Chi è Dvora Ancona, diva in rosso contro i femminicidi alla Prima della Scala

Conosciuta per le sue mise ad effetto, anche quest'anno si è distinta per una scelta di stile piuttosto singolare

Foto di Anna Verrillo

Anna Verrillo

Giornalista e Lifestyle Editor

Sangue campano e cuore a stelle e strisce. Scrive di cultura e spettacolo con frequenti incursioni nella cronaca rosa perché da brava gemelli non ama prendersi troppo sul serio.

Un abito contro le regole, ma con un significato ben preciso: in occasione del ‘Don Carlo’ alla Prima della Scala, c’è chi ha scelto un look total red, trasgredendo al galateo per una buona causa. Parliamo di Dvora Ancona, che proprio attraverso la cornice dell’anteprima teatrale più importante d’Italia, ha voluto lanciare il suo messaggio contro i femminicidi e la violenza di genere. Ma chi è la donna che ogni ano continua a stupire nel foyer con i suoi look?

Chi è Dvora Ancona e il motivo del suo look

Nata ad Haifa, in Israele, Dvora Ancona è una chrirurga estetica molto conosciuta a Milano, nonché presidente dell’organizzazione D.V.O.R.A. (Donne volontarie operative richiesta di aiuto) per le donne vittime della violenza da ferite fisiche. Tenendo fede alla sua battaglia sociale, in occasione della Prima alla Scala 2023 ha scelto un look per esprimere solidarietà a tutte vittime di violenza, memore anche dei recenti funerali di Giulia Cecchettin. La dottoressa ha sfilato in un sontuoso abito rosso, colore tradizionalmente evitato a teatro in quanto già utilizzato per poltrone e tendoni. Il modello, disegnato dallo stilista Antonio Riva, è realizzato in seta color rubino e con ricami in oro 24 carati, ispirati ad un’opera di Zeffirelli.

Dvora Ancona alla Prima della Scala
Fonte: IPA
Dvora Ancona alla Prima della Scala

“Il rosso può sembrare un errore per una soirée per la prima alla Scala, ma è in realtà un messaggio forte e incisivo nella speranza che questo non sia solo un momento mondano, ma anche un momento di riflessione e di denuncia a tutela di tutte quelle donne che soffrono” si legge in una nota diffusa dalla stessa Ancona. Ad ispirare la dottoressa, è stata la frase “Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima” in quanto , si legge ancora sul comunicato, anche lei in passato è stata vittima di abusi.

Gli altri look fuori dagli schemi

Non è la prima volta che Dvona Ancona stupisce con uno dei suoi look alla Prima della Scala, tutti portatori di un messaggio ben preciso. Nel 2017, la dottoressa aveva scelto un abito con 170 rose disegnato sempre da Antonio Riva ed ispirato alla Madame de Pompadour dipinta da François Boucher. Nel 2019, invece, era approdata al teatro con un abito con tante lucine inserite nel tessuto di tulle per omaggiare la luce della rinascita del Risorgimento. Infine, lo scorso anno, aveva optato per un abito rosa con cappello da baseball, un gesto di solidarietà alle donne uccise per non avere indossato il velo.

Eppure, in questa lunga lista di abiti sui generis, quello di quest’anno sembra avere un significato ancora più speciale: la stessa dottoressa, infatti, ha raccontato al Corriere della Sera di essere stata lei stessa vittima di una relazione tossica. “Ho avuto il mio carnefice. Un uomo che amavo ma che mi diceva: non sei bella, fai un lavoro inutile. Poi è arrivato un calcio in pancia. Poi, ancora. Per tre volte. Ho denunciato. Ma mi sono salvata perché sono scappata. Io e lui convivevamo, io me ne sono andata. Poi mi ha chiamato: se torni ti perdono. Non sono tornata. Non tornate mai” ha dichiarato la dottoressa. Un messaggio che, complice la cornice e la scelta di moda coraggiosa, è arrivato più forte che mai.