Achille Costacurta, la droga e il gesto estremo: “I medici non si spiegano come sia ancora vivo”

Un racconto crudo quello di Achille Costacurta, che ha parlato della sua vita tra problemi di droga e il tentato suicidio

Pubblicato: 31 Ottobre 2025 13:11

Foto di Claudia D'Alessandro

Claudia D'Alessandro

Giornalista, esperta di Spettacolo e Content Editor

Giornalista e content creator, si nutre da sempre di cultura e spettacolo. Scrive, legge e fugge al mare, quando ha bisogno di riconciliarsi col mondo.

Un racconto difficile da ascoltare quello di Achille Costacurta, che ha parlato con grande onestà della sua adolescenza difficile, segnata dalle droghe, dal tentato suicidio, dalla diagnosi di Adhd, da un rapporto difficile con i genitori che da sempre lottano per aiutarlo. Una lunga intervista in cui il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta ha ripercorso tutti i momenti più intensi della sua vita, in un percorso fatto di cadute e la sua voglia di riscatto lontano dal caos di Milano.

Achille Costacurta, i TSO

Un’adolescenza difficile quella di Achille Costacurta che, ospite del podcast One more time di Luca Casadei, ha raccontato dei primi approcci con la droga, i sette TSO subiti, fino all’arrivo in una clinica in Svizzera: “Mi hanno fatto cambiar vita, grazie a loro io non mi drogo più. Il loro approccio ti fa capire veramente le cose importanti. Li ringrazierò per tutta la vita”.

Lo spaccio di droga, l’arresto e il tentato suicidio

Achille Costacurta ha parlato con rara onestà dei problemi legati alla droga. Non è la prima volta che il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta racconta del suo passato turbolento, ma mai come oggi ha affrontato con rara lucidità un percorso difficile, fatto di continue cadute, tra dipendenza, un arresto e un tentato suicidio.

“Ho iniziato a spacciare e mi hanno arrestato”, ha raccontato, spiegando di aver creato, durante periodo della quarantena, quando era riuscito a creare una rete di distribuzione di sostanze. A soli 15 anni e mezzo venne così portato in un centro penale minorile per iniziare un percorso di terapia. E fu che lì una sera prese una decisione estrema: aggirando i controlli del personale, riuscì a entrare nell’infermeria dove ingurgitò sette boccette di metadone con un intento ben preciso. “Volevo suicidarmi. Nessun medico sa darmi un motivo per cui io sia ancora vivo, perché l’equivalente di sette boccettine di metadone corrispondono a 35/42 grammi di eroina e la gente con un grammo muore”.

Achille Costacurta, la diagnosi di ADHD e il rapporto con i genitori

Oggi la vita di Achille Costacurta è cambiata, soprattutto da quando ha ricevuto la diagnosi di ADHD, disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività. “In terza media non mi ammettono all’esame per il comportamento. Al liceo dopo 3 mesi mi sbattono fuori. Non mi avevano ancora diagnosticato l’ADHD, lo scopro a maggio dell’anno scorso perché andando in questa clinica in Svizzera, dopo aver esagerato con le sostanze, loro avevano già capito tutto senza farmi fare i test: “Tu ti volevi autocurare con la droga”. Il fatto che ho la fissa con il numero 5 e col numero 9, ho 500 progetti in testa che voglio fare. Il mio cervello non produce abbastanza dopamina”, ha raccontato al podcast di Casadei.

E dopo la diagnosi tutto è cambiato: i farmaci lo aiutano a stare meglio, ma è anche migliorato il rapporto con i suoi genitori: “Da quando hanno fatto anche loro un corso genitoriale per l’ADHD, il nostro rapporto è cambiato da così a così. Prima in casa quando litigavamo, io andavo fuori, spaccavo porte. Da lì non è mai più successo perché loro ora sanno come dirmi un ‘no'”.

Il ragazzo non ha negato che i suoi abbiano sofferto per lui: non dimenticherà mai le lacrime di sua madre e di suo padre nei momenti più bui. Ma ha anche ricordato uno dei momenti più belli degli ultimi anni: “Il giorno che esco dalla clinica mi
viene a prendere mio papà. C’era un doppio arcobaleno. Io li scoppio a piangere dalla gioia, dalla felicità, abbraccio fortissimo mio papà e gli dico: “Hai visto che ce l’abbiamo fatta, ho smesso, e ce la farò e continuerò. Ce lo sta dicendo pure il cielo. C’è il doppio arcobaleno ti rendi conto?”. È stato uno dei momenti più fighi. Anzi, dopo chiamerò mio padre per ricordarglielo”.

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