Giovedì 13 novembre è stato tempo di Hell Factor. Il quarto Live di X Factor 2025 ha acceso gli animi con una delle puntate più temute e difficili della stagione. Quella che ha visto i concorrenti misurarsi con la temuta Giostra e due eliminazioni: la prima diretta, la seconda decisa dal ballottaggio e dal voto dei giudici.
Una puntata che non ha lasciato margini d’errore e che, come sempre, ha regalato grande musica e la certezza che il percorso verso la finale si fa ogni settimana un po’ più duro. Le nostre pagelle.
Indice
Giorgia elegante padrona di casa (9)
Se c’è una cosa che ormai abbiamo capito è che Giorgia, sul palco di X Factor, si muove come a casa sua. Non pretende di essere perfetta, accetta i piccoli errori con ironia e non nasconde la sua genuinità nel guidare un programma in cui i concorrenti si mettono in gioco con voci ed emozioni.
In questo quarto Live si conferma una certezza: empatica con i ragazzi, sorprendentemente ferma con i giudici quando c’è da calmarli, e grande donna da palco sia nel ricordare Peppe Vessicchio sia nel cimentarsi in un tango bellissimo con Pierfrancesco Favino. Il fiore all’occhiello resta la sua semplicità, quella che arriva e conquista.

Squadra di Achille Lauro
Layana, in crescita (7-)
Dopo una Giostra che l’ha riportata sulla sua Amandoti, Layana si misura con una gigante della musica italiana: Mina. Canta Ancora, ancora, ancora, un pezzo difficilissimo con cui chiunque sentirebbe soggezione.
Impossibile dire che lo abbia cantato male, ma il problema forse è sempre lo stesso: come hanno fatto notare alcuni giudici, Layana ha una voce e una presenza che non si incastrano del tutto con brani così intensi e dolorosi. Fatica a restituire quell’urgenza emotiva che il pezzo richiede.
Un peccato, perché l’impegno e la crescita, anche emotiva, sono evidenti. Ma non basta: perde al ballottaggio e i giudici decidono di mandarla a casa.
eroCaddeo, emozionante sosia di Lauro (8)
Sempre più simile, almeno nello stile, al suo giudice, eroCaddeo affronta l’Hell Factor portando La cura, una delle canzoni più poetiche e delicate del Maestro Battiato. Un’arma a doppio taglio che lui e Lauro hanno gestito benissimo: messinscena, voce, presenza. eroCaddeo si porta a casa un’esibizione pulita e intensa, capace perfino di emozionare Gabbani, grande affezionato del pezzo.
Squadra di Paola Iezzi
Viscardi, divisivo (5)
Viscardi, in questo Live, si è trasformato nel pomo jazz della discordia: la sua interpretazione de Il cielo in una stanza di Gino Paoli ha acceso uno dei dibattiti più caldi dell’edizione. Una messinscena quasi da piano bar e una melodia molto distante dall’originale non hanno convinto Jake e Achille, più per gusto personale che per dubbi sul talento del ragazzo.
Un pensiero, francamente, più che legittimo: se nelle puntate precedenti i brani scelti per lui lo avevano reso più a fuoco, questo esperimento non restituisce la stessa convinzione. Sarà la natura immortale del pezzo, sarà lo stravolgimento, ma quell’emozione che rende Paoli intramontabile stavolta non è arrivata. E no, non è una questione di “rispetto del jazz”.
Rob, potentissima (10)
In una puntata dominata dalla tensione e da pezzi giganteschi, Rob sembra non farsi scalfire da nulla. Giovane, determinata e con una voce da far impallidire chiunque, affronta le difficoltà vocali e le respirazioni proibitive di Bring Me to Life degli Evanescence.
Lo diciamo da sempre: è l’underdog di questa edizione. Sempre potente, sempre precisa, Rob ha quella capacità rara di salire sul palco con canzoni potenzialmente disastrose e trasformarle in performance da standing ovation. I giudici non sanno più cosa obiettare. E lei, ribattezzata “piccola Satana” da Lauro, veleggia verso una carriera che potrebbe riportare in Italia un genere che manca da troppo tempo.
Squadra di Jake La Furia
Tomasi, scongelato (8-)
Tomasi torna nella sua versione da giovane vecchio e regala al pubblico I giardini di marzo di Battisti. Una scelta che richiama il suo amore per i cantautori, ma che ce lo restituisce in una veste nuova: niente pianoforte a fare da coperta di Linus e, finalmente, la prova che può stare sul palco anche muovendosi un po’. Stavolta scandisce bene ogni parola, e la differenza si sente.
Delia, la prova del rap (7,5)
Lo abbiamo detto spesso: Delia non ha bisogno di presentazioni. Artista formata, sempre a fuoco, in grado di farci emozionare e di mescolare generi restituendo piccoli capolavori. Questa settimana, però, arriva un mashup diverso dal solito: La notte di Salvatore Adamo incastrata con Lose Yourself di Eminem.
La prova che, nonostante sembri non abbia bisogno di nulla, Delia voglia mettersi in gioco con nuove esperienze e riuscire a prendere il meglio dal suo giudice che la guida nel suo primo rap. Una prova forse meno d’impatto rispetto ai picchi a cui ci ha abituato, ma che conferma una cosa: per lei, sperimentazione e spettacolo sono davvero pane quotidiano.
Squadra di Francesco Gabbani
Tellynonpiangere, diventa Francesco (7)
Dopo la disfatta targata Lunapop, Tellynonpiangere torna sul palco con una sfida tutta nuova: Io sono Francesco di Tricarico. Un pezzo leggero solo in apparenza, che nasconde un significato potentissimo nella sua scanzonatezza.
E sembra proprio che la lavata di testa di Gabbani gli abbia acceso qualcosa: forse perché questa canzone la sente più sua, Telly appare molto più convinto e preciso rispetto al terzo Live.
Come hanno spiegato i giudici, è un artista particolare: forse meno preparato tecnicamente dei colleghi, ma dotato di un’emotività che colpisce, come spesso accade ai cantautori di oggi e di ieri.
E anche se non possiamo aspettarci note altissime, in questa puntata è risultato credibile e più a suo agio. Un passo avanti importante.
Michelle, l’emozione che gioca scherzi (6,5)
A prima vista Michelle sembrava un’anima elettronica tutta determinazione; col tempo, invece, ha svelato una parte emotiva dolcissima. Un pregio enorme, che però sul palco del quarto Live le ha giocato un brutto scherzo.
Canta Rimmel di De Gregori: un brano incredibilmente intenso, che le tocca corde personali evidentemente molto scoperte.
Una piccola incertezza a inizio performance, recuperata poi egregiamente, e tanta emozione non bastano a salvarla: Michelle esce con eliminazione diretta. Un peccato.
PierC, versione Baglioni (9-)
Anche PierC veleggia ormai verso l’Olimpo dei finalisti. Gabbani gli assegna E tu… di Claudio Baglioni e, tra tagli e difficoltà tecniche, il cantante la porta sul palco al piano con una versione ben fatta e tutt’altro che semplice. Bravo, umile, concentrato: continua a essere uno dei più solidi di questa edizione.
I giudici indiavolati (7)
Se questa puntata è stata ribattezzata Hell Factor, i giudici non l’hanno certo presa alla leggera. La partita entra nel vivo e, già dal terzo Live, i toni si erano accesi: ora la dolcezza e l’atteggiamento accomodante sembrano un ricordo lontano.
Fermi sulle proprie idee e pronti a battersi per i propri talenti, Francesco Gabbani, Paola Iezzi, Achille Lauro e Jake La Furia tirano fuori la loro parte più indiavolata. Il momento di tensione più alta arriva dopo la performance di Viscardi: non apprezzata da Lauro, che sostiene che la canzone sia stata svuotata della sua intensità, e nemmeno da Jake, che ammette di non amare il jazz.
Commenti che accendono Paola Iezzi: lei questi discorsi non li accetta e prova in tutti i modi a difendere Viscardi, anche se non riesce davvero a prendere la parola fino in fondo. Peccato per quel riferimento all’ignoranza che ha toccato Jake nel vivo. E se questi sono i presupposti, non vediamo l’ora di scoprire se l’armonia al tavolo è pronta a tornare o se le lingue si affileranno ancora di più.
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