Morto Enrico Valenti, creatore di “Uan” e del Gruppo 80. Aveva 71 anni

Una perdita enorme per il gruppo di "Bim bum bam" che oggi deve dire addio al creatore dell'iconico pupazzo "Uan": l'addio ad Enrico Valenti

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Martina Dessì

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Una pagina di storia televisiva si chiude per sempre. A 71 anni ci ha lasciati Enrico Valenti, l’artista visionario che ha saputo trasformare un semplice pupazzo rosa in un compagno indimenticabile per milioni di bambini italiani. Il suo nome è infatti indissolubilmente legato a Uan, l’adorabile mascotte di Bim Bum Bam che ha colorato i pomeriggi televisivi di intere generazioni.

L’uomo dietro la magia di Uan

Enrico Valenti non era solo un creatore di pupazzi, ma un vero e proprio poeta dell’immaginazione infantile. La sua passione per il teatro dei burattini e le arti visive affondava le radici nell’infanzia, quando già sognava di dare vita a personaggi realizzati per far divertire i più piccoli. Nel 1980, questa vocazione si è concretizzata nella fondazione del Gruppo 80, un laboratorio creativo nato dalla collaborazione con Kitty Perria e destinato a cambiare per sempre la maniera di intendere l’intrattenimento per i più piccoli in Italia.

All’interno di questo atelier dell’immaginazione, Valenti ha dato forma non solo a Uan, ma anche agli indimenticabili Five e Four, dimostrando una creatività inesauribile e una profonda comprensione del mondo infantile. Il suo approccio innovativo alle tecniche di animazione ha inoltre permesso di creare personaggi che non erano semplici pupazzi, ma veri e propri amici virtuali che sapevano instaurare un rapporto quasi reale con il pubblico che conquistavano fin dalla prima battuta.

Uan, molto più di un semplice pupazzo

Quando nel 1983 Uan fece il suo debutto televisivo, nessuno immaginava che quel buffo cagnolino antropomorfo (per anni c’è stato un dibattito sulla vera natura di Uan, ma oggi tutti siamo concordi nel ritenerlo un cane) dal pelo rosa e il ciuffo fucsia sarebbe diventato un’icona generazionale. Il nome stesso, derivato dall’italianizzazione di “One” in omaggio a Italia1, dove andava in onda il programma allora condotto da Paolo Bonolis e Manuela Blanchard, racchiudeva già il destino di questo personaggio: essere il numero uno nei cuori dei bambini italiani.

Per quasi due decenni, fino al 2000, Uan ha accompagnato le famiglie italiane nei lunghi pomeriggi invernali che – a quei tempi – ci sembravano interminabili. La chimica magica tra il pupazzo e Paolo Bonolis – affettuosamente chiamato “Pìolo” – rappresentava uno dei momenti più attraenti del programma. Le loro interazioni, fatte di sketch esilaranti, permettevano ai bambini di riconoscersi nelle piccole avventure dello scarmigliato cane: i compiti da fare, i capricci, le paure e le gioie di ogni giorno.

Un talento che sapeva reinventarsi

La genialità di Valenti risiedeva proprio nella sua capacità di adattamento e reinvenzione. Quando Bonolis lasciò la conduzione, Uan non perse la sua caratura, ma continuò a dire la sua accanto a nuovi volti come Licia Colò, Manuela Blanchard, Carlotta Pisoni Brambilla e Roberto Ceriotti. Un personaggio solido, che si è adattato ai tanti cambiamenti cui è andato incontro fino alla conclusione della sua parabola, nel 2000, quando ha detto addio per sempre al bancone di Bim bum bam.

La voce di Uan, inizialmente affidata a Giancarlo Muratori e successivamente a Pietro Ubaldi, si fondeva perfettamente con le animazioni del Gruppo 80, creando un risultato di straordinaria armonia artistica. Ogni movimento, ogni battuta, ogni sguardo di Uan portava l’impronta inconfondibile del genio creativo di Valenti.

La sua influenza ha superato i confini televisivi tradizionali, estendendosi a dischi, apparizioni speciali in programmi come Le Iene e 90 Special, fino al sorprendente cameo nello spot Netflix per Stranger Things del 2019. Questa longevità dimostra come le creazioni di Valenti abbiano saputo attraversare le epoche mantenendo intatto il loro fascino.

Malgrado il furto dei pupazzi originali nel 2005, avvenuto presso la Scuola di Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, Uan ed Enrico Valenti rimarranno legati per sempre. Il suo lavoro è di certo un capitolo fondamentale della storia televisiva italiana, un’epoca dorata ma sfuggente in cui l’intrattenimento per bambini voleva educare con il divertimento semplice, creando un vero legame tra personaggi e telespettatori.