Sibilla Barbieri, chi era l’attrice morta in Svizzera dopo il suicidio assistito

L’attrice e regista, da tempo malata di cancro, si è recata in Svizzera per porre fine alla sofferenza

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

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Desiderava da tempo porre fine al proprio dolore e, per farlo, come già molti prima di lei, Sibilla Barbieri è dovuta andare in Svizzera. L’attrice e regista romana, da anni ammalata oncologica terminale, ha scelto di procedere al suicidio assistito, accompagnata dal figlio e sostenuta dall’Associazione Luca Coscioni, di cui era consigliera.

La scelta di Sibilla Barbieri

“Sibilla Barbieri, una paziente oncologica terminale, è morta” comunica su Instagram l’Associazione Luca Coscioni, impegnata nella lotta per la libertà del fine vita. “Sibilla ha preso questa difficile decisione per porre fine alle sue sofferenze trovando nella Svizzera l’unica via disponibile perché la Asl romana ha negato la richiesta, inviata ad agosto, di poter morire legalmente in Italia. È stata accompagnata dal figlio e da Marco Perduca (ex senatore membro dell’Associazione, ndr)”.

Al post si accompagna l’ultimo video pubblicato online da Sibilla Barbieri prima di intraprendere il viaggio verso la Svizzera: “Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera, perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente”.

Il pensiero di Barbieri va poi alle persone con ulteriori difficoltà: “Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un’altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio”.

La richiesta di suicidio assistito di Sibilla Barbieri è stata negata dalla Asl di Roma in quanto la regista non possedeva uno dei quattro requisiti necessari ad ottenerla: la dipendenza da trattamento di sostegno vitale. Per questo motivo Barbieri ha lasciato l’Italia, al fianco del figlio, assieme a lei fino alla fine. A somministrare il farmaco letale è stata Barbieri stessa, ma il figlio domani si autodenuncerà ai carabinieri di Roma assieme a Marco Cappato, rappresentante legale dell’Associazione.

Sibilla Barbieri, regista ribelle

Sibilla Barbieri è stata autrice, produttrice, regista e attrice cinematografica. La sua formazione ha spaziato in diversi settori artistici, ma la sua grande passione è sempre stata il cinema. Assieme alla sorella ha fondato, nel 2008, la società di produzione La Siliàn. Se il suo nome non è noto al grande pubblico è perché Barbieri si è sempre dedicata al cinema indipendente, svincolato dalle regole commerciali e libero di esprimersi senza vincoli.

Tra i suoi titoli più significativi c’è Dio salvi la regina, film del 2020, da lei scritto e interpretato, che racconta la dissacrante e originale storia di Diana, un medico rispettato che decide di rendersi indipendente dallo Stato Italiano, proclamandosi sovra della propria casa. Una pellicola che mescola temi sociali a una visione intimistica e personale e che, nel duro periodo del Covid, denunciò con ironia le difficoltà affrontate dal mondo dello spettacolo, in particolare quello indipendente.

Figli e vita privata di Sibilla Barbieri

Sibilla Barbieri ha avuto due figli. Uno di questi, Vittorio Parpaglione, l’ha accompagnata insieme a Marco Perduca, in Svizzera per restare al suo fianco fino all’ultimo e adesso rischia 12 anni di carcere. Lo stesso figlio aveva partecipato all’ultimo lavoro dell’attrice regista, una docu serie per RaiPlay dal titolo Più di chiunque altro, che dà voce e spazio alle esigenze della generazione Z. Poco altro si sa della sua vita privata, per cui ha sempre tenuto un notevole riserbo.