Addio a Robert Redford. L’attore è morto il 16 settembre 2025 nella sua casa in Utah, all’età di 89 anni. La sua scomparsa, confermata dalla sua agenzia pubblicitaria, segna la fine della carriera di una delle figure più emblematiche di Hollywood. Redford è morto nel sonno. Con il suo fascino e la sua bravura, la carriera di Redford a Hollywood è durata oltre sei decenni, facendogli vincere cinque Golden Globe, lo Screen Actors Guild Life Achievement Award, il Kennedy Center Honors e la Presidential Medal of Freedom.
Redford, classe 1936, ha iniziato a recitare quando aveva 21 anni, ma gli ci è voluto un po’ per accettare che la sua passione per la pittura sarebbe diventata un hobby, mentre la recitazione avrebbe preso il sopravvento. Da allora, si è concentrato sul dare il massimo per essere uno degli attori più bravi.
Ha raggiunto il successo con A piedi nudi nel parco (1967), al fianco di Jane Fonda. Poi si è affermato con film come Il candidato (1972); il successo al botteghino Come eravamo (1973), con Barbra Streisand; e Tutti gli uomini del presidente (1976), sullo scandalo Watergate, al fianco di Dustin Hoffman. Senza dimenticare Il grande Gatsby, nel 1974, con Mia Farrow.
Una popolarità che è cresciuta negli anni ’80 e ’90, quando ha girato La mia Africa (1985) con Meryl Streep, un film che ha ottenuto sette Oscar, e Proposta indecente (1993) con Demi Moore. Altri lo ricorderanno per opere come Soldato o cacciatore (1962) o Il sospetto (1966), unica volta in cui è riuscito a lavorare con un altro mito del cinema, Marlon Brando.
Con Paul Newman ha condiviso i ruoli in alcuni dei suoi successi più celebri, Butch Cassidy e La Stangata, il film preferito di Redford in tutta la sua carriera. La loro amicizia li ha addirittura porti a chiamare i loro primi figli Scott, entrambi morti prematuramente: il bambino di Robert è venuto a mancare nel 1959 mentre quello di Newman è deceduto per overdose, nel 1978, all’età di 28 anni.
Robert Redford, la morte di due figli e il viaggio in Italia
Con le sue interpretazioni memorabili, Robert Redford è sinonimo di leggenda a Hollywood. Tuttavia, dietro il suo status di celebrity, sono nascoste dolorose tragedie che hanno lasciato profonde cicatrici nella sua anima.
Tra i colpi più duri la scomparsa del figlio James, morto all’età di 58 anni dopo una battaglia di due anni contro il cancro al fegato. Con lui condivideva la passione per il cinema e l’ambientalismo. Un dolore che aveva già provato in precedenza: nel 1959, pochi mesi dopo la sua nascita, morì il piccolo Scott, primogenito dell’attore. Ma tanti altri drammi hanno segnato la vita dell’attore e regista, come la perdita prematura della madre.

Prima della fama, Redford è stato un ragazzino cresciuto in un quartiere operaio di Santa Monica, Los Angeles. Da adolescente frequentava un gruppo di ragazzi che spesso si mettevano nei guai. Non era nemmeno un bravo studente. Prima di dedicarsi alla recitazione, l’ambizione di Redford era quella di diventare pittore.
“Volevo andare in Francia, in Spagna. Così, a 19 anni, ho risparmiato abbastanza soldi per un anno. Quell’esperienza è ciò che mi ha davvero cambiato la vita, perché ho visto il mondo esterno”, ha raccontato in un’intervista al Time nel 2018.
Quel viaggio ha cambiato la sua visione del mondo e del suo Paese. “Quando andai in Europa, compresi meglio la politica e la natura umana. Al mio ritorno, ero molto critico nei confronti della politica del mio Paese. Questo è ciò che alla fine mi ha portato all’attivismo”.

L’intenso amore di Redford per la natura è stata sempre una costante nella sua vita. La poliomielite contratta a 11 anni lo aveva costretto a letto per settimane. Da bambino, non era mai uscito da Los Angeles. Ma dopo la guarigione, come ricompensa per il calvario che aveva dovuto affrontare, la madre Martha, allegra e comprensiva, lo portò allo Yosemite National Park. Rimase così affascinato dalla bellezza del luogo che finì per lavorarci per tre estati. “Fu allora che divenni dipendente dalla natura nella sua forma più pura”, ha ammesso una volta.
Distante il rapporto dell’attore con il padre, con cui ha condiviso solo la passione per il baseball, tanto da adottare come figura paterna lo zio David, morto durante la Seconda Guerra Mondiale quando lui aveva solo nove anni. Robert subì un altro duro colpo quando i gemelli che sua madre aspettava morirono alla nascita. E il momento peggiore accadde quando aveva 18 anni: sua madre morì a 40 anni a causa di un’emorragia dovuta ad una patologia del sangue. “Quello che rimpiango è che sia morta prima che potessi ringraziarla”.
La perdita della madre gli fece perdere la strada e lo portò all’alcolismo, con conseguente espulsione dall’Università del Colorado. Fu a questo punto che decise di sfuggire a tutto quel dolore e lasciò il paese con i suoi disegni. Visse prima a Parigi e poi nella splendida Firenze. La vita bohémien non funzionò e tornò in Patria, deluso, nel 1957.
Ancora in lutto per la perdita della donna che lo aveva amato così tanto e nel caos che regnava nella sua vita, Robert si innamorò di Lola Van Wagenen, una ragazza timida e membro della Chiesa mormone, che sposò nel 1958, quando lui aveva 22 anni e lei solo 19, e che sarebbe diventata una figura fondamentale della sua vita. Lei lo spinse a intraprendere una strada ben precisa.
Robert smise di bere e accettò la sfida di iniziare gli studi artistici. Si iscrisse al Pratt Institute di New York. In realtà, il suo interesse era la scenografia, ma gli suggerirono di provare a recitare. E così fece. Il resto è storia. Col tempo, divenne uno degli uomini più desiderabili del pianeta. Perché si sposò così giovane? “Per salvarmi la vita. Ecco come mi sentivo all’epoca”.

La vita privata di Robert Redford, i quattro figli
Da Lola Robert Redford ha avuto quattro figli. Il già citato Scott, primogenito della coppia, morto a cinque mesi per morte improvvisa. Poi Shauna e James. Quest’ultimo era nato prematuramente a causa di un problema respiratorio e con scarse possibilità di sopravvivenza. Per tutta la vita ha avuto problemi di salute: ha dovuto subire l’asportazione del colon e due trapianti di fegato a 30 anni. Il primo trapianto fallì e Redford descrisse la disperata ricerca di un organo compatibile come un episodio profondamente angosciante per la famiglia. Poi il cancro che ha segnato la fine di James.

A metà degli anni ’80, a destare preoccupazione fu l’altra figlia Shauna, studentessa di arte all’Università del Colorado. Un giorno, il suo fidanzato fu ucciso dal suo migliore amico con un colpo di pistola alla nuca. La figlia di Redford cadde in una profonda depressione che le costò quasi la vita in un incidente d’auto. Fece una manovra sbagliata e affondò la sua auto in un lago. Riuscirono a salvarla, ma si temeva che non avrebbe mai più camminato. Col tempo, si riprese.
Robert e Lola hanno avuto anche Amy che ha seguito le orme del padre nel mondo della recitazione. Anche regista e produttrice, ha recitato in Sex and the City, Law & Order e I Soprano. La famiglia Redford è poi cresciuta negli anni e l’attore è diventato nonno di sette nipoti.

Gli amori di Robert Redford, la seconda moglie
Redford è stato sposato con Lola van Wagenen, la madre dei suoi figli, per 27 anni. La separazione, quasi trent’anni dopo le nozze, fu reciproca e suscitò scalpore sui media e tra i figli della coppia, in particolare per Amy, che non esitò a definire il divorzio dei suoi genitori come la cosa peggiore della sua vita.
Successivamente ci furono delle relazioni occasionali. L’attore uscì con la costumista Kath O’Rear, la top model francese Nathalie Naud e l’attrice Debra Winger. Per sette anni, invece, amò la celebre attrice brasiliana Sonia Braga.

Nel 1996, l’incontro con quella che diventò la sua seconda moglie: la pittrice tedesca Sibylle Szaggars. Una profonda amicizia, cresciuta nel tempo e culminata nel matrimonio nel 2009.
Redford ha confidato più volte che la sua seconda moglie gli ha dato “una vita completamente nuova”. Ad unirli l’interesse comune per la tutela dell’ambiente e la passione per la pittura.