Carolina Marconi su Instagram: “Io, guarita dal tumore non idonea all’adozione”

La showgirl è una guerriera: dopo aver sconfitto il tumore ora vuole trasformare in realtà il suo sogno più grande, ma non può. La sua battaglia

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Ci sono desideri che partono direttamente dal cuore e che sono preziosi e importanti, raccontarli significa mettersi a nudo e così ha fatto Carolina Marconi che, attraverso il proprio profilo Instagram, ha condiviso la sua battaglia per adottare un bambino. Ma non solo, perché la showgirl è andata più a fondo parlando di una situazione che non tocca soltanto lei, ma tante persone.

Carolina è una guerriera e lo ha dimostrato nel corso degli ultimi mesi in cui ha raccontato senza filtri la sua battaglia contro il tumore, ora è pronta ad aprire nuovamente il suo cuore.

Carolina Marconi, il desiderio di adozione raccontato su Instagram

Una foto insieme al fidanzato Alessandro Tulli, che nel percorso difficile e durissimo della lotta contro il tumore le è stato sempre accanto, e poi parole che raccontano di un desiderio profondo. Ma anche le sue sensazioni senza paura di esporsi, una caratteristica che ci ha mostrato in tutti questi mesi.

Carolina Marconi sul suo profilo Instagram ha aperto nuovamente il suo cuore. Nel post spiega le ragioni del suo essere giù di morale: “Io e Ale avevamo pensato di adottare un bimbo visto le tante difficoltà… Ci stiamo facendo seguire da un avvocato, purtroppo non sono idonea a intraprendere un‘adozione perché ho avuto un tumore anche se sono guarita”. Una situazione che – come spiega la showgirl – vivono anche tante altre persone: “Più di 900 mila persone in Italia ‘guarite di tumore’ non possono essere libere di guardare il futuro senza convivere con l’ombra della malattia e per questo è molto difficile adottare un bambino, ottenere un mutuo, farsi assumere. Una vera e propria discriminazione. Ci sono paesi come la Francia, Olanda, Lussemburgo, Portogallo, Belgio che hanno aderito al riconoscimento del Diritto dell’oblio oncologico con l’obiettivo di ottenere una legge che tuteli le persone che hanno avuto una neoplasia”.

Una battaglia che la accomuna a tante persone e che Carolina Marconi ha deciso di portare avanti insieme a loro. “Grazie alla associazione Aiom – ha scritto –  lancia una campagna per richiedere all’Italia di adeguarsi garantendo i diritti degli ex pazienti. Abbiamo raccolto fino oggi 24mila. Lo scopo è il raggiungimento di più di 100.000 firme che verranno poi portate al Presidente del Consiglio per chiedere l’approvazione della legge”. Carolina ha lasciato poi il link alla petizione e ha aggiunto un appello: “Noi non siamo il nostro tumore”.

Carolina Marconi, il sogno di un bambino

Carolina Marconi non ha mai nascosto di voler diventare madre. Dopo l’ultimo ciclo di chemioterapia aveva pubblicato un post su Instagram che era una vera e propria celebrazione della vita: “Questa sarà la fine di un faticoso percorso ma l’inizio di una seconda possibilità, di una seconda vita. E me la vorrò godere fino in fondo”, aveva scritto. Poi aveva aggiunto: “Mi prometto di essere felice, ora mi metto in forma e poi il sogno della mia vita, fare un bambino“. Quello della maternità era un desiderio profondo, condiviso con il compagno da nove anni Alessandro. Dopo aver provato a rimanere incinta senza risultati, aveva raccontato a Verissimo, aveva iniziato gli esami per procedere con la procreazione assistita: ed è stato in quella occasione che ha scoperto il nodulo al seno: “Un tumore piccolissimo, ma molto aggressivo”. Carolina ha sconfitto il tumore, ma non ha smesso di combattere, ora lo fa per quel sogno così grande per lei e il suo compagno.

Il DDL per il diritto all’oblio dei pazienti oncologici

Ma una nuova vita attende tutti gli italiani guariti dal tumore, oltre un milione, fatta di diritti, negati per anni. E una speranza anche per coloro – oltre 3,6 milioni di pazienti – che vivono oggi con una diagnosi di tumore e che potranno presto superare la soglia dei 10 anni (o dei 5 anni se minorenni) e considerarsi guariti a tutti gli effetti.

Si chiama ‘diritto all’oblio’, per troppi anni sfuggito ai radar della politica. Parliamo di diritti su attività banali – ma fondamentali – come chiedere un prestito per riprendere o avviare una attività, poter stipulare una assicurazione o un mutuo per acquistare una casa o richiedere un’adozione. A queste persone si rivolge il DDL presentato il 29 marzo 2022 alla Sala Nassirya del Senato dalla Senatrice Paola Boldrini, vicepresidente Commissione Sanità, e richiesto e supportato in questi mesi dalla Rete Oncologica Pazienti Italia, alla presenza di Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute; Saverio Cinieri, presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica); Antonio Gaudioso, capo della segreteria tecnica del Ministero della Salute..

“Una risoluzione del Parlamento Europeo che chiede alla Commissione e agli Stati membri di legiferare sul diritto all’oblio entro il 2025, misura l’importanza del tema come strategia globale – ha aggiunto la sen. Paola Boldrini, vicepresidente Commissione Sanità –. L’obiettivo ora è tagliare i tempi parlamentari attraverso quella che si definisce, ‘procedura di esame in deliberante’ da parte delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, competenti in materia”.

“È Importantissimo questo disegno di legge, sforzo congiunto di Istituzioni, associazioni dei pazienti e fondazioni – chiarisce Saverio Cinieri, presidente Aiom (Associazione Italiana Oncologia Medica) –. Aiom vuole spingere fortissimo per concludere questo processo di approvazione. Si tratta di Una legge di civiltà, non soltanto perché ce la chiede l’Europa. I pazienti non devono avere dubbi anche su un altro punto: non perdono il diritto di continuare a svolgere regolarmente gli esami di controllo con l’esenzione completa”.