Conoscere la curcuma: proprietà e controindicazioni

Polvere dal colore giallo intenso, utilizzata da sempre per il suo sapore riconoscibile e per i suoi innumerevoli usi. Benefici e controindicazioni

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Luana Trumino

Editor specializzata in Salute & Benessere

Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana, da oltre 15 anni scrive di benessere, occupandosi prevalentemente del rapporto tra nutrizione e salute.

Pubblicato: 8 Febbraio 2016 17:29Aggiornato: 8 Luglio 2022 15:51

Le azioni positive della curcuma (o turmeric) sul corpo umano sono note fin da tempi antichissimi, tanto che veniva già utilizzata secoli fa dalla medicina indiana dell’ayurveda. Oggi rappresenta forse la spezia più popolare nel mondo occidentale non solo per il suo caratteristico sapore, ma soprattutto per i benefici capace di apportare all’organismo. 

Il merito è della sua curcumina, che fa parte della categoria dei curcuminoidi, ed è responsabile del vibrante colore giallo che le ha conferito anche il titolo di “polvere d’oro”. Da tempo sotto la lente degli scienziati, ne sono state studiate le proprietà curative, evidenziando il suo potente effetto antimicrobico in grado di coadiuvare l’organismo nel contrastare virus e batteri. Ma non solo.

Le capacità antinfiammatorie

In base agli studi svolti, pare che la curcumina abbia numerosi effetti positivi sull’organismo, dovuti anche alla sua attività antinfiammatoria (che sembra riflettersi positivamente anche sullo sviluppo e sulla crescita dei tumori). Per questo motivo è spesso raccomandata soprattutto a chi soffre di artrosi o di artrite: le sue capacità antinfiammatorie e antiossidanti sono indiscutibili e ampiamente documentate. 

Una miniera di antiossidanti

Delle sue molecole ad azione antiradicali liberi dell’ossigeno ricche di ORAC può giovare tutto l’organismo, soprattutto sistema cardiocircolatorio e tessuto nervoso. A tal proposito, si sta studiando la possibilità della curcumina di interferire con la formazione e la progressione delle placche ß-amiloidi, alla base dell’insorgenza del morbo di Alzheimer. La curcumina si è dimostrata un valido aiuto per ritardarne la inevitabile progressione.

Un aiuto per l’intestino

Anche l’apparato digerente risente positivamente dell’uso di questa spezia. La curcuma, infatti, stimola la secrezione biliare e facilita il suo deflusso verso l’intestino. Inoltre, interviene anche come regolatore della microflora batterica, con azioni positive dunque sul nostro microbiota.

L’azione sedativa

Infine, tra i maggiori studi degli effetti della curcumina sul nostro organismo ci sono quelli contro l’ansia e lo stress, in cui la spezia può intervenire mitigandone l’intensità.

Un prodotto della natura dalle mille virtù, quindi, i cui effetti possono essere disattesi se non si abbina ai giusti alimenti. Perché se è vero che aggiungere la curcuma ai piatti di tutti i giorni è un’abitudine buona, oltre che gustosa, il problema principale dell’utilizzo della curcumina a scopo medico è dato dalla scarsa biodisponibilità (percentuale che raggiunge inalterata il flusso sanguigno) di questa molecola quando viene assunta per via orale. La curcumina, infatti, una volta ingerita, viene escreta molto rapidamente, così non tutti i tessuti possono rimanere a contatto con questa sostanza abbastanza a lungo da poterne beneficiare. 

Come rimediare? Per essere biodisponibile, deve essere sempre associata a spezie di tipo piccante, come il pepe nero o il peperoncino, così come avviene da millenni nelle miscele di spezie in uso nei paesi del medio ed estremo Oriente. In questo modo è possibile aumentare la biodisponibilità della curcumina fino al 2000%, il che significa potenziare anche gli eventuali effetti positivi del principio attivo contenuto nella “polvere d’oro”. 

Come sostengono gli esperti di Humanitas, però, la curcuma può interferire con l’assunzione dei farmaci che rallentano la coagulazione del sangue. È dunque importante parlarne con il proprio medico prima della sua assunzione.