Niko Cutugno, chi è il figlio di Toto Cutugno

Nicolò Cutugno, conosciuto con lo pseudonimo Niko, è l'unico figlio del mitico Toto Cutugno, grande appassionato di musica come il papà

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Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

Molto riservato e amante della musica, proprio come il suo papà. Niko Cutugno è il figlio del celebre cantautore Toto Cutugno, scomparso il 22 agosto 2023 dopo una lunga malattia. Pseudonimo di Nicolò, Niko solo in rare occasioni è apparso in televisione, come nell’intervista rilasciata a Mara Venier negli studi di Domenica In il 5 maggio 2024. Un’occasione per ricordare il padre e per offrirne un ritratto intimo e inedito con gli occhi di un ragazzo cresciuto all’ombra di un vero e proprio mito.

Niko Cutugno, figlio di una relazione extraconiugale

Toto Cutugno è stato sposato per una vita con la moglie Carla Galli, ma la coppia non ha mai avuto figli. Classe 1989, Niko è nato da una relazione extraconiugale del cantautore e, come lui stesso aveva raccontato al Corriere della Sera, la notizia della nascita di questo bambino ha certamente portato scompiglio, ma senza distruggere il suo matrimonio. “Carla poteva cacciarmi di casa e invece non l’ha fatto. La prima cosa che mi disse fu di riconoscere mio figlio e dargli il mio cognome” aveva spiegato nell’intervista.

Niko e il rapporto con papà Toto Cutugno

Un volto inconfondibile quello di Niko Cutugno che dal padre non ha ereditato soltanto l’aspetto, ma anche una grande passione per la musica e la scrittura di testi. Il loro rapporto è sempre stato di grande dialogo e confronto ma, come rivelato dal ragazzo, fino all’età di 8 anni non aveva idea che il suo papà fosse uno dei cantautori italiani più famosi di sempre.

“Per me era semplicemente il mio papà, la normalità era vederlo ma non avevo idea di chi fosse, che tutti lo conoscessero – ha raccontato a Domenica In -. Mi ricordo che ero in macchina con lui. Voglio andare a vivere in campagna era in radio e c’era qualcosa che non mi tornava perché il timbro della voce era molto riconoscibile, mi sembrava strano. Lui mi aveva detto che faceva l’ingegnere. Era un modo per tutelarmi e per proteggere anche la mia privacy in qualche modo e probabilmente anche la sua. La cosa particolare è stata quando è venuto fuori quando che era una persona famosa, è stato uno shock“.

A rivelargli tutto il bisnonno materno dopo un’intervista uscita sui giornali. “Non so se fosse una questione di coraggio, io l’ho sempre vista come una forma di tutela. A un certo punto è stato giusto che fosse così, il fatto che io sia nato così è frutto dell’amore, non c’è niente di sbagliato“, ha detto a Mara Venier entrando poi nel dettaglio di un rapporto certamente intenso. “È stato un papà presente perché comunque ho sempre sentito molto amore da parte sua, ma anche estremamente giovanile. Era molto alla mano anche con i miei amici, ovunque andassimo era molto scherzoso ma ci teneva che avessi delle regole di educazione e rispetto”.

Niko Cutugno e l’amore per la musica

Crescere con un papà così importante non è mai stato un peso e insieme a lui a crescere è stato anche un grande amore per la musica. Papà Toto Cutugno non lo ha mai ostacolato in tal senso, ma inevitabilmente Niko ha sentito il peso di un artista noto per il suo perfezionismo.

Niko ha imparato a suonare la chitarra e ha cominciato ad accompagnare il padre durante i suoi concerti, esibendosi insieme a lui per la gioia dei fan, ma a un certo punto ha deciso di smettere. “Era diviso tra la gioia di avermi con lui e il fatto di essere una persona un po’ ‘primadonna’, lo dico con affetto – ha spiegato a Domenica In -. Aveva anche questo misto di gelosia che lui stesso non riusciva a spiegarsi. Ricordo questo episodio in cui suono eravamo a Tel Aviv nel 2016, avevo 27 anni. Gli chiedo se potevo suonare Hallelujah, mi dice sì e in effetti è venuta molto bene. Ero gasatissimo, era il giorno più bello della mia vita. Poi andando a cena con tutti i musicisti e collaboratori io arrivo in ritardo e lui mi fa: ‘Sbrigati che stasera hai pure stonato’ (…) Lui era estremamente perfezionista quindi non faceva sconti a nessuno, neanche a me. Probabilmente era un suo modo per evitare che le persone pensassero che fossi lì per una raccomandazione…”.

Gli ultimi ricordi di papà Toto Cutugno

Laureato in Economia alla Bocconi, la musica è sempre rimasta una sua grande passione nonostante abbia intrapreso tutt’altra strada (fa il videomaker e realizza siti web). Per il suo papà ha anche scritto una canzone, Sentiero, ma sono tante quelle che ha messo nero su bianco nel corso del tempo.

“Avevo qualcosa da dire e spesso le canzoni che ho scritto erano un modo per parlare con lui e fargli arrivare dei messaggi indirettamente. (…) Temevo il giudizio di papà però siamo arrivati a un punto in cui è riuscito a dirmi che quello che scrivevo gli piaceva molto, è stata una grande soddisfazione. La sua personalità nella mia crescita c’è stato un periodo che l’ho subita, perché era molto carismatico, presente, però ho sempre avuto un rapporto di dialogo con lui. Si poteva parlare, si dialogava e tutto ma trovo che il modo in cui lui capiva meglio era attraverso la musica”, ha detto.

L’ultimo periodo è carico di ricordi, molti belli ma anche brutti perché legati alla malattia diagnosticata a Toto Cutugno e che poi, dopo tanti anni, se l’è portato via per sempre. Niko Cutugno ha raccontato di un uomo che non si è mai fermato né arreso, continuando a vivere la sua felicità sul palco: “Questa fase della vita in cui gli è stato trovato questo tumore, avevo 18 anni, è stata vissuta a modo suo nel senso che quasi come se non avesse accettato questa cosa, invece di fare un decorso come tutti non si è preso del tempo per curarsi e stare tranquillo. (…) Faceva la chemio durante la settimana e nel weekend andava a fare i concerti. (…) È riuscito in qualche modo a combattere con grande coraggio, per me è stato una enorme fonte di ispirazione vedere come non si piegava a questa malattia”.

L’ultimo messaggio che gli ha lasciato il suo papà? “Non è stato tanto verbale – ha spiegato – quanto il fatto di aver condiviso letteralmente gli ultimi giorni della sua vita con grande tenerezza e affetto, spesso in silenzio. Ed è stata proprio la presenza a curare un momento drammatico come la fine di una vita”.