Cos’è il Senior co-housing e perché fa bene alla società

Condividere gli spazi è un modo per trascorrere una vecchia serena e per annullare il senso di solitudine

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Vivere insieme, nella stessa struttura, condividendo spazi comuni e avendo l’opportunità di trascorrere del tempo in compagnia. Il Senior co-housing è una pratica che sta prendendo sempre di più piede e che offre tantissimi vantaggi per chi la sfrutta.

E, oltre a far bene a chi la vive in prima persona, fa bene alla società dando vita a possibilità di condivisione che annullano i problemi di solitudine e aiutano ad affrontare la vecchiaia in maniera più serena.

Se la salute aiuta, infatti, questa fase della vita può essere un momento da trascorrere serenamente, magari spartendo con altri i propri spazi. E questo è fondamentale perché, oltre a farsi compagnia, ci si può aiutare e supportare nei momenti di bisogno.

Cosa è il Senior co-housing e quali sono i suoi vantaggi

La vecchiaia è una fase della vita che può far paura. Perché, con il trascorrere del tempo, i timori aumentano e alcuni di questi possono riferirsi alla solitudine che, magari, arriva dopo il raggiungimento della pensione. Il tempo si dilata, le possibilità di socializzazione diminuiscono e si corre il rischio di trascorrere troppo tempo da soli.

Se a questo si aggiunge il fatto che, magari, si è più stanchi e che le incombenze possono diventare delle fatiche, si può comprendere in che modo il Senior co-housing possa essere una valida alternativa abitativa.

Si tratta della possibilità di dividere gli spazi con altre persone (in genere over 65 anni), ovvero aree comuni all’interno di strutture che sono state realizzate appositamente. Un modo per avere compagnia, per azzerare il senso di solitudine, ma anche per darsi reciproco aiuto in caso di necessità.

Il Senior (o Silver) co-housing è una pratica che in alcuni paesi del mondo è già diffusa e che viene declinata in maniera diversa, andando a creare svariate esperienze. Tra amici che decidono di dividere la casa, a strutture più complesse dotate di spazi comuni dove trascorrere del tempo in compagnia. Di base il co-housing prevede la presenza di abitazioni indipendenti e di servizi comuni.

I suoi vantaggi non sono pochi e fanno bene alla nostra società: condividere gli spazi comuni con altre persone aiuta a mantenere attivi, infatti ci si può aiutare vicendevolmente. Inoltre, non si è mai soli e questo è fondamentale in un momento della vita in cui, per tante ragioni, è facile sentirsi tali.

Co-housing per la terza età: perché ci piace

Ma com’è la situazione italiana? Mentre negli Stati Uniti e in altri paesi di Europa questa forma di condivisione abitativa ha già preso piede, in Italia il co-housing per la terza età non è ancora molto sviluppato. A tracciare una mappa della situazione è stata – ad esempio – una ricerca finanziata da Fondazione Cariplo che mostra come il nostro paese sia ancora per certi versi indietro.

Guardando alle singole regioni emerge che in alcune si è ancora alla fase di studio o approvazione di politiche in tal senso, mentre altre sono oggetto di invito formale alla sperimentazione. Non mancano realtà territoriali in cui vi sono già delle leggi.

Anche in Italia, comunque, vi sono delle esperienze di Senior co-housing, che sono una valida alternativa a quelle più tradizionali, come le case di riposo o le residenze sanitarie assistenziali.

Trascorrere del tempo assieme, pur mantenendo la propria indipendenza e la propria privacy, è un modo per migliorare la qualità della vita e affrontare una vecchiaia serena, ma anche stimolante e divertente. Senza lo spettro della solitudine.