Domenica In: Lino Guanciale, Il Commissario Ricciardi e il ricordo di Proietti

Lino Guanciale a "Domenica In" ha parlato della sua nuova avventura con "Il Commissario Ricciardi" e ha ricordato Gigi Proietti

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Redazione

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Mara Venier ha regalato ai suoi telespettatori una puntata ricca di grandi emozioni, con tanti volti noti della televisione italiana. Tra i personaggi che ha accolto nel salotto di Domenica In non poteva mancare Lino Guanciale, uno degli attori più amati del momento, che approderà su Rai 1 con Il Commissario Ricciardi.

Un personaggio che Lino Guanciale ha amato fin dal primo momento, e che ha scelto di interpretare proprio per le sue mille sfaccettature. “È un personaggio di cui penso sia impossibile non innamorarsi: è un uomo che si porta dentro un grande segreto, un super potere maledetto, poter percepire gli ultimi pensieri di una vittima di morte violenta. Sceglie di fare il commissario da un lato perché capisce che se restituisce verità e giustizia queste vittime queste apparizioni vanno via dalla sua mente, ma anche perché rende utile per la società quel dono che lui ritiene una maledizione”, ha raccontato a Zia Mara l’attore.

Il Commissario Ricciardi, come ha spiegato l’attore, è ispirato ai romanzi di Maurizio De Giovanni ed è ambientato nella Napoli degli anni Trenta. Per prepararsi al meglio per interpretare il suo personaggio ha anche letto tutti i romanzi che lo vedono protagonista.

Questo ruolo gli ha già regalato una grande notorietà: “Io la vivo come un tesoro: capitano delle fortune nella vita che il merito e le occasioni ti presentano davanti. Ho avuto diversi maestri, ma il fatto di lavorare appena uscito dall’Accademia con Gigi Proietti ha dato un la alla mia carriera che forse non era possibile di aspettarsene di migliori”.

Ovviamente non poteva mancare un omaggio al grande attore, scomparso solo qualche mese fa. La Venier ha mandato in onda un filmato che ha fatto emozionare Guanciale e che gli ha fatto ricordare i momenti più belli trascorsi in sua compagnia:

Mi sono un po’ commosso. Sai cosa mi faceva ridere di lui? Le prove duravano otto ore e noi per sei ore godevamo dei suoi sketch, perché per farci stare rilassati ci faceva vedere com’è bello stare sul palcoscenico godendoselo. Però quando c’era qualcuno che, come si dice a Roma, se ‘la sentiva troppo calda’, ci diceva: “Se prima di entrare in scena non sei agitato ti devi preoccupare, perché al palcoscenico non si deve dare del tu”. Questa cosa mi è rimasta impressa dentro.