E’ morto a 89 anni Alan Arkin, il nonno più amato del cinema. Il ruolo in Little Miss Sunshine valse all’attore e regista l’Oscar come miglior non protagonista. La scomparsa è avvenuta nella sua casa di Carlsbad, in California e a dare l’annuncio sono stati i figli Adam, Matthew e Anthony: “Nostro padre era un talento e una forza della natura, un artista e un uomo. Marito adorato, padre, grande nonno, lo abbiamo amato e ci mancherà profondamente”. Una perdita che colpisce soprattutto chi nelle sue interpretazioni ha trovato la forza di sognare, nonostante tutto.
Addio al nonno di Little Miss Sunshine: un inno all’importanza dei sogni
La storia di una famiglia sgangherata in viaggio per il sogno di una piccola di sette anni, Olive: partecipare a un concorso di bellezza dall’altra parte del Paese. Alan Arkin veste i panni di Edwin, il nonno paterno, un anziano nostalgico per le sregolatezze della gioventù, buttato fuori dalla casa di riposo Villa Tramonto perché sniffa cocaina. Un personaggio sboccato, fragile, complicato, ma sincero. È proprio lui a seguire gli allenamenti della piccola aspirante Miss America. Quando la bambina viene accettata alla finale del concorso in California il lungo viaggio su un vecchio pulmino Volkswagen T2 non lo scoraggia: il nonno non vuole rinunciare per alcun motivo all’esibizione preparata con tanta fatica e si imbarca in quella che sarà la sua ultima, folle, avventura.
Proprio così, perché, come tutti ricordiamo, Edwin non vedrà mai l’esibizione di Olive: morirà per overdose durante il viaggio d’andata, in una scena iconica e tragicomica, che lascia in bocca il sapore che solo le grandi storie sanno trasmettere. È anche vero che la morte di Edwin non è la fine: il suo desiderio di veder realizzati i sogni della piccola ha mosso e commosso tutta la famiglia, che decide di proseguire il viaggio. Per farlo tutti insieme trafugano la salma dell’anziano parente e, una volta caricata sul furgone, ripartono vero la California. La loro diventa una vera e propria fuga, giustificata unicamente dal desiderio e dalla passione di una bambina di sette anni, che, come se parlasse al cuore di tutte noi, vuole ottenere la possibilità di esprimere se stessa, costi quel che costi.
Anche nel finale tutto riporta alla figura di quel nonno sopra le righe. Olive riesce ad esibirsi, nonostante il contesto non sia dei migliori, circondata da bambine-bambole imbellettate da vere e proprie modelle. La sua è l’esibizione più irriverente di sempre: esegue uno striptease scandaloso che lascia attoniti tutti i presenti. Ma, ancora una volta, la famiglia non l’abbandona, sale sul palco e l’affianca con danze scomposte e scatenate. Non c’è dubbio: l’impronta di Edwin c’è ed è potente. Ha contagiato tutti e ora non si può tornare indietro: certo Olive non vince, ma torna a casa soddisfatta e felice.
Alan Arkin: la carriera di un interprete senza tempo
Dopo l’apice della sua produzione vissuta a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 Alan Arkin era di recente tornato alla ribalta. Era nato a Brooklyn nel 1934, da una famiglia ebraica. Studiò recitazione da giovanissimo, ottenendo i primi ruoli in teatro e tv già negli anni ’50. Vinse un Tony Award per Enter Laughing, nel 1963 e successivamente iniziò a lavorare anche per il cinema.
La prima candidatura all’Oscar arrivò nel 1969 come miglior attore non protagonista, per la commedia Arrivano i russi, arrivano i russi. Ma le possibilità non mancarono: ottenne altre tre volte quella al premio Oscar, prima per L’urlo del silenzio, dove interpretò magistralmente il ruolo del giovane protagonista sordo, poi per Little Miss Sunshine e successivamente per Argo, nel 2013.
Collaborò con registi del calibro di Vittorio De Sica, Mike Nichols (Comma 22), Tim Burton (Edward mani di forbice), Sydney Pollack (Havana) ed Andrew Niccol (Gattaca – La porta dell’universo). La sua ultima apparizione sullo schermo risale al thriller Spenser Confidential, nel 2020.