La morte di Michele Merlo, colpito da un’emorragia cerebrale causata dalla leucemia fulminante, ha sconvolto il mondo della musica e dei fan di Amici, programma a cui aveva partecipato nel 2017. La scomparsa del giovane è avvenuta all’improvviso e ora chi lo amava e conosceva fa i conti con un dolore che non si può raccontare.
Luna Shirin Rasia, fidanzata del cantante, su Instagram ha raccontato un amore dolce e romantico, fra bigliettini e serate insieme, ricordando il Mike Bird privato che forse pochi conoscevano. I genitori nel frattempo non si danno pace e si chiedono se Michele si sarebbe potuto salvare. L’artista di Amici infatti si era recato al pronto soccorso poco prima di essere colpito dall’emorragia cerebrale che gli è stata fatale, ma era stato dimesso.
“Mercoledì pomeriggio mio figlio è stato all’ospedale di Vergato e, come ci ha poi raccontato, c’era praticamente solo lui, di paziente – ha spiegato il padre di Mike Bird a Il Resto del Carlino -. Eppure, il medico che lo ha accolto gli avrebbe intimato di ’non intasare gli ospedali per un mal di gola e due placche’. Invece mio figlio oltre a placche, febbre e mal di gola, aveva un terribile mal di testa, sangue al naso ed ematomi sul corpo. Un medico poco più attento si sarebbe accorto che qualcosa non andava, avrebbe riconosciuto i sintomi della leucemia e disposto degli accertamenti”.
Dopo essere tornato dal pronto soccorso Michele avrebbe raggiunto la fidanzata Luna “fino alla crisi di giovedì sera. E al burrascoso intervento del 118 – ha spiegato papà Domenico -. I nostri legali approfondiranno cos’è accaduto, ma di certo il modus operandi del sanitario intervenuto è stato quantomeno inidoneo. Mio figlio aveva le convulsioni e perdeva sangue dal naso; probabilmente l’operatore non sapeva gestire la situazione. Fatto sta che ha avuto un comportamento e ha detto frasi decisamente fuori luogo. Al limite dell’insulto e della violenza“.
Sulla vicenda è intervenuto anche il medico che avrebbe respinto Michele Merlo, non cogliendo i sintomi della leucemia fulminante. “Ho fatto tutto quello che dovevo fare – ha dichiarato al giornale il medico di guardia – e tutto è stato relazionato ai miei superiori”.