Paolo Calissano, i dubbi sulle cause della morte: parla la compagna

L'attore, trovato morto il 30 dicembre 2021, non si sarebbe suicidato: a scongiurare l'ipotesi è stata la sua compagna, Fabiola Palese

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Martina Dessì

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Una morte che ha lasciato sgomenti, quella di Paolo Calissano, e che ha scosso l’intero mondo dello spettacolo nonché il pubblico. I dubbi sulla sua tragica scomparsa sono tanti e saranno chiariti dai risultati dell’autopsia, ma – prima di questi – sono arrivate le dichiarazioni della sua compagna, Fabiola Palese, che ha rotto il silenzio sulla vicenda.

Calissano, le possibili cause della morte

Sentita da Il Messaggero, Fabiola Palese ha spiegato perché si è sentita di escludere categoricamente il suicidio: “Paolo non si è suicidato. Non era da lui. Credo che non abbia retto a tutti i farmaci che prendeva per via della sua depressione. Aspettava un’altra chance. Il mondo dello spettacolo gli aveva voltato le spalle, ma lui voleva un’occasione di riscatto che nessuno gli ha concesso”.

Alla base della drammatica morte di Paolo Calissano ci sarebbe un profonda depressione, che curava con l’assunzione di una serie di farmaci. A trovare il suo corpo senza vita è stata proprio lei, Fabiola, che ha allertato le forze dell’ordine dopo che – per molte ore – non le aveva risposto al telefono: “Era depresso, non usciva quasi più”, ha spiegato, raccontando di aver trovato il suo cellulare sul divano con l’ultimo accesso a WhatsApp alle 20,18 del giorno prima.

“La serratura non aveva le mandate inserite”, ha specificato, escludendo però che ci fosse qualcuno con lui: “In quella casa entravamo solo io e il domestico, ma lo verificheranno le indagini. Lui ormai non usciva quasi più, si era lasciato andare e forse era tornato a prendere le benzodiazepine in dosi massicce per dormire”.

Gli ultimi anni e la voglia di riscatto

L’ipotesi di una dose eccessiva di farmaci rimane aperta, ma la sua compagna non vuole neanche sentir parlare di gesti estremi: “Ne ha vissute tante e si è sempre rialzato. In queste ultime settimane era andato molto giù e le feste di Natale lo angosciavano amplificando la sua solitudine. Io penso che abbia fatto qualche pasticcio con i medicinali, un bombardamento di psicofarmaci, ma non per togliersi la vita”. Si è sentita di escludere anche un abuso di stupefacenti.

Il suo desiderio era quello di tornare a lavorare, ritagliandosi quel posto che avrebbe meritato: “Cercava la sua chance ma nessuno gliel’ha data gli hanno chiuso tutte le porte in faccia”. Fabiola Palese ritiene, inoltre, che Paolo Calissano sia rimasto vittima della sua fragilità e della sua sensibilità, che hanno acuito le sue sofferenze.

Quello di Paolo Calissano è un addio fatto di tanta amarezza, per quello che poteva essere e che non è stato. A ricordarlo è stata anche Valeria Fabrizi, con un doloroso post affidato a Instagram: “Un grande dolore perché Paolo Calissano è morto! Non doveva succedere! È stato allontanato dal nostro mondo artistico e la coscienza di molti dovrebbe riflettere… perché! Ho lavorato con Lui e meritava stima, era un ragazzo educatissimo buono e gentile! Ho cercato di aiutarlo perché ha scritto sceneggiature importanti ma evidentemente rimaste sulla scrivania di “persone distratte”! Lui valeva, soffriva di nostalgia artistica e di sensibile attenzione umana! Ti abbraccio Paolo”.