Chi è Massimo Recalcati, conduttore di Lessico amoroso

Scopriamo chi è Massimo Recalcati, accademico italiano, psicoanalista e conduttore di Lessico Amoroso, programma di successo in onda su Rai Tre

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Redazione

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Conduttore di Lessico amoroso, scrittore e insegnante, Massimo Recalcati è uno degli psicoanalisti più apprezzati del momento. Classe 1959, è nato a Milano da una famiglia di floricoltori. Suo padre voleva che intraprendesse lo stesso mestiere, ma dopo il diploma in agraria, Recalcati ha deciso di iscriversi all’Università e studiare Filosofia. Nel 1985 ha conseguito la laurea e qualche anno dopo si è specializzato in Psicologia Sociale. In seguito ha perfezionato gli studi a Milano e Parigi, diventando negli anni Duemila uno dei professionisti migliori del settore.

Massimo Recalcati può contare su un curriculum molto vasto e su esperienze di vario genere all’estero e in Italia. Oggi insegna presso l’Istituto Freudiano per la clinica, la terapia e la scienza a Milano e Roma, mentre nel 2003 ha creato la Jonas Onlus – Centro di Clinica psicoanalitica per i Nuovi Sintomi, un’associazione che consente un percorso di cura a che vive in condizioni di difficoltà economiche garantendo tariffe accessibili a tutti. Non solo: Recalcati è anche supervisore presso alcune istituzioni per la salute mentale, insegna in varie Università (da Urbino a Losanna, sino a Verona) e ha scritto numerosi libri.

Fra le iniziative promosse da Massimo Recalcati c’è il Festival di Ancona, ma anche Lessico famigliare (dove ha tenuto quattro lezioni) e Lessico Amoroso, grande successo del 2019 in onda su Rai Tre. Nonostante sia un personaggio pubblico, lo psicoanalista è molto riservato e ha sempre protetto la propria privacy. Non ha un profilo Instagram, ma appare su Facebook, dove fra libri, corsi e annunci, compaiono anche alcune foto con la moglie Valentina. I due sono sposati da diversi anni e hanno due figli: Camilla e Tommaso.

“Il mio mestiere ha una scansione burocratica – ha svelato qualche tempo fa a Grazia -: stessi orari, stesse posizioni, stessa poltrona, stesso lettino. Non cambia niente per anni. A parte i discorsi dei pazienti: le pene d’amore non sono più al centro. Ora il nodo è proprio la difficoltà di generare il desiderio, non più l’incapacità ad avere una corrispondenza amorosa. Oggi è più importante l’oggetto che la persona. È meglio mangiare che fare l’amore”.