Ugo Tognazzi

Ugo Tognazzi è stato un attore, regista e scrittore italiano considerato unanimemente come uno dei maggiori esponenti della commedia all'italiana

Ugo Tognazzi
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Nome completo: Ottavio Tognazzi
Nascita: 23 marzo 1922
Luogo di nascita: Cremona, Italia
Morte: 27 ottobre 1990
Luogo di morte: Roma
Professioni: Attore, Regista
Segno zodiacale: Ariete
Altezza: 1,70 m
Partner: Franca Bettoja; Margarete Robsahm; Pat O’Hara
Genitori: Maria ed Ermenegildo Tognazzi
Figli: Riccardo "Ricky"; Thomas Robsahm; Gianmarco; Mariasole
Fratelli/Sorelle: Ines Tognazzi

BIOGRAFIA

Complice il lavoro del padre Ermenegildo, per tutti Gildo, ispettore in una compagnia di assicurazioni, l’infanzia trascorre tra diverse città, fino al rientro nella sua Cremona nel 1936 insieme al papà, alla mamma Maria e alla sorella minore Ines, nata due anni dopo di lui. Più avanti, Ugo inviterà proprio Gildo a comparire nel film Il fischio al naso, facendogli interpretare il padre del suo personaggio.

Tornato a Cremona, trova impiego come ragioniere al salumificio Negroni. Nel tempo libero coltiva la passione per il palco con la filodrammatica del dopolavoro aziendale, anche se il battesimo teatrale era arrivato prestissimo: a soli quattro anni, sul palco del Teatro Donizetti di Bergamo.

Con la seconda guerra mondiale viene chiamato alle armi e si impegna ad allestire spettacoli di varietà per intrattenere i compagni. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 rientra a Cremona e lavora come archivista, ma poco dopo viene arruolato nella marina della Repubblica Sociale, prestando servizio nel Ponente ligure.

Nel 1945 la vocazione per lo spettacolo ha la meglio: lascia l’impiego stabile, si trasferisce a Milano e partecipa a una serata per dilettanti al Teatro Puccini. Quella prova gli apre la porta giusta: arriva la scrittura nella compagnia teatrale di Wanda Osiris.

CARRIERA

  • Nel 1950 Ugo Tognazzi debutta sul grande schermo nel film di Mario Mattoli, I cadetti di Guascogna, recitando accanto a Walter Chiari. Nel 1955 è nel cast di La moglie è uguale per tutti, dove la sua interpretazione viene doppiata da Carlo Romano.
  • Nel 1951 incontra Raimondo Vianello e nasce una coppia comica amatissima che, dal 1954 al 1959, conquista la Rai con il varietà Un due tre, fondendo il gusto popolare di Tognazzi con l’ironia più elegante di Vianello. La loro satira non risparmia istituzioni e palazzi del potere e, dopo vari interventi censori, il 25 giugno 1959 lo show viene chiuso in seguito a una celebre gag ispirata a un incidente avvenuto la sera precedente al Teatro alla Scala, quando il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi cadde per la sedia sottratta durante un gesto galante vicino al presidente francese Charles de Gaulle. In tv il duo ripropone la scena: Vianello toglie la sedia a Tognazzi che cade, scambiandosi battute taglienti sul “si cade tutti, prima o poi”, e quella stessa sera Ettore Bernabei toglie il programma dal palinsesto e rimuove il direttore della sede di Milano.
  • Archiviati gli esordi fra piccolo e grande schermo, negli anni Sessanta Tognazzi diventa uno dei volti chiave della commedia all’italiana, lasciando un’impronta personale con personaggi memorabili in titoli come La voglia matta (1962), Le ore dell’amore (1963) e I mostri (1963).
  • Seguono Il magnifico cornuto (1964), Straziami ma di baci saziami (1968), Il commissario Pepe (1969), Venga a prendere il caffè... da noi (1970), La supertestimone (1971), In nome del popolo italiano (1971), Vogliamo i colonnelli (1973), Romanzo popolare (1974), L’anatra all’arancia (1975), La stanza del vescovo (1977) e Il gatto (1977).
  • Accanto alla vena comica, arrivano ruoli drammatici di spessore sotto la guida di Alberto Bevilacqua con La Califfa (1971) e Questa specie d’amore (1972), e di Bernardo Bertolucci con La tragedia di un uomo ridicolo, che gli vale il premio come miglior attore protagonista al Festival di Cannes 1981.
  • Nel corso dei Sessanta e Settanta nasce un sodalizio decisivo con Marco Ferreri, amico e regista, la cui cifra grottesca e surreale gli consente interpretazioni fuori dagli schemi rispetto ai codici della commedia.
  • Con Ferreri gira l’episodio “Il professore” in Controsesso (1964) e i film Una storia moderna - L’ape regina (1963), La donna scimmia (1964), L’uomo dei cinque palloni (1965), Marcia nuziale (1966), L’harem (1967), L’udienza (1972), La grande abbuffata (1973) e Non toccare la donna bianca (1974).
  • Raggiunge l’apice popolare con le trilogie Amici miei (1975, 1982, 1985) e Il vizietto (1978, 1980, 1985).Si mette anche dietro la macchina da presa cinque volte: Il mantenuto (1961), Il fischio al naso (1966), Sissignore (1968), Cattivi pensieri (1976), I viaggiatori della sera (1979), oltre alla serie tv FBI - Francesco Bertolazzi investigatore (1970).
  • Negli anni Ottanta si concentra sul teatro con Sei personaggi in cerca d’autore a Parigi (1986), L’avaro (1988) e, con Arturo Brachetti, M. Butterfly (1989); l’ultimo lavoro, la serie Famiglia in giallo, resta incompiuto, con due episodi montati come film tv e trasmessi nel 1991.
  • Nel 1979 si presta a uno degli scherzi mediatici più clamorosi, posando in manette tra finti carabinieri per la burla del settimanale satirico Il Male: false edizioni di Il Giorno, La Stampa e Paese Sera titolano sul suo arresto come “grande vecchio” delle Brigate Rosse, in una satira che rilegge l’ondata di cronaca seguita al “caso 7 aprile”.
  • Durante un’intervista con Pippo Baudo a Domenica in, Tognazzi affronta con provocatoria ironia temi come la liberalizzazione della marijuana, il caso Toni Negri e la regolamentazione della prostituzione.
  • Negli ultimi anni combatte con la depressione; colpito da un’emorragia cerebrale nella villa di Torvajanica, muore nel sonno il 27 ottobre 1990 alla clinica Villa Nomentana di Roma, a 68 anni.
  • I funerali si tengono il 30 ottobre nella basilica di Santa Maria in Montesanto in piazza del Popolo, e riposa nel cimitero di Velletri.
  • Vent’anni dopo la figlia Maria Sole gli dedica il documentario Ritratto di mio padre e, per il centenario della nascita, Ricky Tognazzi firma La voglia matta di vivere.

VITA PRIVATA

Ugo Tognazzi ha avuto tre compagne e quattro figli, costruendo nel tempo una famiglia allargata molto unita.

Nel 1954 si lega alla ballerina anglo-irlandese Pat O’Hara, dalla quale nacque il primogenito Riccardo. Riccardo, conosciuto come Ricky, avrebbe poi seguito le orme paterne tra regia e recitazione.

Quel rapporto si conclude nel 1961, anno in cui conosce l’attrice norvegese Margarete Robsahm, sua partner nel film Il mantenuto. I due si sposano nel 1963 e l’anno successivo arriva Thomas, registrato con il cognome della madre. Thomas intraprende una carriera nel cinema come produttore e regista, vivendo a lungo tra Italia e Norvegia.

Nel 1972 Tognazzi sposa l’attrice Franca Bettoja, conosciuta diversi anni prima, e la coppia si stabilisce a Velletri in una casa poi aperta al pubblico per iniziative culturali. Dal loro legame nascono Gianmarco nel 1967 e Maria Sole nel 1971, entrambi attivi nel mondo dello spettacolo.

Nel tempo, i quattro fratelli hanno mantenuto rapporti sereni e coesi; Thomas ha spesso fatto la spola dalla Norvegia per trascorrere periodi con il resto della famiglia.

Molto legato alle radici, Tognazzi frequentava lo stadio Zini per sostenere la Cremonese, condividendo passione calcistica e amicizia con il presidente Domenico Luzzara.

La parlata cremonese entrava spesso nelle sue battute e nei personaggi, con esempi celebri in La marcia su Roma (1962) e in Il federale (1961).

Tifoso dichiarato del Milan, raccontava con ironia di dividersi tra l’amore per i rossoneri e l’orgoglio per i trionfi della Cremonese, soprattutto al debutto in Serie A.

Tra le amicizie più solide, spiccano i colleghi Vittorio GassmanRaimondo Vianello e Paolo Villaggio, oltre ai registi Marco FerreriLuciano Salce e Mario Monicelli.

In cucina Tognazzi trova un secondo palcoscenico: descriveva con affetto la grande dispensa “di legno” nella casa di Velletri, quasi fosse una cappella domestica del gusto. Si definiva un appassionato “con la cucina nel sangue”, al punto da scherzare che la recitazione fosse un hobby rispetto al piacere di cucinare per amici e familiari.

Spiegava che la gioia più grande, dopo una cena riuscita, era l’approvazione dei commensali, un po’ come il contatto diretto con il pubblico a teatro che al cinema veniva a mancare.

La sua idea di gastronomia era insieme romantica e rigorosa: ingredienti, utensili, impiattamento, nomi dei piatti e convivialità contavano quanto i sapori.

Autore di ricettari diventati cult, tra cui Il rigettario. Fatti misfatti e menù disegnati al pennarello, ha firmato anche altri volumi legati alla sua creatività a tavola.


FAQ e Curiosità su Ugo Tognazzi

Quante donne ha avuto Ugo Tognazzi?

Ugo Tognazzi ha avuto tre compagne e quattro figli.

Chi è la mamma di Ricky e Gianmarco Tognazzi?

Ricky Tognazzi è figlio di Pat O'Hara mentre Gianmarco è figlio di Franca Bettoja.

Chi sono i quattro figli di Ugo Tognazzi?

I quattro figli di Ugo Tognazzi sono Riccardo detto "Ricky" avuto da Pat O'Hara, Thomas Robsahm avuto da Margarete Robsahm, Gianmarco e Mariasole, nati dal matrimonio con Franca Bettoja.