Il percorso di X Factor 2025 sta entrando nel vivo: i concorrenti che sono riusciti a convincere i giudici alle Audition si sono visti riaprire le porte dell’Allianz Cloud di Milano per la seconda parte di uno dei tasselli più temuti della selezione: i Bootcamp.
La puntata di giovedì 9 ottobre ha infatti rivisto gli aspiranti talenti che avevamo lasciato indietro nel primo appuntamento di Bootcamp sperimentare sul palco. Un momento di musica che, come sempre, ha riservato non poche sorprese. Ecco cosa è successo.
Muri di suono e band che sanno il fatto loro
A X Factor, essere una band non è mai facile. E come ha spesso puntualizzato Francesco Gabbani, tanto fa l’armonia, non solo nei brani. Ci deve essere armonia tra i componenti, tra gli strumenti e, soprattutto, con ciò che si suona e l’identità che si ha.
E nei Bootcamp di giovedì 9 ottobre, per fortuna, alcuni gruppi hanno davvero trasmesso tanto. I Nelav, che alle Audition avevano portato Up Patriots to Arms di Franco Battiato, sono tornati sul palco con una versione elettronica del brano Personal Jesus dei Depeche Mode: energia cyberpunk, maglietta dei Misfits e un muro di suono che ha gasato anche Giorgia dietro le quinte. Si portano a casa l’unanimità positiva, volando alle Last Call.
Interessantissimi anche gli Abat-Jour, che alle Audition avevano preso 4 sì con il brano That’s Life di Frank Sinatra. Ai Bootcamp stupiscono tutti scegliendo di portare Ninna nanna di Ghali. Per Paola, è sì fin dalle prime note. Il brano si trasforma in un mix di generi, e la voce particolarissima del cantante convince tutti. Standing ovation e accesso alle Last Call, ma con il monito di Lauro: “Trovate la vostra identità”.
Francesco Gabbani, l’X Pass tra le lacrime
Dopo i 3 X Pass che i suoi colleghi avevano elargito a gran voce nella prima puntata di Bootcamp, sembrava che quello di Francesco Gabbani non dovesse mai arrivare. E invece il cantante si è fatto attendere, ha ragionato, per poi lanciare una stoccata che potrebbe davvero mettere in difficoltà gli altri giudici.
Grande protagonista di questa serata è Piercesare Fagioli, in arte Pierci: camicie improbabili, indole giocosa, ma una voce che alle Audition aveva saputo rompere i condotti lacrimali a Paola Iezzi.
Ai Bootcamp, con il piano, canta Die With a Smile di Bruno Mars e Lady Gaga. Un momento davvero unico, in cui il tempo sembra essersi fermato. I giudici sono ovviamente tutti convinti: grande commozione, standing ovation e, finalmente, un Francesco Gabbani che in lacrime si gioca l’X Pass e abbraccia il suo pupillo.
Keep Calm: quando l’atteggiamento ti vale un no
Se per diventare un artista serve sempre una buona dose di autostima, è bene anche ricordarsi che il troppo stroppia. E nell’ultima puntata di Bootcamp, alcuni aspiranti sembrano proprio aver dimenticato di essere sul palco per essere giudicati e, probabilmente, dover sentire qualche critica costruttiva.
Lo sa bene Caterina Ineichen, che dopo aver portato Where’s My Love di SYML alle Audition, aveva ottenuto 4 sì anche per il suo carisma.
Una qualità che ai Bootcamp non è riuscita a salvarla: sul palco porta I Think I’m Paranoid dei Garbage, ma non riesce a convincere i giudici. Lei non la prende molto bene: pur non avendo mai fatto lezioni di canto, è salita sul palco molto convinta, anche per via dei primi 4 sì. “Fare canto non è necessario se canti bene. Vai a fare canto come chi gioca a calcio che si allena” dice Lauro.
Stessa sorte per i Black Cats, che portano Gli spari sopra di Vasco Rossi. Una performance che mostra più il carattere della band rispetto al loro potenziale. Il responso è unanime, ed è un no. Il gruppo non la prende bene e, dietro le quinte, si lascia andare a commenti poco carini e soprattutto, poco maturi. Speriamo che questi no li facciano davvero crescere, e non solo a livello musicale.
Le voci che ci hanno fatto ricredere nella bontà della musica e del genere umano
Ma questa puntata di Bootcamp ha anche fatto emergere dei talenti che, con umiltà e voce da vendere, sono riusciti a ottenere un posto alle Last Call e nel nostro cuore.
Primo tra tutti Alessandro Tomasi: 16 anni, una predilezione per il cantautorato, e una cifra che ricorda Lorenzo Salvetti. Dopo aver portato Cocciante alle Audition, torna sul palco con Portami a ballare di Luca Barbarossa. Una scelta indovinatissima, che lo porta a prendersi quattro sì e la commozione di Gabbani che, in questa puntata, ha davvero mostrato il suo lato più tenero.
Anche Giorgio Campagnoli, in arte Tally Non Piangere, è riuscito a prendersi la sua fetta di felicità. In barba ai commenti spiacevoli dei suoi colleghi dietro le quinte, è salito sul palco con una sua versione di Superclassico di Ernia. È timido, sulle sue, ma riesce a dire tanto con la voce. Per lui 4 sì.
E se le cover ben costruite fanno emozionare, è impossibile non farsi accarezzare da un inedito che ha tutte le parole al posto giusto. Diego Colombo, in arte Diego7, canta Zota, un brano dedicato alla nonna che non c’è più. una canzone che colpisce tutti: riceve 4 sì e i complimenti per il testo da Paola Iezzi.
Con le Last Call alle porte, la tensione sale: chi riuscirà a conquistarsi un posto nei Live Show di X Factor 2025?