Caro Putin, ho tanta paura della guerra. La lettera di Francesco che ha commosso il web

Francesco ha solo 7 anni e non conosce ancora i motivi di questa guerra, non sa spiegarseli. Ma desidera la pace. Vuole crescere e invecchiare con la sua famiglia e i suoi amici

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Caro Putin,
mi chiamo Francesco, ho 7 anni e a questa età non mi sembra giusto piangere e avere paura della guerra…

Inizia così la lettera di Francesco. Un testo breve, umile e semplice, ma estremamente intenso, autentico e sincero, così come lo è lui. Così come lo sono i bambini. Parole, le sue, che fanno trasparire tutta l’emozione confusa ma tangibile di un bambino che si trova a fare i conti per la prima volta con gli orrori della guerra, anche se a distanza.

Una guerra che è diversa dalle altre, perché quelle ce le hanno raccontate, quelle le ascoltiamo dai ricordi degli altri, le leggiamo sui libri di storia. Sono le guerre che non possiamo dimenticare perché ci aiutano a non commettere gli stessi errori del passato. Ma così non è stato.

E così dopo quella guerra silenziosa scatenata da un nemico invisibile di nome Coronavirus, ci troviamo davanti a un’altra guerra che però entra nelle nostre case in maniera prepotente. Lo fa perché le immagini invadono e le nostre bacheche social, i telegiornali parlano, discutono, raccontano.

E possiamo vedere i fumi neri delle esplosioni che oscurano il cielo, che non lasciano filtrare neanche più un raggio di sole. Possiamo vedere i campi un tempo verdi e dorati ricoperti di cenere grigia. E al posto degli uccelli, che non cinguettano più, ci sono i rumori assordanti degli spari e delle bombe.

E poi ci sono gli occhi dei bambini, che da soli parlano. Gli stessi occhi nei quali si specchiano i bambini oggi, quelli che sono al sicuro tra le mura domestiche, tra gli abbracci e i baci della buonanotte di mamma e papà. Ma questo non basta a non pensare agli orrori della guerra.

Non basta a Francesco, un bambino di soli sette anni che vive a Foligno e che frequenta la scuola di Santa Caterina. Probabilmente ne avrà parlato con i suoi compagni di classe, di quanto questa guerra sia ingiusta, terribile, drammatica. Sicuramente lo ha fatto con i suoi genitori che hanno dovuto spiegargli perché l’uomo commette sempre gli stessi errori.

È la mamma che lo racconta al portale di umbriaOn.it. Parla di un bambino spaventato che non ha neanche mai giocato con pistole e fucili e ora le vede utilizzare contro altre persone, come lui, come noi. Piange quando vede quelle scene perché non sa spiegarsele, perché ha paura anche se ora è al sicuro. Perché vuole continuare a giocare con i suoi amici e le sue amiche e magari invecchiare con loro.

E allora ha provato a dire la sua, anche se di questa guerra non ne capisce il motivo. Ha provato a scrivere una lettera che ha commosso il web intero, con la speranza che le sue parole possano arrivare al presidente della Federazione Russa e magari fare breccia in un cuore inaridito.

“Caro Putin, mi chiamo Francesco ho 7 anni e a questa età mi sembra giusto piangere e avere paura della guerra. Io ed altri bambini non sopportiamo più la tv perché non si fa altro che parlare della guerra. Vogliamo crescere con le nostre famiglie e morire di vecchiaia. No guerra, si alla pace. Francesco”.