La narrazione di sé come cammino

Joanne Roan ha percorso interamente la Via Francigena del Sud dove ha trovato una forte rete di solidarietà femminile soprattutto per l'accoglienza pellegrina

Foto di Ilaria Canali

Ilaria Canali

Walk experience designer

I diari sono vivi e camminano sui passi delle “Ragazze in Gamba”, community della “Rete Nazionale Donne in Cammino” che, con il sostegno dell’Archivio Diaristico Nazionale, ha lanciato con successo il primo esperimento di narrazione corale al femminile su una via di pellegrinaggio. È nata la “Staffetta Letteraria Pellegrina” delle Ragazze in Gamba, format narrativo con la missione di dare voce alle storie di tante donne in cammino con il “Road to Rome”. Ecco la mia intervista a Joanne Roan che ha percorso interamente la Via Francigena del Sud dove ha trovato una forte rete di solidarietà femminile soprattutto per l’accoglienza pellegrina.

Joanne Roan quando parte in cammino lo fa in modo “ortodosso” direttamente dal portone di casa, a Chiavari, dove abita, e da lì verso il mondo. Joanne, di origine canadese, vive da molti anni in Italia. Ha all’attivo migliaia di km a piedi dal 2015. Racconta i suoi viaggi nel blog e ha deciso di aderire alla “Staffetta Letteraria Pellegrina” della “Rete Nazionale Donne in Cammino” percorrendo il “Road to Rome” da Roma fino a Santa Maria di Leuca. Ha firmato il Manifesto delle “Ragazze in Gamba” prima di partire, per diventare una delle voci del racconto corale del “Diario delle Ragazze in Gamba sulla Via Francigena”, innamorata sia del progetto sia del fatto che il diario sarebbe stato consegnato al Museo del Piccolo Diario di Pieve Santo Stefano. Joanne è la “ragazza in gamba” che ha percorso interamente la Via Francigena del Sud: 870 km in 37 giorni, tra il 12 settembre e il 18 ottobre 2021.

Joanne, chi sei? Da dove vieni? Che legame hai con il cammino?
Sono Joanne, di origine canadese, ma ligure e toscana di adozione. Ho iniziato ad interessarmi ai cammini quando ho cominciato a passare le estati in campagna vicino a Buonconvento, perché la Via Francigena passa in fondo alla nostra stradina, ad un chilometro e mezzo da casa mia. Vedevo passare delle persone con lo zaino, e qualche volta nell’anno del Giubileo, il 2000, addirittura con una croce di legno in spalle e mi chiedevo chi fossero e cosa facessero. Ho comprato dei libri sulla Via Francigena, ma l’ho percorsa solamente nel 2015, quando ormai i miei figli erano grandi e non avevano più bisogno di me a casa. A settembre/ottobre del 2015 ho camminato da casa mia a Chiavari fino a Roma, 600 chilometri. L’anno successivo sono partita di nuovo da casa, in direzione Santiago, e ho percorso tutto il cammino di Santiago da casa mia fino a Finisterre in 4 anni in quattro parti, tra il 2016 e il 2019.

Ti senti una Ragazza in Gamba? Se si, in che modo lo sei o speri di esserlo?
Mi sento una “Ragazza in Gamba” perché le mie gambe mi hanno portato, ora posso dirlo, su tutta la strada che c’è tra Santa Maria di Leuca e Porto! Già dopo il mio primo cammino mi sentivo più forte e avevo più coraggio: quando affrontavo una qualsiasi difficoltà, mi dicevo, “se io posso arrivare da casa mia fino a Roma a piedi, potrò superare anche questo problema!” Il mio primo cammino era stato anche il mio primo viaggio da sola, ma ora non ho più nessun problema a viaggiare da sola; dopo aver camminato in Francia trovando modo di riuscire a dormire e mangiare anche nei villaggi più remoti e spopolati sul cammino verso Santiago, non ho più paura di rimanere senza cibo o senza un tetto, ma confido nella mia abilità di organizzarmi qualsiasi viaggio da sola. Inoltre ho imparato esattamente quanto posso camminare in un giorno, quali sono i miei limiti fisici, e come dosare e ottimizzare le mie energie.

Joanne Roan Ragazza in Gamba

Parliamo della scrittura in cammino e del progetto della “Staffetta Letteraria Pellegrina”
Ho voluto partecipare perché mi è capitato a giugno di quest’anno, percorrendo la “Via di Francesco”, di fermarmi a Pieve Santo Stefano per visitare il Piccolo Museo del Diario. Mi ha entusiasmata molto e quindi ho colto al volo l’occasione per contribuire ad un progetto della Rete Nazionale Donne in Cammino che collaborava con loro. Dal 2015 ho sempre scritto il mio blog al termine di ogni giorno in cammino e in questa occasione in molte tappe ho avuto il doppio compito di scrivere non solamente il blog, ma anche il “Diario delle Ragazze in Gamba”.

Camminare cosa significa per te?
Camminare significa osservare e sperimentare in prima persona il nostro territorio molto da vicino. Già lo scorso inverno abbiamo avuto occasione di scoprire il cosiddetto cammino di prossimità, camminando all’interno del nostro Comune quando erano in vigore i limiti sugli spostamenti; ora che questi limiti non ci sono più, è rimasto il desiderio di vivere i luoghi che abbiamo la fortuna di avere vicino a noi qui in Italia, lentamente, muovendoci alla velocità dei nostri passi. Speriamo che le persone continueranno a partire a piedi, dalle proprie case o comunque da luoghi vicini, piuttosto che sentire come prima il bisogno frenetico di prendere l’aereo per raggiungere luoghi di turismo di massa che sono fisicamente e culturalmente distanti da noi.

Amicizia, donne, cammini. Vanno bene insieme?
Vanno bene insieme, assolutamente! Il fatto di appartenere al gruppo delle “Ragazze in Gamba” fornisce una chiave per formare subito un legame di amicizia con le altre Ragazze in Gamba che si incontrano lungo il cammino. Come in generale il fatto di essere pellegrina/viandante/camminatrice fornisce comunque una chiave per forgiare nuove amicizie lungo le antiche vie di pellegrinaggio! Oltre alle altre Ragazze in Gamba e le camminatrici, ho incontrato donne fantastiche nei vari luoghi che abbiamo attraversato. Mi ha colpito il fatto che molte delle autorità che ci hanno accolte nei vari centri abitati erano donne: sindache, vice-sindache, assessori. In alcuni comuni del Sud d’Italia queste figure erano tutte donne! Inoltre siamo stati accolti da tante ospitaliere: Fernanda della “Casa del Pellegrino” a Buonalbergo, Maria, Natalina che mi ha ospitata in casa sua, Adele Mintrone, un’altra Ragazza in Gamba che con il suo Comitato della Via Francigena del Sud – Corato mi ha “adottata” facendomi da angelo custode per le tappe che ho fatto da sola sulla Direttrice Troiana fra Troia e Bari, trovandomi sempre un’accoglienza, una guida locale alla città e quando necessario un passaggio per saltare qualche chilometro alla fine di quelle tappe lunghissime che ho fatto a piedi, cercando di mantenere la stessa velocità del gruppo “Road to Rome” in bicicletta! Poi, nei giorni finali del cammino, Maria Grazia Bello di Tricase, che ha ospitato alcuni pellegrini del nostro gruppo a casa sua.