Miele: quale scegliere, proprietà e controindicazioni

Ogni regione italiana ha un suo miele. Ecco caratteristiche, odori e sapori di quelli più conosciuti

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Con il suo sapore inconfondibile, il miele è un alleato per la nostra salute in ogni periodo dell’anno. D’estate come energizzante, in inverno come coadiuvante nei trattamenti delle sindromi influenzali per combattere tosse e mal di gola. Una sostanza naturale straordinaria spesso considerata alla stregua di un dolcificante, ma che in realtà costituisce un vero e proprio alimento, tanto che mangiare pane e miele può equivalere all’assunzione di un pasto completo grazie alle sue centinaia di nutrienti e oligoelementi.

Le proprietà per la salute

Già ampiamente conosciuto come rimedio utile nella tradizione italiana per combattere influenza e raffreddore, oggi un lavoro condotto presso la Oxford University, e pubblicato sulla rivista BMJ Evidence-Based Medicine, ha svelato che il miele potrebbe rivelarsi più utile dei farmaci da banco (come sciroppi per la tosse, analgesici ed espettoranti) per dare sollievo a tosse, mal di gola e malanni delle vie respiratorie. Lo studio si è basato sull’analisi dei dati di 14 ricerche precedentemente pubblicate su infezioni delle vie respiratorie superiori, per un totale di 1761 individui, bambini compresi. Anche se per confermare questi risultati – sottolineano i ricercatori – sono necessari nuovi studi di alta qualità.

Un ottimo alimento anche per le persone anziane grazie alla sua alta digeribilità, nei pazienti oncologici, in gravidanza e allattamento, nei ragazzi e per gli sportivi per le sue azioni rinvigorenti. 

Tanti tipi di miele

Ogni regione italiana ha un suo miele, perché ogni terra ha i suoi fiori, che variano con il variare del clima e della configurazione geografica. Esistono, dunque, mieli di montagna, mieli di collina e di pianura, tanto diversi tra loro nei gusti, aromi e colori.

Ecco, di seguito, i più conosciuti con le relative caratteristiche organolettiche.

Miele di rododentro

È il più tipico miele di montagna, sicuramente il più ricercato. È presente in Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e possiede il più alto contenuto di glucosio e di saccarosio, una caratteristica che lo rende estremamente dolce con un fine aroma di marmellata di frutti di bosco. Dopo alcuni mesi dalla raccolta, passa spontaneamente da liquido (caratterizzato da un colore da trasparente a giallo paglierino chiaro) a cristallino: in questo caso, il colore varia da bianco a beige chiaro. L’odore è molto debole, leggermente pungente, vegetale, di muschio. 

Recentemente, questa varietà di mele è stata sotto l’attenzione della Commissione europea per l’elevata presenza di tossine capaci di provocare reazioni quali sudorazione, vomito, vertigini, debolezza agli arti e intorno alla bocca e abbassamento della pressione sanguigna. Tuttavia, come spiega l’esperta di miele Lucia Piana in questo articolo, nel caso della varietà alpina in effetti non risultano studi scientifici ad hoc, ma va detto che non è mai stato registrato nessun caso di intossicazione, per cui è ragionevole pensare che le nostre varietà non contengano quella tossina.

Miele di castagno

Liquido, dal colore ambrato più o meno scuro e con retrogusto un po’ amaro, il miele di castagno ha il più alto contenuto in fruttosio. Cristallizza molto lentamente, con tonalità rossiccio-verdastre nel miele liquido e marrone nel cristallizzato. L’odore è intenso, aromatico, pungente, di legno secco, di tannino. Ha un aroma intenso e molto persistente.

Miele di melata di abete

Dolce, con leggero retrogusto amaro e resinoso, questa varietà di miele possiede una sua preziosa caratteristica nutrizionale, assente negli altri mieli di montagna: una generosa dose di un carboidrato trisaccaride: il melezitosio. Contiene anche una discreta dose di isomaltosio, un carboidrato sempre più utilizzato come dolcificante naturale a basso valore calorico in sostituzione di dolcificanti chimici artificiali. Il suo odore è balsamico, di legno, di resina, di foglie secche bagnate. Il sapore è meno dolce e meno acido dei mieli di nettare. 

Miele millefiori

Come indica il nome stesso, proviene da fiori di specie diverse che possono avere origine in varie zone (collinari, montuose o pianeggianti) e dunque con caratteristiche uniche e irripetibili: profumo e sapore possono avere note diverse, che cambiano a seconda della zona di produzione. Al palato la sua scala aromatica è estremamente ampia e peculiare e può riservare sorprendenti aromi, mai uguali tra loro. Il metodo di produzione influisce molto sulle proprietà antibatteriche e antiossidanti del miele, per questo è bene acquistare un prodotto grezzo e fresco, cioè non sottoposto a lavorazione industriale.

Miele di acacia

Ha un sapore molto dolce, grazie alla buona dose di saccarosio e di maltosio, con un aroma delicato e poco aromatico, tipicamente vanigliato. Il miele di acacia resta liquido a lungo e ha un colore da quasi incolore a giallo paglierino chiaro. Il suo odore ricorda il profumo dei fiori di robinia, l’odore di cera nuova.

Miele di agrumi

Il miele di agrumi comprende tutti i mieli di arancio, limone, mandarino… Il sapore è dolce, talvolta acido, con un colore bianco, giallo, chiaro. Il miele fresco ha un odore intenso che ricorda il profumo fragrante dei fiori di zagara.

Miele di sulla

Poco conosciuta, la sulla è una pianta spontanea coltivata come foraggea. Il miele ricavato ha un sapore dolce e un aroma debole, di fieno, con ricordo di noci fresche. Il miele di sulla ha un gusto di datteri, di torrone. Alla raccolta è liquido, poi si cristallizza e il colore varia da bianco ad avorio. È anche il miele più ricco di saccarosio e di maltosio.

Una grande scelta di varietà con odori e sapori diversi, dunque. Durante l’acquisto è consigliato orientarsi verso quelli a produzione artigianale, non sottoposti a procedimenti industriali necessari per lo stoccaggio e la commercializzazione su larga scala. E a condizione che vengano prodotti in modo naturale e non forzato, dal quale si otterrebbe un prodotto di dubbia qualità dal punto di vista organolettico.

Le controindicazioni?

Non sono molte. Gli esperti sconsigliano l’assunzione di miele a chi ha la diarrea e a chi soffre di rettocolite ulcerosa o morbo di Crohn, per le sue proprietà lassative. No, naturalmente, se sei allergica e nel diabete scompensato.