Donatella Rettore compie 70 anni e non rinuncia al suo spirito caustico, che la definisce, dal momento che è l’icona controcorrente per eccellenza. In un’intervista mette subito in chiaro chi sia la più sopravvalutata: “Giorgia. Bravissima, ma è solo un’imitazione di Whitney Houston”, punzecchia. Parole che anticipano un racconto pieno di sfumature, fragilità, orgoglio e qualche velenosa verità: la Rettore che le lettrici di DiLei conoscono e amano.
Donatella Rettore contro Giorgia, cosa ha detto
Donatella Rettore, nella sua intervista rilasciata al Corriere della Sera non risparmia la sua opinione su nessuno, nemmeno su Giorgia, quando le viene chiesto chi sia la più sopravvalutata. Una stoccata che sintetizza la sua visione critica sul panorama musicale italiano, tranne che per Tony Effe, e che non ha mancato di far discutere.
“La cantante più sottovalutata? Io”, risponde poi ridendo. La consapevolezza di non aver mai smesso di essere fuori dal coro è forse la sua eredità più autentica.
I 70 anni di una protagonista irriverente della musica italiana
Oltre alla stoccata a Giorgia, Donatella si racconta con la solita verve mista di orgoglio e autoironia, ripercorrendo una carriera piena di trionfi e inciampi, senza mai rinunciare alla sua sincerità pungente.
“Mi sembra una cifra esagerata”, dice dei suoi 70 anni, scherzando sulla tradizione di passare l’8 luglio al telefono col commercialista per la dichiarazione dei redditi. Questa volta, però, per via della cifra tonda, decide di concedersi una piccola ribellione e festeggiare come si deve, con quel tocco di impertinenza che i fan conoscono bene.
Le frecciatine alle colleghe e il carattere indomito
Non è la prima volta che Donatella Rettore si lascia andare a commenti al vetriolo sulle colleghe. Da Marcella Bella a Loredana Bertè, passando per Mina e Patty Pravo, più di una ha assaggiato la sua lingua tagliente: soprannomi pungenti, ironie su voci, look e persino operazioni estetiche. In tv ha definito Mina una “lavandaia”, Bertè “luridona”, Madonna “da sciacquone”, e ha lanciato frecciatine anche a Gianna Nannini e Patty Pravo. Insomma, tutte sono passate nel tritacarne Rettore. Una verve velenosa e irresistibile, che nel bene o nel male ha sempre alimentato il suo mito di donna fuori dal coro e senza filtri, capace di far sorridere e discutere con una battuta sola.
La Rettore non ha mai nascosto quanto abbiano pesato su di lei le scelte sbagliate imposte da un produttore, che le costarono anni di depressione e attacchi di panico. Ha raccontato durante l’intervista anche di non avere paura di invecchiare ma di temere la solitudine e l’abbandono che spesso la vecchiaia porta con sé, ricordando quanto sia difficile elaborare la perdita dei genitori. “Il mal di vivere è una brutta bestia, ma ho incontrato persone che mi hanno aiutato. Non è vero che lo spettacolo è solo cattiveria”.
Un’infanzia segnata da grandi aspettative
Tre fratelli morti subito dopo il parto, un unico genitore superstite e la pressione di dover eccellere: “Dovevo essere il genio di casa”, ricorda. E lei ha deciso di diventare un’icona, semplicemente Donatella. Il sogno di fare il pompiere lasciato in un cassetto, mentre la madre la voleva astronauta. In realtà, già allora era “tra le nuvole”.
La musica arriva presto, con il gruppo parrocchiale chiamato proprio Cobra: un nome che tornerà, anni dopo, come titolo del suo primo grande successo.