Carlo Vanzini ha un tumore al pancreas. Il telecronista, voce celebre della Formula 1, ha parlato della sua malattia e della forza che la sua famiglia gli sta trasmettendo in un momento difficile. “Giorni fa sono entrato in tendenza su X per il mio aspetto: sono gonfio per il cortisone, sono pelato, ho perso la barba. Alcuni conoscenti hanno creduto senza battere ciglio alla mia storia di un cambio di look. Altri hanno scritto sui social ai miei figli“, ed è stato proprio il figlio Luca a convincerlo a parlarne pubblicamente. Lo ha fatto con sofferenza e quasi “costretto” dalle pressioni esterne.
Carlo Vanzini ha un tumore al pancreas: “Come l’ho scoperto”
Il telecronista e responsabile del team di Sky Sport per i Grandi Premi è malato. Carlo Vanzini, a 54 anni, ha parlato a il Corriere della Sera della malattia che lo ha colpito. Una diagnosi arrivata il 18 giugno di quest’anno: “Non me ne sono accorto. Il mio collega di Sky Davide Camicioli aveva pubblicato un post dal centro Formula Medicine di Viareggio, con il dottor Riccardo Ceccarelli. Io quest’anno pensavo di saltare il solito check up, ma quando l’ho visto l’ho chiamato per dirgli che se mi avesse avvisato sarei andato con lui. In sottofondo, sento il medico suggerirgli di presentarmi il mercoledì successivo”.
Ha fatto per prima cosa un ecografia addominale: “Dobbiamo parlare, c’è una lesione; si può prendere, ma devi correre”, così gli disse il medico. Il pensiero di Vanzini è andato subito alla moglie, Cristina Fantoni. È stata lei a prenotare la visita specialistica a Verona: “Mia sorella è morta al San Raffaele, per la stessa malattia. Psicologicamente, preferivo farmi vedere altrove. Il chirurgo mi ha fatto un disegnino su un foglio e mi ha parlato dell’operazione, dopo la chemio. Sapere di potermi operare mi ha fatto intravedere un po’ di luce”.
L’operazione a gennaio e il rapporto con la malattia
“Come lo canta Vecchioni, che pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire”, ha dichiarato Vanzini durante l’intervisto, citando la canzone del cantautore Sogna ragazzo, sogna, e mostrando tutta la sua voglia di continuare a vivere, senza farsi dominare dalla paura.
Dal momento della diagnosi il telecronista sportivo ha iniziato le cure. Le chemio, nonostante il passato, le ha affrontate a San Raffaele, perché molto vicino alla sua casa a Milano. “Ho visto il professor Stefano Crippa, mi ha fatto lo stesso disegnino del collega di Verona e lì mi sono tranquillizzato: la strada era giusta”.
Poi, uno dei momenti più difficile: la comunicazione ai figli: lo ha fatto “alla fine di luglio, dopo una vacanza. Cristina, ancora una volta, è stata bravissima: è la colonna portante della famiglia, è una donna fortissima. Ha cominciato lei: ‘Papà si deve curare’. Ma io ho chiesto di comportarsi come sempre, di farmi arrabbiare, perché non avevo bisogno di infermieri”.
Non ha mancato di confessare le difficoltà della malattia: “Ho imparato ad ascoltarmi, a sentire la stanchezza, le dita delle mani e dei piedi diverse dopo la chemio, le gambe che fanno giacomo giacomo. Però continuo a giocare a calcetto una volta alla settimana con gli amici di sempre: vabbè, ora sto in porta… Luca mi ha trascinato a giocare a tennis e a padel. Mi viene subito il fiatone, ma almeno ci provo. Esco con l’ebike. Un giovane pilota di Formula 1 e il medico che mi ha in cura mi hanno detto che è una questione di testa e io ce la sto mettendo tutta”.
Ma non è mancata la paura: “L’ho avuta quando l’oncologo mi ha parlato della radioterapia e ho temuto che l’operazione saltasse. Quella notte Cristina era a Roma per lavoro e nel lettone con me c’era Anita, che si era intrufolata. Lei è uno spettacolo, mi dà forza già solo guardarla. Da poco siamo andati insieme al concerto di Alfa ed è stato un momento bello, solo nostro”.
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