Berlusconi, Pier Silvio vuole impugnare il testamento: “Marta Fascina non gradita ad Arcore”

Continuano a far discutere le ultime volontà del Cavaliere: stando alle ultime indiscrezioni Pier Silvio vorrebbe impugnare il testamento

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Claudia D'Alessandro

Giornalista, esperta di Spettacolo e Content Editor

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Potrebbero esserci dissapori in casa Berlusconi, almeno questo è quanto emerge dalle ultime indiscrezioni sulle ultime volontà del Cavaliere. Pare infatti che dopo l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi Marta Fascina sia diventata un’ospite non gradita ad Arcore, e che addirittura nelle intenzioni di Pier Silvio ci sia quella di impugnare il testamento.

Testamento Berlusconi, dissapori in famiglia: Pier Silvio vorrebbe impugnarlo

Continuano a far discutere le ultime volontà di Silvio Berlusconi: se da un lato da qualche giorno si parla di difformità nel testo e anomalie del testamento, dall’altro emergono delle indiscrezioni che metterebbero i figli del Cavaliere contro Marta Fascina.

A lanciare lo scoop il sito Dagospia, che ipotizza che la giovane parlamentare dovrà presto lasciare Arcore. Stando a quanto riportato dal sito d’informazione di Roberto D’Agostino Marta Fascina dovrà “accantonare il sogno di vivere da castellana a Villa San Martino”. Pare infatti che l’ultima compagna di Berlusconi non abbia mai suscitato grandi simpatie nei figli, soprattutto in Pier Silvio, tanto che sarebbe stato proprio lui a dare un ultimatum alla donna.

Le ha dato tempo fino a ottobre per inscatolare borse, scarpe e sciarpine di cachemire e lasciare la residenza di Arcore”. Oltre a non essere un’ospite gradita in villa, sembrerebbe che Marina e Pier Silvio stiano anche cercando di “trovare un accordo riservato per una cifra congrua da riconoscere a Marta Fascina diversa da quella prevista dal lascito”. Secondo le ultime volontà del Cavaliere infatti, alla parlamentare spetterebbero 100 milioni di euro.

Dagospia avanza anche l’ipotesi di un’impugnazione del testamento da parte dei figli se Fascina non dovesse accettare l’offerta, azione che però starebbero cercando in ogni modo di evitare.

Le difformità del testo e l’assenza di Luigi Berlusconi nel testamento

Al momento le ipotesi avanzate dal portale di Roberto D’Agostino sono solo indiscrezioni, ma è innegabile che nel testamento di Silvio Berlusconi siano state rintracciate delle difformità e delle anomalie che potrebbero renderlo non valido.

Prima fra tutti l’assenza, nell’ultima lettera scritta di suo pugno, del figlio Luigi, che comunque non lo escluderebbe dall’eredità. La dimenticanza potrebbe essere spiegata dalle precarie condizioni di salute in cui si trovava il Cavaliere al momento della stesura, che potrebbero giustificare anche l’errore della trascrizione del nome di Pier Silvio, scritto tutto attaccato.

Nel testamento di Berlusconi ci sarebbero poi altre irregolarità: l’imprenditore ha scritto infatti “Se non dovessi tornare…”, ma sappiamo bene che dopo il primo ricovero il Cavaliere è tornato a casa. Secondo vari pareri legali si tratta di una condizione sospensiva: “la volontà di Berlusconi è chiaramente subordinata al verificarsi dell’evento futuro e incerto (la morte in ospedale). Il rientro a casa avrebbe reso inefficaci quelle disposizioni. E dunque il legato per 230 milioni potrebbe essere messo in discussione” si legge sul Corriere.

Restano ancora tanti i punti in sospeso sull’eredità di Silvio Berlusconi, anche riguardo i 100 milioni destinati al fratello Paolo: bisognerà capire se i cinque figli rimarranno compatti nel rispettare le ultime volontà del padre senza ricorrere ad azioni legali o se effettivamente le cose cambieranno.