Veronica Gentili polemica dopo le parole di Emanuela Fanelli: “Non è tempo per i distinguo”

A Venezia Fanelli sceglie il cinema, Veronica Gentili risponde: Gaza non può restare fuori, non ci sono contesti giusti o sbagliati

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista, esperta di lifestyle

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, scrive soprattutto di argomenti di attualità, lifestyle e cura della casa.

Pubblicato:

La Mostra del Cinema di Venezia è appena iniziata e come in ogni kermesse che si rispetti, ci sono polemiche. Purtroppo in questo caso l’argomento è molto serio e non strappa neanche mezzo sorriso. Il tema è quello del genocidio in corso a Gaza e della controversia intorno al discorso della conduttrice Emanuela Fanelli.

Veronica Gentili ha preso posizione, spiegando come non sia più possibile ignorare il tema di Gaza anche in occasioni mondane. Secondo la presentatrice, la scelta di Emanuela Fanelli di limitarsi a un discorso centrato sul cinema e sull’arte, pur annunciando la sua presenza alla manifestazione del 30 agosto sulla Palestina, rappresenta un errore perché priva il palco veneziano di un messaggio che oggi è urgente e imprescindibile.

Perché Emanuela Fanelli ha scelto di non parlare di Gaza dal palco

Ma andiamo ai fatti. Intervistata da Sky TG24, Emanuela Fanelli ha spiegato la sua scelta parlando del cortocircuito emotivo che vive tra bellezza e dolore: “Parlerò del cinema e soprattutto di quanto il cinema possa smuovere la parte umana di tutti noi”.

Ha detto che in un clima di festa, con un “abito stupendo, costosissimo, con dei gioielli costosissimi”, sarebbe stato imbarazzante inserire “una frase sulla situazione palestinese”.

Ha però confermato la sua presenza alla manifestazione pro-Palestina in programma a Venezia il 30 agosto: “Andrò come privata cittadina che partecipa e sposa pienamente la causa e il dolore per questo orrore a cui stiamo assistendo”.

Si tratta di un momento molto delicato, perché in questi giorni in Medio Oriente l’Idf sta procedendo con forza all’occupazione non solo di Gaza ma anche della Cisgiordania.

Per questo, Centinaia di registi, attori e figure del cinema italiano e internazionale, in primis attraverso Venice4Palestine, hanno chiesto una forte presa di posizione della Biennale contro il genocidio in corso a Gaza; è stata proposta anche la rimozione degli inviti a Gal Gadot (che infatti non partecipa) e Gerald Butler. I primi di settembre poi partirà la flotta più grande di aiuti civili verso Gaza, la Global Sumud Flotilla, sostenuta da moltissimi attori.

In tutto ciò si inserisce la partecipazione di Emanuela Fanelli in qualità di conduttrice alla Mostra di Venezia. Mai un ruolo facile, ancora più difficile in questo momento storico.

La replica di Veronica Gentili

Non tutti hanno condiviso questo approccio, visto da molti come accomodante, della Fanelli. Veronica Gentili ha espresso il suo punto di vista tramite un video postato su Instagram.

Ha detto che, di fronte a “un popolo che viene quotidianamente sterminato”, non è accettabile scegliere un “contesto giusto o sbagliato” per parlarne.

Nel suo intervento la giornalista ha evocato l’urgenza di dare voce al dramma palestinese: “I morti di Gaza scorrono come i granelli di sabbia di una clessidra”, ha ricordato, dicendo che la società civile sta conducendo “una battaglia non solo contro i governi ma contro il tempo”. Questo è vero, visti gli innumerevoli assassini quotidiani nei confronti dei palestinesi.

Secondo Veronica Gentili, Emanuela Fanelli sbaglia a temere di apparire inadeguata: i timori legati a vestiti e gioielli sono “dei falsi problemi”, perché “il punto non è giudicare l’idoneità di Emanuela Fanelli a parlare di Gaza. Il punto è parlare di Gaza, ovunque, continuamente”.

Gaza e società civile: il richiamo di Veronica Gentili agli artisti

Dietro le parole di Veronica Gentili c’è un invito diretto a chi ha visibilità: trasformare il proprio spazio pubblico in un’occasione di presa di parola. Per lei, quando un volto noto sale su un palco come quello della Mostra del Cinema di Venezia, ha la possibilità di raggiungere un pubblico enorme.

È in questo che risuona la sua frase “nulla è più prezioso di un pulpito così prestigioso come quello di Venezia”: un modo per dire che la solidarietà non può restare fuori dalle luci dei riflettori. La discussione, inevitabilmente, si muove tra chi considera festival e tappeti rossi zone da tenere lontane dalla vita “vera” e chi invece pensa che proprio lì sia necessario portare anche le voci più scomode.

La frattura è evidente: da un lato la scelta prudente (o imposta) della Fanelli, che resta incollata al cerimoniale, dall’altro la voce di Gentili che pretende coraggio e denuncia. Due approcci lontani, che però raccontano entrambi cosa significhi avere un microfono in mano davanti a migliaia di persone.

C’è anche da dire che sono passati anni e in questo tempo forse solo Ghali e Dargen d’Amico hanno denunciato la situazione in Palestina in un palco di rilevanza internazionale, cioè Sanremo.