Sigfrido Ranucci, chi sono i figli Giordano ed Emanuele

L’attentato a Sigfrido Ranucci ha colpito la sua famiglia, ma i figli Giordano ed Emanuele rispondono con dignità, affetto e una forza silenziosa

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Francesca Secci

Giornalista, esperta di lifestyle

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, scrive soprattutto di argomenti di attualità, lifestyle e cura della casa.

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Quando sei il figlio di un uomo come Sigfrido Ranucci, il giornalismo d’inchiesta non è solo un mestiere del genitore: diventa parte del tuo quotidiano, delle tue paure, e della tua forza. Giordano ed Emanuele Ranucci sono cresciuti imparando a convivere con l’esposizione pubblica del padre e con il rischio concreto che questa comporta.

Eppure, in ogni loro apparizione o testimonianza pubblica, emerge una fermezza che racconta più di mille parole: quella di chi conosce il peso della verità, ma anche il valore del silenzio, della famiglia, della lealtà.

Chi sono Giordano ed Emanuele

Giordano Ranucci, il primogenito, ha scelto una vita lontana dai riflettori: laureato in Lettere, oggi è insegnante. Vive nei dintorni di Roma e, come il resto della famiglia, convive con l’ansia del mestiere del padre (anche lui è da tempo sottoposto a protezione speciale).

Emanuele Ranucci, il più giovane, si è laureato l’anno scorso in giurisprudenza col massimo dei voti. Anche lui ha imparato presto cosa significhi crescere con un padre esposto: in passato ha raccontato di vivere “con il timore che ogni volta che saluto mio padre possa essere l’ultima”.

Anche nella giornata di oggi Emanuele non ha esitato a intervenire con compostezza: raggiunto dai cronisti dopo l’esplosione, ha spiegato di non essere presente al momento dell’attentato, si trovava da un amico, ma di essersi precipitato a casa non appena allertato dalla sorella Michela.

A fronte della paura, i due fratelli hanno scelto coraggio e solidarietà. “Non abbiamo paura, non più di prima”, hanno dichiarato i figli di Ranucci a chi lasciava la loro abitazione dopo l’attentato, sottolineando l’orgoglio per il padre e per il suo lavoro.

Attacco a Sigfrido Ranucci: cosa è successo

Nella notte del 16 ottobre 2025 un boato ha squarciato l’aria di Pomezia: un ordigno artigianale è esploso sotto l’auto del noto giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore dell’inchiesta Report.

Fortunatamente Ranucci era già rientrato in casa, ma l’esplosione ha distrutto anche il cancello e l’auto di sua figlia Michela. Solo pochi minuti prima la ragazza era passata accanto alla vettura, un dettaglio che lo stesso Ranucci ha voluto sottolineare con sgomento: “avrebbero potuto ammazzare mia figlia”.

Le indagini hanno accertato che l’ordigno conteneva circa un chilo di esplosivo, posizionato con cura sotto il veicolo.

L’uomo dietro il personaggio

Oltre al clamore della notizia, è il volto umano di Ranucci a commuovere. Presentatore storico di Report, Ranucci è “uno dei volti più noti del giornalismo d’inchiesta italiano”, ma al di fuori degli studi ha costruito una famiglia solida, imparando presto a convivere con le ombre del suo mestiere.

Dal 2009 vive sotto protezione e dal 2021 è scortato 24 ore su 24: come ha raccontato lui stesso in un’intervista radiofonica, oggi “non posso muovermi liberamente senza due persone che mi seguono in ogni spostamento. La scorta diventa una famiglia allargata”.

Accanto a Sigfrido c’è la moglie Marina e i tre figli, un nucleo che “ha imparato cosa vuol dire la parola scorta”.