Allergia all’ambrosia: sintomi e rimedi naturali

L'allergia all'ambrosia è sempre più diffusa: ecco quali sono i sintomi di questo disturbo e come risolverlo con i rimedi naturali

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Redazione

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L’allergia all’ambrosia è sempre più diffusa e sono tantissime le persone che, con l’arrivo della bella stagione, si trovano a fare i conti con questo problema.

L’ambrosia è una pianta erbacea che cresce nel Nord America, ma è molto diffusa anche in Italia e ha il potere di scatenare una forte reazione allergica. Quando la temperatura sale, in particolare verso la fine di agosto, nell’aria iniziano a circolare le particelle che compongono il polline dell’ambrosia.

Quali sono i sintomi dell’allergia all’ambrosia? Solitamente la reazione allergica si manifesta sotto forma di congiuntivite, tosse secca, rinite, prurito alla gola e al naso. Nei casi più gravi si può avvertire anche asma oppure orticaria. L’ambrosia, rispetto ad altri pollini, causa problemi molto fastidiosi e intensi a causa della quantità enorme di particelle che vengono disperse nell’aria e trasportate dal vento.

Moltissime persone che sono sensibili all’ambrosia subiscono anche gli effetti delle graminacee e dell’alternaria, una muffa che cresce su verdura e frutta in decomposizione. Esistono poi numerosi cibi che portano ad un peggioramento dei sintomi, provocando una “reazione crociata”, si tratta di anguria, banana e melone.

Come risolvere il problema? Prima di tutto è fondamentale tenersi lontano dalla pianta, tenendo presente anche il calendario delle fioriture e delle concentrazioni di pollini. Esistono poi numerosi rimedi naturali per cercare di ridurre i sintomi dell’allergia all’ambrosia. Ad esempio si può ricorrere a composti realizzati con rame, zinco o manganese. Ottimi anche i rimedi fitoterapici, fra cui l’olio di ribes nero e l’olio di Perilla.

In alcuni casi è possibile intervenire con l’agopuntura, ma come sempre è necessario consultare uno specialista che sarà in grado di fornire tutte le informazioni utili al riguardo. In alcuni casi infatti viene effettuato anche un vaccino, somministrato tramite puntura o pillola tre mesi prima dell’inizio dell’impollinazione. Senza dimenticare gli antistaminici e cortisonici, studiati per limitare il problema.