Laura Morante e la polemica con Nanni Moretti, perché non l’ha voluta alla premiazione

L’idillio cinematografico tra l’attrice Laura Morante e il regista Nanni Moretti si è infranto per colpa di una premiazione

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Maria Francesca Moro

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Quello composto dall’attrice Laura Morante e dal regista Nanni Moretti è stato uno dei connubi più affascinanti del cinema italiano dell’ultimo mezzo secolo. Morante è stata protagonista, sotto la magistrale regia di Moretti, di tre pellicole cult: Sogni d’oro (1981), Bianca (1984) e La stanza dei figlio (2001). E proprio quest’ultimo, tra i film più intensi del regista, vincitore della Palma d’Oro a Cannes, è stato il film che ha portato alla rottura tra i due. Il motivo lo ha raccontato la stessa Laura Morante in una recente intervista.

Laura Morante esclusa dalla premiazione

La stanza del figlio è stato insignito di uno dei più prestigiosi premi cinematografici internazionali: nell’anno della sua uscita, si è aggiudicato la Palma d’Oro, il premio più importante del Festival di Cannes. In queste occasioni, è tradizione che il regista, chiamato a ritirare la statuetta, inviti l’intero cast accanto a sé sul palco. E così fece anche Nanni Moretti, chiamò tutti – tutti tranne Laura Morante. “Sapeva di aver vinto la Palma d’Oro, ha trattenuto tutta l’équipe e mi ha chiesto di ripartire. Non ha voluto che ci fossi alla premiazione” ha raccontato l’attrice su Robinson, l’inserto culturale del quotidiano Repubblica.

E pare non fosse la prima volta. “La sera in cui al Sacher ha presentato il film, – ha continuato Morante – testimone una mia amica seduta accanto a me, si è avvicinato e mi ha detto: ‘Adesso presento il film, hai nulla in contrario se non ti chiamo?’. ‘Fai come ti pare’, gli ho risposto e la mia amica è rimasta a bocca aperta. Nanni dal palco ha chiamato Jasmine Trinca, Giuseppe Sanfelice e poi ha detto ‘Laura non viene perché è troppo timida’. Roba da non credere!”

Le parole contro Nanni Moretti

Morante non riesce a comprendere i motivi dietro il gesto del regista, ma sa bene come giudicarlo: “La cosa non aveva alcun senso. – togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, continua – Il problema è che su certe persone, sui loro comportamenti, c’è totale impunità. Tutto viene tollerato, ricondotto alle stranezze dell’uomo o della donna di talento”. E Moretti non è l’unico verso cui l’attrice nutre del risentimento: “Ho lavorato con Harvey Keitel, un vero “mostro” sul set. Capriccioso e tirannico. Pretendeva di dire le sue battute da solo con i primi piani e noi costretti poi a parlare al nulla. Il giorno in cui dovesse non esserci più, sono certa che scriveranno di un meraviglioso attore, generoso e disponibile. Ma perché, quando uno muore tutti ne parlano bene?”.

Nanni Moretti sulla questione non si è mai espresso. Ma, raccontò qualche anno fa Morante su Oggi, avrebbe ricontattato l’attrice per prendere parte al corteo finale del film Il sol dell’avvenire, che raduna tutti i professionisti che, nel corso degli anni, hanno lavorato con il regista. Lei, però, si rifiutò: “Non ammetto gesti di convenienza. Agisco in base ai miei principi. Sarei stata ipocrita, se avessi aderito. Come se niente fosse. I comportamenti sono importanti quanto le parole. La risposta è stata negativa, non ostile”.