Paris Jackson tenta il suicidio dopo il docufilm sul padre

Paris Jackson avrebbe tentato il suicidio dopo il docufilm sul padre, Leaving Neverland e le nuove accuse di molestie su minori a lui rivolte.

Secondo il sito web TMZ, la figlia della nota pop star avrebbe tentato il suicidio nella giornata di sabato scorso. Fonti a lei vicine avrebbero dichiarato che questo gesto sarebbe stato una diretta risposta al docufilm Leaving Neverland nel quale due delle vittime accusano Michael Jackson di essere stato colpevole di molestie su minori diversi anni fa.

Paris è stata vista arrivare al suo appartamento di Los Angeles, sabato pomeriggio, indossando una giacca con scritto “Puppies and I’m fine”. Sempre secondo quanto dichiarato dai testimoni e dalle forze dell’ordine, probabilmente questo accadeva immediatamente dopo essere stata dimessa dall’ospedale e affidata alle cure del suo team, dopo il tentato suicidio, una reazione estrema al documentario.

Paris Jackson è l’unica figlia femmina del cantante, avuta con Debbie Rowe, ed è stata cresciuta solamente dal padre che ha ottenuto l’affidamento esclusivo consensuale dopo il divorzio.

Lei stessa ha raccontato spesso del suo passato non facile, aveva solo 11 anni quando il padre morì, e 14 quando rimase vittima di violenze fisiche. A questi episodi sono seguiti diversi tentativi di autolesionismo, molti dei suoi tatuaggi infatti coprono delle cicatrici, e un lungo ricovero in una clinica in Utah, con un primo tentativo di suicidio nel 2013. L’attrice e modella si è spesso definita “uno spirito libero” con una forte connessione per la natura. Si interessa anche di beneficienza, nel 2017, infatti, ha visitato il Malawi, con la fondazione della madrina Lizy Taylor per la lotta contro l’AIDS.

Poco tempo fa, lo scorso gennaio, aveva deciso di prendersi una pausa dai social e da alcune dinamiche perché esausta e senza energie.

Sostiene da sempre il padre, infatti non ha dubbi sul fatto che sia stato assassinato e che l’arresto cardiaco, provocato da un mix di farmaci prescritti dal medico, Conrad Murray (condannato a 4 anni di reclusione) sarebbe stato volontario.

Insieme ai suoi fratelli, il maggiore Prince e il minore Prince Michael Jackson II, soprannominato Blanket ha dichiarato che il nuovo documentario sia ingiusto e unilaterale.

Non hanno preso una posizione esplicita sul documentario perché non è il suo ruolo ma supporta il cugino Taj Jackson in difesa del padre

Il docufilm è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival di quest’anno, il 23 gennaio – 2 febbraio, con la produzione di Dan Reed, e si concentra sulle accuse di pedofilia rivolte al re del pop.

Due uomini, Wade Robson e James Safechuck parlano delle molestie che avrebbero subito da parte della Star quando erano bambini e di come non siano stati le sole vittime.

Questo nuovo elemento nella storia della popstar, ha fatto scalpore in tutto il mondo, provocando serie ripercussioni sulla memoria del cantante. Addirittura alcune radio in Canada avrebbero messo al bando la sua musica, i Simpson cancellato un episodio iconico a lui dedicato e, infine, Louis Vuitton, avrebbe ritirato alcuni pezzi realizzati in omaggio al decennale della sua morte.

Si tratta già del terzo documentario più visto su Hbo il 2-3 marzo, che andrà in onda in Italia il 19 e 20 marzo in due puntate, per quattro ore in totale, sul Canale Nove.

La diretta interessata ha reagito su Twitter in maniera molto decisa quanto riportato da TMZ, dicendo che i giornalisti di TMZ sarebbero “f*****i bugiardi”. I fan le hanno inviato diversi messaggi di incoraggiamento, sottolineando come non siano affari della stampa ma esclusivamente suoi e sincerandosi della sua salute, l’unica cosa importante in questo momento.