Kanye West e Bianca Censori, “schiavitù e pornografia”: le accuse e il volo in Russia contro l’embargo

Kanye West è al centro di due complesse vicende: la prima riguarda il suo soggiorno in Russia, la seconda le accuse di sfruttamento minorile

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Kanye West è uno dei personaggi più controversi degli ultimi anni. È un dato di fatto il suo non essere estraneo alle polemiche, e anche questa volta non fa eccezione. Sia lui che sua moglie, Bianca Censori, sono al centro di due scandali, uno riguarda il suo soggiorno in Russia, l’altro una causa di sfruttamento di lavoro minorile. Ma andiamo con ordine. Il noto rapper e imprenditore statunitense ha sempre espresso la sua ammirazione per Vladimir Putin, suscitando spesso discussioni e reazioni contrastanti.

Kanye West a Mosca contro l’embargo

Attualmente, Kanye si troverebbe in Russia, precisamente a Mosca, dove ha in programma una serie di concerti. La sua presenza è confermata nonostante le restrizioni imposte dall’embargo che riguarda anche il mondo dello spettacolo.

La notizia della visita di Kanye West a Mosca è stata confermata dall’agenzia ufficiale russa Tass. La produttrice Yana Rudkovskaya ha dichiarato: “Kanye West è già a Mosca. Questa è una notizia super! Si è fermato nel cuore della capitale”.

Già nei giorni scorsi, erano emerse indiscrezioni in Russia riguardo un possibile concerto di Kanye West allo stadio Luzhniki di Mosca l’8 luglio. Questo evento, se confermato, potrebbe vedere la partecipazione di almeno 80mila spettatori, un numero considerevole che dimostra l’aspettativa e l’interesse suscitato dall’artista.

Nonostante queste informazioni non siano state ancora confermate ufficialmente dalla dirigenza dello stadio Luzhniki, la produttrice Rudkovskaya ha espresso ottimismo: “Incrociamo le dita per il concerto al Luzhniki!”.

Accuse di sfruttamento e trattamenti degradanti

Come se ciò non bastasse, Kanye West è anche al centro di un’altra controversia legale. È infatti stato accusato di aver instaurato un ambiente di lavoro tossico per i suoi collaboratori, tra cui anche minorenni. Secondo le fonti, tra cui Tmz, la causa è stata presentata presso un tribunale distrettuale degli Stati Uniti e coinvolge anche l’ex collaboratore di West, Milo Yiannopoulos, oltre a sua moglie.

Probabilmente Kanye ha fatto bene ad andarsene per un po’ dagli Usa. La denuncia che lo vede coinvolto nel suo stato d’origine sostiene che West avrebbe evitato di pagare servizi di streaming come Tidal, Spotify e Apple Music, decidendo invece di assumere un team di sviluppatori, tra cui giovani di appena 14 anni. Questi lavoratori sarebbero stati sottoposti a condizioni di lavoro forzato e trattamenti disumani. La causa afferma che tra i dipendenti c’erano numerosi lavoratori neri, obbligati a lavorare per lunghe ore senza compenso o pause adeguate.

Si sostiene che i dirigenti bianchi del rapper avrebbero utilizzato un linguaggio offensivo nei confronti dei dipendenti stranieri e delle minoranze. Questi manager avrebbero fatto commenti discriminatori riguardanti età, razza, genere, orientamento sessuale e nazionalità dei lavoratori. Alcuni dipendenti sarebbero stati definiti “schiavi” e “nuovi schiavi” nelle chat di gruppo. Milo Yiannopoulos è anche accusato di aver inviato messaggi inappropriati, inclusi emoji di pelle scura a un dipendente nero e insulti a un giovane collaboratore.

Inoltre, Bianca Censori, moglie di Kanye West, è accusata di aver condiviso materiale pornografico con il personale, accessibile anche ai minorenni, in occasione del lancio di una nuova compagnia di film per adulti chiamata Yeezy Porn.

Secondo la denuncia, agli sviluppatori era stata promessa una somma di 120 mila dollari al completamento dell’applicazione, a condizione che accettassero le condizioni di lavoro senza lamentarsi. Tuttavia, West avrebbe chiesto ai dipendenti di firmare accordi di non divulgazione, minacciando il licenziamento e la trattenuta della paga per chi non avesse accettato. Anche i minorenni avrebbero dovuto firmare accordi di “volontariato”.

La causa afferma che una delle applicazioni sviluppate è stata presentata a West il 1° maggio, ma né lui né Yiannopoulos avrebbero pagato i dipendenti per il lavoro svolto. Gli sviluppatori hanno quindi deciso di intraprendere azioni legali per ottenere risarcimenti per salari non pagati, straordinari e danni emotivi.