Si chiamano Dakota e Nadia i due ballerini che hanno conquistato il palco di Tu Sì Que Vales, emozionando sino alle lacrime Belen Rodriguez e Sabrina Ferilli, che è stata consolata dall’amica Maria De Filippi. La coppia era già apparsa in tv ad America’s got talent e nel 2018 ha trionfato al World of Dance. Sia Dakota che Nadia sono figli di immigrati, per questo hanno scelto di portare nella trasmissione una coreografia ispirata al tema dell’immigrazione.
“Oggi ho quasi 30 anni e 29 anni fa ero questo piccolo neonato – ha spiegato Dakota a Tu Sì Que Vales -. Sono stato fortunato, perché sono cresciuto in Svizzera, sono stato istruito e ho trovato lavoro. È complicato questo tema, è un argomento delicatissimo. Non abbiamo portato una soluzione, ma cerchiamo di ricordare alla gente che siamo essere umani ancora prima di essere migranti”. Nadia, che ha interpretato il ruolo di una mamma fuggita dal suo paese con un neonato legato con una fascia al corpo, si è emozionata: “Non è stato facile nemmeno per noi – ha confessato -, anch’io sono figlia di immigrati”.
L’esibizione ha colpito tutti i giudici, ma soprattutto Belen Rodriguez, che si è lasciata andare alle lacrime. Anche Sabrina Ferilli si è commossa e Maria De Filippi è corsa a consolarla. “La danza serve anche a questo, conta tanto l’interpretazione – ha commentato Dakota -. Se non dà un messaggio sono solo movimenti che non hanno un senso. Se trasferisci un’emozione ha un senso, sennò è puro esercizio ginnico”. Il ballerino ha poi ringraziato la giuria per aver apprezzato la voglia di raccontare una tematica così forte. “È uno dei motivi per cui lo abbiamo fatto – ha spiegato -. Perché vogliamo far passare un messaggio, perché non è esposto a sufficienza dai media, quando abbiamo saputo che avremmo avuto questa fortuna, lavorare per una trasmissione di successo, abbiamo capito che avremmo dovuto fare qualcosa di importante su un tema che appartiene anche al vostro paese”.
“È un tema di enorme attualità, non serve nemmeno descriverlo – le parole di Gerry Scotti -. Ogni epoca ha avuto i suoi fili spinati e le sue barriere. Ogni epoca spera di non averle più ma ce le ripresenta. Poteva essere di 100 anni fa, come di 50 come, ahimè, dei giorni nostri. È un messaggio che bisogna continuare a dare”.