Stefano D’Orazio, la splendida lettera di Silvia Di Stefano: “Ciao papà”

La splendida lettera di Silvia Di Stefano, cresciuta con Stefano D'Orazio. Il batterista dei Pooh la considerava come una figlia

“Ciao papà”. Termina così una lunga lettera scritta da Silvia Di Stefano sui social e indirizzata a Stefano D’Orazio. Il batterista dei Pooh, scomparso all’inizio di novembre, ha lasciato un enorme vuoto nella vita dei fan, ma soprattutto di chi l’ha conosciuto e amato. I suoi “amici per sempre”: Riccardo Fogli, Dodi Battaglia, Roby Facchinetti e Red Canzian. Ma anche Barbara D’Urso, che si è commossa in tv ricordandolo, l’ex compagna Emanuela Folliero, che era diventata sua amica, l’amatissima moglie Tiziana Giardoni e soprattutto Silvia Di Stefano.

Cantante e attrice, Silvia è la figlia di Lena Biolcati, ex compagna di D’Orazio. Negli anni Ottanta i due avevano vissuto una love story segnata da una fruttuosa collaborazione artistica. All’epoca Silvia era molto piccola e nel corso degli anni il legame con Stefano è diventato sempre più forte. Non a caso il batterista dei Pooh non esitava a parlare di lei come di una figlia.

Dopo un lungo silenzio, Silvia ha scritto a D’Orazio una splendida lettera in cui racconta il loro rapporto e lo saluta per l’ultima volta. “Ciao Ste’ – si legge – m’hai sempre fatto dei bei regali per il compleanno, ma a ‘sto giro non l’ho proprio apprezzato. Non voglio discutere, perché a te le discussioni non sono mai piaciute, però te lo volevo dire. Mi sono detta, “mo’ torna a casa sicuro domenica, magari viene direttamente a casa mia e mi fa una sorpresa”.

“Me n’hai fatte tante di sorprese – continua Silvia, rivolgendosi all’artista dei Pooh -. 35 anni di sorprese e solo 3 litigi. È una buona media. Uno nel ’98 e ancora oggi non abbiamo capito i perché. Il secondo litigio rimane tra me e te ed è meglio così. Il terzo quando mi presero per “Pinocchio”: “Lassa perde ‘sto monno de artisti, io so’ stato fortunato, ma n’è così pe’ tutti”. Eppure me l’hai insegnato tu, a inseguire i sogni fino all’ultimo, con tutta la passione possibile. Ci sono voluti 5 anni, 5 anni e tanti spettacoli prima di sentirti dire… “Hai fatto bene a nun damme retta”.

“Ora ti chiederai perché sto raccontando i momenti brutti – scrive ancora la figlia di Lena Biolcati -. Quanto ci vuole per raccontare tutto quello che abbiamo vissuto? 35 anni di risate, salti sul materasso, come si apparecchia la tavola, il cavallo di Pantelleria, i video delle vacanze montati in analogico, le correzioni dei copioni, i testi delle canzoni quando non capivi se la melodia di Facchinetti faceva ta-ta o ta-ta-ta… Non ce l’ho ora tutto questo tempo e forse, me lo voglio tenere solo per me”.

Dalla lettera di Silvia traspare un grande amore per Stefano D’Orazio che niente potrà mai cancellare. “M’hanno scritto in tanti Ste’, e pian piano rispondo a tutti giuro – spiega Silvia -. Rispondo anche a quelli che non conosco. Tutta quella gente che ha cantato e sognato insieme a te. Anche se questo lato della tua vita spesso era un po’ difficile da accettare. Ogni volta che riuscivo a stare con te, c’era sempre anche qualcun altro. Al ristorante, in vacanza, per strada. Una foto, un autografo, un’intervista, un concerto o un passaggio televisivo quando invece dovevamo stare insieme. Sono sempre stata un po’ egoista lo so. Ma tu eri anche questo, non si può scindere l’uomo dall’Artista, sarebbe come rinnegare quello per cui hai vissuto. E tu appartenevi anche a tutti gli altri. È grazie all’Artista che ci siamo incontrati 35 anni fa, ma sono stata più felice di aver vissuto l’uomo. C’ho avuto ‘sto grande privilegio, sì”.

“Di solito, in questi momenti, c’eri sempre tu a dirmi due parole, a spiegarmi le cose con il sorriso: la vita, l’umiltà, la generosità, l’altruismo, ma anche il dolore, la sofferenza e la morte, e me le spiegavi sempre con tanta ironia, ‘n sia mai mancasse l’ironia pe’ carità! Adesso chi me le spiega ‘ste cose Ste’? Chi me le fa fare du’ risate nei momenti difficili?”.

“Ste’… sono 35 anni che ti chiamo Ste’ – prosegue -. Hai sempre detto che il padre non lo sapevi fare, che cercavi di improvvisare come meglio ti riusciva, anno dopo anno. Prima con una bambina vivace, poi con un’adolescente problematica, poi con una ragazza imbizzarrita. E infine eccola ‘sta donna di 40 anni, ormai 41, sempre col suo inconfondibile caratteraccio, ma a cui hai insegnato così tanto. E spero di essere riuscita ad assomigliarti un po’, almeno nelle cose più importanti, perché è questo che dovrebbe succedere tra padri e figli no? Si cresce insieme, e improvvisando, finisce che ci si assomiglia.

“Hai visto Ste’? – conclude Silvia, rivolgendosi a D’Orazio -. Hai fatto tanto per programmare tutto, nei minimi dettagli, come solo una Vergine ascendente Capricorno sa fare, non ti è mai sfuggito niente… eppure, senza manco accorgertene, ti sei ritrovato una figlia… quella a cui un giorno hai detto “Sai Piccy… Vorrei averla scritta io ‘Figli’, per potertela dedicare”… quella figlia che adesso vorrebbe stare accanto a te per dirti quella parola mai pronunciata… Ciao… Papà. Per tutti i miei domani, sarai…con me”.