Chiara Ferragni, l’ultima strategia per evitare il fallimento

Approvato l'aumento di capitale per Fenice che salva Chiara Ferragni dall'ennesimo guaio economico

Foto di Martina Dessì

Martina Dessì

Lifestyle Specialist

Content editor di tv, musica e spettacolo. Appassionata di televisione da sempre, designer di gioielli a tempo perso: ama i particolari, le storie e tutto quello che brilla.

Pubblicato: 11 Marzo 2025 13:28

Il campo dell’imprenditoria al femminile è sempre in movimento, e una delle sue protagoniste indiscusse, Chiara Ferragni, sta affrontando una fase di grande trasformazione. Dopo un periodo turbolento, arriva una svolta importante per Fenice, la società che detiene i marchi legati all’imprenditrice digitale. L’assemblea ha dato il via libera all’aumento di capitale, segnando un nuovo inizio per l’azienda che fatica a direzionarsi dopo lo scandalo legato al pandoro-gate, costato già alcuni milioni di euro di perdite.

La decisione per salvare Fenice

Durante l’assemblea, la delibera proposta dall’amministratore unico Claudio Calabi è stata approvata con un’ampia maggioranza, grazie al voto favorevole di Sisterhood e Alchimia. Una mossa strategica, con cui sono stati confermati tre punti chiave: l’approvazione del bilancio, la revisione dello stato patrimoniale e l’aumento di capitale, fondamentale per sostenere il piano di rilancio della società.

Dopo mesi di incertezze, Fenice sembra finalmente aver trovato una direzione chiara, garantendosi le risorse necessarie per affrontare il futuro con maggiore stabilità. L’approvazione dell’aumento di capitale è di certo un passo essenziale per dare nuova spinta al brand Chiara Ferragni, che ha vissuto momenti di difficoltà seguiti alla sanzione da un milione di euro comminata dall’Antitrust e legata alla vendita dei dolci natalizi firmati dall’imprenditrice digitale e considerata poco trasparente.

Un ruolo chiave in questa operazione lo ha ricoperto Sisterhood, che ha dichiarato di essere pronta a sottoscrivere l’aumento di capitale in proporzione alla propria quota e, se necessario, anche per le parti non coperte dagli altri soci. Un intervento, questo, che mira a garantire che Fenice possa continuare a operare con successo nel settore della moda e del lifestyle, mantenendo vivo il suo posizionamento nel mercato. L’ammontare dell’aumento di capitale è di 6,4 milioni di euro, una cifra importante che consentirà all’azienda di ripianare le perdite e provare a pensare all’avvenire.

Il rilancio dopo le difficoltà economiche

Gli ultimi anni non sono stati semplici per il brand Chiara Ferragni. Le perdite registrate tra il 2023 e il 2024 ammontano a circa 10,2 milioni di euro, azzerando di fatto il patrimonio della società. Se nel 2023 i ricavi erano ancora consistenti, con una cifra stimata tra gli 11 e i 12 milioni di euro, il 2024 ha segnato un netto calo. Dopo il cosiddetto pandoro-gate e le conseguenti ripercussioni sull’immagine del marchio, il fatturato si è ridotto drasticamente, attestandosi intorno ai 2 milioni di euro. Un duro colpo per una firma che, solo pochi anni fa, rappresentava un vero impero nel mondo della moda digitale. Ma la volontà di ripartire è forte e l’aumento di capitale potrebbe essere la strategia giusta per rimettere in piedi il business.

Non tutti, però, hanno accolto con favore la strategia proposta. L’imprenditore Pasquale Morgese, che detiene il 27,5% della società, ha votato contro l’aumento di capitale e l’approvazione del bilancio, manifestando il proprio dissenso rispetto alla gestione attuale. Morgese ha anche lasciato intendere la possibilità di impugnare le delibere assembleari, aggiungendo un elemento di incertezza alla situazione. Dall’altro lato, Sisterhood, con il 32,5% delle quote, e Alchimia, con il 40%, hanno dimostrato compattezza, approvando le misure necessarie per garantire la continuità aziendale.