Alessia Fabiani, “Da supermamma dico: potere alle donne”

Alessia Fabiani, dalla tv al teatro, passando per due figli che sono la sua priorità. In procinto di debuttare con un nuovo spettacolo ci svela tante cose..

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Pubblicato: 12 Ottobre 2017 11:36

Alessia Fabiani è stata una delle letterine e show girl più amate dei primi anni 2000. Poi alla tv ha preferito il teatro, che negli ultimi anni ha occupato interamente la sua vita. In mezzo ci sono stati due gemelli, nati nel 2012, Kim e Keira, con tutte le difficoltà del riuscire a conciliare la vita di attrice a quella di mamma. E qualche polemica social.

L’abbiamo raggiunta la viglia del debutto del nuovo spettacolo teatrale, “Ti presento mio fratello“. E lei ci ha raccontato di tutto, compreso il suo desiderio più grande.

Il teatro, tua grande passione. In questi anni sei riuscita a realizzare il tuo sogno
Il teatro è nelle mie vene fin da piccola. Mia mamma e mia nonna mi hanno educata portandomi a vedere gli spettacoli dei più grandi: Gassman, Gaber, Albertazzi. Sono cresciuta a “pane e teatro” e poi l’ho anche studiato, essendomi laureata in beni culturali, indirizzo artistico. Alla fine il destino ha voluto che diventassi protagonista di questo meraviglioso mondo.

Stai per debuttare con un nuovo spettacolo: “Ti presento mio fratello”
Sono Petra, gallerista che abita nel canton Ticino, con mio marito di origini napoletane. Una famiglia che vive di regole ben precise, modello svizzero, e che affronta un problema: vorrebbero un figlio che non arriva e per questo vengono seguiti da uno specialista che prescrive loro una dieta ferrea per raggiungere l’obiettivo. Tutto questo “equilibrio” viene scombussolata dall’arrivo del fratello di Stefano (Peppe Quintale) direttamente da Napoli. Da lì si sviluppa una commedia degli equivoci fatta di tanto divertimento ma anche importanti riflessioni. Due mondi a confronto: la precisione della Svizzera  e il “disordine” pieno però di emozioni e di sentimenti veri  del Sud.

A proposito di figli, hai due gemelli di 5 anni. Come riesci a gestire bambini e lavoro?
Mi dicono di essere una super mamma. Sono una persona molto precisa, mi organizzo alla perfezione. Tutto è cadenzato da ritmi ben serrati: il mio lavoro, il teatro e poi la scuola, gli amici lo sport dei bimbi. Abbiamo un calendario molto ferreo da rispettare.

In tournée i bambini vengono con te?
Capita, ma non sempre. Per fortuna c’è anche il papà.

Come si veste Alessia Fabiani tutti i giorni?
Leggins e t-shirt. La comodità innanzitutto. Vesto molto semplice, “basic”.

Un accessorio che non può mancare nel tuo armadio?
Il gloss per quanto riguarda il make up e il jeans per l’abbigliamento. Il denim dev’esserci sempre.

Qualcosa che va di moda oggi e trovi invece orribile?
Odio le scarpe con la gomma alta sotto.

Hai una musa ispiratrice per il tuo look?
La strada. Amo il vintage, mi piace giocare con i look,, azzardare, con pezzi anche scovati a pochi euro nelle bancarelle. Amo molto fare la “clochard”, scavare nei mucchi di vestiti…

Il rosso è un colore moda per questo autunno-inverno e tu avevi confessato di amarlo molto. Hai già comprato qualche capo in tinta?
Ho comprato dei pantaloni a vita alta, a palazzo, con bande laterali nere. E un maglione di caschemire rosso. Li utilizzerò tantissimo, anche perché il rosso è diventato il colore preferito di mia figlia Keira, che vuole tutto di questo colore. Le sto preparando un bellissimo vestitino rosso per il suo compleanno, in taffetà.

Sei stata una delle prima ad avere un blog di moda (Stripes&Pois, ndr). Lo curi ancora?
Al momento è fermo. Non avrei il tempo di curarlo e seguirlo come si deve. Preferisco dedicare quel poco tempo che ho ai miei canali social. Su Instagram  scrivo anche di moda. Lì converge tutto: teatro, vita di mamma e il mio lato “fashion”

Cosa ne pensi dell’enorme successo delle fashion blogger oggi, molte delle quali divenute trend setter e creatrici di brand famosi, come Chiara Ferragni?
Penso sia un bel business. Se uno ha tempo e passione, ben venga. Non è una cosa da improvvisare, ma un vero e proprio lavoro e bisogna dedicarci tempo e passione. Va fatto con criterio.

In  passato ti eri schierata contro l’esposizione mediatica – comune a molte tue colleghe – dei figli in tv. Sei ancora di questo parere?
Sì, non mi piace. Trovo sia una forzatura nei confronti dei bambini, costringerli a fare delle cose per loro innaturali. Già è difficile essere figli di un personaggio pubblico, di un artista…Preferisco far vivere loro una vita il più normale possibile. Finché si possono tutelare, è meglio farlo. Invece ho una posizione diversa per quanto riguarda l’esposizione sui propri canali social. Lì amo condividere la mia vita con i bambini. Non trovo, in quel caso, nessuna azione coercitiva nei loro confronti. Sono solo momenti di vita privata condivisi coi fan.

Sei stata criticata per avere mostrato sui social delle foto giudicate non proprio perfette, che mostravano alcune imperfezioni e il normale passare del tempo. Cosa rispondi oggi a queste persone?
Purtroppo esistono gli haters: persone che si nascondono dietro nickname o fake name e passano il loro tempo insulso ad attaccare personaggi pubblici. Io credo di essere molto amata e al tempo stesso di avere, come tutti, persone cui non sono simpatica. Li considero quindi dei normali e gratuiti commenti negativi, che mi toccano poco o nulla.

Nelle ultime ore Hollywood è stata travolta dallo scandalo Weinstein, sugli abusi sessuali cui il potentissimo produttore ha costretto moltissime attrici famose. Pensi che questo atteggiamento sessista capiti anche da noi?
Credo proprio di sì ma a me non è mai capitato perché altrimenti lo avrei detto immediatamente. Anzi, credo che in passato alcune persone abbiano proprio evitato di coinvolgermi, conoscendomi. Non ho peli sulla lingua. E il non essere mai stata coinvolta lo ritengo anche un elogio alla mia intelligenza e alla mia capacità di mettere sempre le cose in chiaro da subito.

In passato questa schiettezza ti ha creato dei problemi nell’ambiente?
Ovviamente sì.

C’è uno spettacolo teatrale, magari un classico, che vorresti interpretare?
Classici tanti: “Un tram che si chiamo desiderio”, primo su tutti.  Però al momento sono affascinata da questo nuovo modo di fare commedia, che unisce l’attualità a certi schemi del teatro classico. Uno spettacolo che ho fatto e mi piacerebbe replicare è Se questo è un uomo, di Primo Levi. Interpretavo una deportata nei campi di concentramento ed è stato un esperimento bellissimo. Amo molto la mia vena drammatica.

Che insegnamento vorresti dare ai tuoi figli, in questo momento storico?
Questo è il nocciolo delle mia ansie. Quello che mi fa dormire meno la notte e mi tormenta di giorno. Semplicemente  cerco di assecondare i loro umori, senza particolari imposizioni.  Li lascio liberi di fare quello che hanno voglia di fare, sempre sotto il mio occhio supervisore.

Che persone vorresti che diventassero?
Vorrei che avessero un po’ di Alessia, un po’ di Patricia, mia mamma, e un po’ di mia nonna Laura.

Solo donne?
Sì, che mio figlio non me ne voglia, ma sinceramente io sono per il “potere alle donne”. Come vedi sono sincera fino in fondo!