Emma Maria Mazzenga, classe 1933, è un’ex professoressa di scienze padovana che ha riscritto la storia dell’atletica leggera master. Dopo aver ripreso a correre a 53 anni, nel 1986, quando molti iniziano a cercare scuse lei ha trovato la pista e non si è più fermata. Nel 2024 a 91 anni ha collezionato record e vittorie che la rendono un’icona dell’invecchiamento attivo.
Mi ricordo una mattina, nel periodo in cui andavo sull’argine a Dolo alternando corsa (lenta) a camminata (veloce), c’era sempre lei, una signora, anziana, sembrava, ma porca miseria, correva come una scheggia, mi dava sempre la pista, sempre. Io arrancavo col fiatone, e lei filava via con passo leggero, maglietta colorata addosso e sorriso stampato in faccia, come se la fatica fosse un privilegio. Chiamavo mio marito al telefono e gli dicevo: “Oh ma tu non puoi capire, c’è una signora che tutte le volte, mi svernicia! Sembra abbia 80 anni, ma corre come se ne avesse 20. E mi saluta pure!”. La vedevo sempre alla stessa ora, tipo alle otto, precisa, una macchina.
Mi aveva colpito che indossasse ogni giorno magliette diverse, tutte di società sportive, con numeri appuntati come se fosse appena uscita da una gara o stesse andando a vincerne un’altra. Poi un giorno ho scoperto chi era. Non era una runner qualunque, era EMMA MARIA MAZZENGA: la nonna più veloce del mondo, classe 1933. Altro che anziana, era un razzo, un mito con le scarpe da ginnastica.
Una leggenda col sorriso sulle labbra. E io, che pensavo fosse solo una signora sprint, in realtà ero stata superata da una campionessa mondiale, e lei, con naturalezza, mi dava la pista, e pure la lezione.
Emma è diventata un caso di studio per l’Università di Pavia, che le ha fatto una biopsia, prelievi del sangue, inviandoli ad una università americana che studia le persone come lei, quelle che non mollano mai. I risultati? Ha un corpo biologico da 75 anni, anche se anagraficamente ne ha 91, e quella forza lì non si misura solo con gli strumenti, si misura con gli occhi di chi la guarda passare e si sente piccolo, ma pieno di speranza.
Emma è molto più di una runner, è un inno al movimento, un antidoto all’arrendevolezza, corre con la leggerezza di chi sa che ogni passo è una conquista, con la costanza di chi non vuole dimostrare niente, ma finisce per dimostrare tutto, corre non per sopravvivere, ma per vivere meglio, perché quando corre lei si sente viva. E anche se non vuole fare la testimonial, è diventata qualcosa di più: una musa con le scarpe da ginnastica.

C’è chi a novant’anni fa la calza guardando la TV, chi litiga con Alexa perché non sente bene, chi si gode i nipotini, e poi c’è lei. Emma non corre per vincere, corre per vivere, corre per ricordare a tutti noi che l’unico vero avversario si chiama sedentarietà, e che l’età è solo un numero scritto sulla carta d’identità, non nel cuore. Il segreto? Non fermarsi mai, che non è solo una filosofia di allenamento, ma una filosofia di vita. Perché Emma non si è fermata nemmeno davanti al tempo, che tutti vogliamo rallentare, ma che lei, semplicemente, sorpassa. E quando taglia il traguardo, lo fa con lo stesso sorriso di chi ha appena sfornato una torta di mele, perché la vita, per lei, è ancora tutta da assaporare.
E mentre io, alla sua età, mi immagino (innanzitutto spero anche di arrivarci eh) con la vestaglia a fiori e la tisana alla pera e cannella, circondata da millemila cani e qualche gatto, lei cambia scarpe, niente calze (perché la velocità si sente meglio a pelle), e via: pista, cronometro, applausi. Perché a novantuno anni si può ancora insegnare al mondo che la giovinezza è una questione di entusiasmo.
Emma non chiede permesso, non cerca giustificazioni. Corre, e basta. Per lei non esistono “ormai è tardi”, “alla mia età”, o peggio ancora “non posso più”. Per lei esiste il presente, e il presente si corre, a tutta. Emma sei tu, sei la nonna rock che vorremmo, l’amica con cui bere una birra dopo la gara, la voce che ti sussurra “alzati dal divano, che oggi si vola”. Grazie per ricordarci che la vita non è fatta per rallentare, ma per accelerare, quando serve, che i veri limiti sono quelli che ci mettiamo da soli. Emma, tu non corri soltanto, tu ci insegni a volare. Grazie.
Emma Maria Mazzega ha riscritto la storia dell’atletica leggera master, questo il suo palmares:
I record mondiali del 2024:
• 60 metri indoor W90: 13”91
• 200 metri indoor: 51”08
• 400 metri indoor: 2’06”34
• 200 metri outdoor W90: 50”33
I grandi successi internazionali:
• Tre ori europei indoor a Torun
• Titolo mondiale outdoor a Göteborg, Svezia
• Riconosciuta dalla FIDAL come atleta donna master dell’anno 2024
Il suo stile di vita:
Emma non segue diete, si allena da sola, non ama stare ferma e non ha mai smesso di correre, nemmeno durante il lock down, quando usciva di nascosto a notte fonda per girare intorno alla casa, umile e determinata, non si sente una testimonial ma ammette: “So che qualcuno ha ripreso a correre grazie a me.”
Emma Mazzenga è la prova vivente che la forza di volontà può sfidare il tempo. Con la sua tenacia e il suo entusiasmo, è diventata simbolo di resilienza e ispirazione, tanto da essere soprannominata “la nonna più veloce del mondo” dal Nord Est.