un atteggiamento per cui si ha minimo introito quotidiano di cibo rispetto ad una maggiore assunzione di alcolici. Gli alcolici, infatti, grazie alla loro composizione chimica procurano,  un buon senso di sazietà ma senza avere valore nutrizionale (quantità di macro e micro-nutrienti).

Tale comportamento si verifica prevalentemente nelle ore serali e notturne e porta i soggetti che ne soffrono ad assumere le cosiddette “calorie vuote” dell’alcool. Tale “alimento” apporta un discreto quantitativo energetico (7 kcal/g, rispetto alle 4 kcal di carboidrati e proteine e alle 9 dei grassi) e dà un certo senso di sazietà ma, se non è associato ad una buona dose alimentare che ne limiterebbe l’assorbimento gastrico, entra in circolo più rapidamente, anticipando il senso di “ebrezza” e al manifestarsi dei sintomi tipici.

Non si tratta quindi di un atteggiamento finalizzato alla rinuncia del cibo e alla non assunzione di calorie: l’obiettivo è quello di bere alcolici per contenere ansie e stress, essere più disinibiti, ed euforici. In poche parole, farsi “accettare dal gruppo”.

La perdita di peso, quasi sempre, associata a questo disturbo può diventare anche motivazione anoressizzante. Dimagrire, unito alla convinzione che l’alcool possa vincere la fame, diventa, perciò, lo scopo principale. Come già detto, infatti, è considerato una variante dell’anoressia, in quanto possiede gli stessi criteri diagnostici: diminuzione ponderale, rifiuto del cibo con conseguenti rischi correlati (patologie renali, neurologiche, cardiovascolari e amenorrea), disturbi dell’apparato gastro-intestinale, danni al fegato ed al cervello, cardiopatie. A ciò si aggiungono le complicazioni di tipo psicologico caratteristiche: disturbi del sonno, sintomi depressivi, stress.

Come per altri disturbi del comportamento alimentare, si sceglie di punire il corpo manifestando una forma di controllo su di esso.

Quali sono i sintomi della drunkoressia?

Risulta difficoltoso individuare rapidamente questo disturbo perché i sintomi più comuni si sovrappongono ad un altro fenomeno particolarmente diffuso e di moda tra i giovani: il cosiddetto binge drinking, ovvero “l’abbuffata di alcol”.
“Se mi ubriaco solo una volta a settimana che vuoi che succeda?”

Definito da Wechsler come “l’assunzione di cinque o più drink alcolici in una stessa serata da parte degli uomini e quattro o più per le donne”, il binge drinking, è l’espressione di una moda giovanile particolarmente diffusa tra i ragazzi di 18-24 anni che ha come scopo l’ubriacatura rapida con conseguente perdita di controllo del proprio fisico e dei propri atteggiamenti. Questa è erroneamente considerato un modo per contenere i danni, ormai noti, dell’alcool sul fisico, consumandolo in grosse quantità e in un lasso di tempo breve.

I sintomi più evidenti della drunkoressia sono spesso associati ad altri atteggiamenti quali il saltare i pasti, consumare eccessive quantità di alcool e svolgere un eccessivo esercizio fisico.

Questi comportamenti hanno effetti molto dannosi sul fisico, portando il soggetto a manifestare sintomi quali:

  • Vomito.
  • Respirazione irregolare.
  • Estrema confusione mentale.
  • Coma etilico, nei casi più gravi.
  • Intossicazione da alcool.
  • Pericolo di contrarre malattie sessualmente trasmissibili a causa della mancanza di controllo della persona sotto effetto dell’alcool.
  • Danni neurologici.
  • Gravidanze indesiderate, per rapporti non protetti durante l’assunzione di alcool.

In particolare, in questo caso specifico, il mancato “effetto tampone” che il cibo ha nei confronti dell’alcool, permette a questo di entrare in circolo rapidamente, rendendo il fegato più sensibile a sviluppare steatosi epatica (il fegato grasso), cirrosi e tumore. Inoltre, per quella componente di anoressia insita nell’abitudine della ‘drunkoressia’, aumenta, soprattutto tra le giovani, la percentuale di rischio per osteoporosi, alterazioni cardiache e amenorrea.

Nel lungo periodo, questo disturbo genera, inoltre, un grave problema sociale. Le persone affette possono  venirsi a trovare nelle condizioni di incapacità di svolgere qualsiasi attività quotidiana, lavorativa e di gruppo. Per non dimenticare l’impatto che hanno in termini di assistenza, che spesso i familiari non possono fornire. Infine, venendosi trovare in uno stato di incoscienza, possono divenire pericolosi.

In aggiunta, le persone ammalate di “drunkoressia” cercano di nascondersi e di non fare conoscere la loro malattia che, spesso è di difficile individuazione o è nota solo a pochi intimi. E’ necessario, invece, mettere a conoscenza dei cittadini che esistono strutture dedicate alla cura delle malattie causate dall’abuso di alcol, di cui questa fa parte, disseminate in tutto il Paese (Centri alcolisti anonimi, AUSL, ospedali, CUFRAD, ecc.) i cui indirizzi si possono trovare navigando in Internet.

Le cause della drunkoressia

Dagli studi svolti fino ad oggi si può dire che lo sviluppo della drunkoressia nei giovani è dovuta ad una percezione del sé distorta,  combinata con i modelli di immagine, corpo e bellezza proposti dai social network.

Gli studi svolti dal Prof. Dipali V. Rinker, assistente di ricerca presso il dipartimento di psicologia dell’Università di Houston, hanno rilevato che, per gli studenti universitari da lui testati, la drunkoressia serve per far circolare più rapidamente l’alcol nel corpo con conseguente euforia ed ingerimento inferiore di alimenti. Soprattutto per le studentesse comprese i 18 e i 23 anni questo è un metodo per “far dieta”, ovvero per perdere peso rapidamente. In alcuni casi, addirittura, si assume alcool per provocare vomito e quindi, la conseguente espulsione di cibo. Un’altra motivazione di questo disturbo, abbracciata dalle giovani universitarie, sembrerebbe essere il risparmio di denaro per acquistare i cibi e il tempo per cucinarli.

L’alcol, inoltre, è utilizzato come anti-stress per contenere l’ansia e la depressione. Questi aspetti, rendono la drunkoressia un disturbo che si incastra benissimo con la nostra società. Infatti, è sempre più diffusa ed evidente la necessità di essere all’altezza in ogni situazione, di rispettare i canoni di bellezza che il mondo mediatico ci propone. Potremmo dire che è l’anoressia dei nostri tempi, in cui il bisogno di apparire sempre più magre (che non significa essere in forma) si lega con il bisogno di mostrarsi sempre più sicuri di sé e disinibiti, e questo è il compito dell’alcol.

Il legame tra uso di sostanze alcoliche, successo nelle relazioni, senso di appartenenza all’interno del gruppo sociale e felicità del singolo, lo rappresentano pienamente.

Attualmente, in Italia, molte realtà comunali hanno attuato delle politiche per arginare il fenomeno della diffusione e dell’abuso dell’alcool tra i giovani tra cui restrizioni orarie e giornaliere al consumo.

Come si gestisce la drunkoressia?

Stop agli alcolici per tutti gli adolescenti? Un solo bicchiere nel weekend per i giovani? Non vendere alcolici dopo le 18.00? Forse non vale la pena porre limiti legislativi per ridurre il fenomeno ma, piuttosto, investire su una buona educazione alle conseguenze di un uso smodato di alcolici. È anche auspicabile combattere la cultura dello “sballo”, cioè di un divertimento possibile solo se associato a comportamenti eccessivi e trasgressivi.

Molti studi scientifici, infatti, affermano che gli alcolici, se assunti con moderazione e tenendo conto del sesso e dell’età, possono avere degli effetti benefici. A tal proposito è molto famoso il “paradosso francese”: un insieme di studi la cui tematica fondamentale è l’effetto positivo del resveratrolo (sostanza contenuta nell’acino di uva nera) sul benessere cardiaco e sulla funzionalità anti-aging cellulare.

D’altro canto, la scienza sottolinea come il nostro fegato non abbia ancora sviluppato gli strumenti idonei per metabolizzare l’alcool in età adolescenziale; un consumo di alcolici in tale età crea, infatti, notevoli danni al nostro apparato digerente e al sistema nervoso.

Come uscire dalla drunkoressia?

Trovare uno stile di vita sano ed equilibrato, astenendosi dall’alcool, è la strada più corretta per guarire da questo disturbo ma, ovviamente, non è la più semplice.

Come per tutti i disturbi del comportamento alimentare, un sostegno psicologico/nutrizionale e un lavoro in equipe tra esperti, rappresenta il metodo corretto con cui affrontarlo. Questi team consigliano la moderazione piuttosto dell’eliminazione.

Riprendere ad alimentarsi, mangiando poco e spesso, cercando di assumere la giusta quantità di carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali, variando la tipologia di alimenti e limitando così la necessità di bere, sono la soluzione ideale.
Non solo, allenarsi regolarmente contribuisce a gestire le tensioni, a combattere lo stress e le ansie che potrebbero sfociare in eccessi. Programmare, quindi, una buona attività fisica, iscrivendosi a corsi di ginnastica, effettuare escursioni a piedi o in bicicletta, fare jogging in mezzo alla natura in compagnia di un amico/amica, possono essere dei notevoli aiuti. Circondarsi, infatti, di persone che possano supportare, incoraggiare e consigliare, può ridurre notevolmente i tempi di ripresa.
Inoltre, se proprio non si vuole eliminare completamente il consumo di alcool, in ogni caso dannoso, è preferibile assumere alcolici a bassa gradazione e con un basso apporto di calorie.

Un aiuto psicologico tramite uno psicoterapeuta o per mezzo di gruppi di supporto può essere, inoltre, molto utile per far riconoscere ai pazienti i propri limiti e le conseguenze dei comportamenti negativi derivanti dall’assunzione di alcool in modo sconsiderato.

Fonti bibliografiche