“Voglio proteggere le bambine più piccole: tutti devono sapere la realtà”. Con queste parole aveva esordito Nadia Corradini nell’intervista-denuncia rilasciata La Repubblica, aprendo un vaso di Pandora dal quale è esploso un vero e proprio scandalo. Quello di un mondo che agli occhi degli spettatori è un fatato susseguirsi di performance incredibili a opera di giovani e splendide ragazzine, ma che nasconde una verità dolorosa: anni di presunti abusi, violenze psicologiche e umiliazioni per raggiungere i livelli più alti nella ginnastica ritmica. È tornata a raccontare la sua storia negli studi di Verissimo al fianco della collega e amica Anna Basta. Due Farfalle coraggiose e più forti del dolore.
Nina Corradini e Anna Basta, l’incubo della bilancia
C’è tutta l’amarezza del mondo nelle parole di Nina Corradini, ospite di Verissimo nella puntata di sabato 19 novembre insieme alla ginnasta Anna Basta. Entrambe hanno stretto i denti per tanti anni, riuscendo infine a denunciare l’incubo che hanno vissuto durante la permanenza nella Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica. Uno sport che non hanno mai smesso di amare, nonostante il dolore e le cicatrici che ha lasciato impresse in loro, sia nel fisico che nel cuore.
Ai microfoni di Silvia Toffanin hanno ribadito ancora una volta uno dei punti focali della questione: una violenza che si sarebbe perpetrata negli anni, quando ancora erano minorenni, in merito al peso e alla forma fisica. Bastava pochissimo per far infuriare i coach: “Venivamo pesate ogni giorno, tutte insieme, in fila una per una – ha spiegato Nina -. Prima della pesa avevamo smesso anche di fare colazione e avevamo paura pure di bere un bicchiere d’acqua perché faceva la differenza”.
Tutte siamo state giovani, tutte siamo state bambine e ragazzine in quell’età dove l’insoddisfazione è dietro l’angolo, dove quasi si crea una “dipendenza” dalle aspettative degli altri, di quei grandi che per noi dovrebbero essere un punto di riferimento e non i carnefici di una battaglia all’ultimo grammo.
Il lato oscuro della ginnastica ritmica
Le due ex Farfalle della Nazionale hanno raccontato a Verissimo anche di più, perché la “gogna” non si sarebbe limitata alle pesate giornaliere, sfociando in insulti e vessazioni veri e propri: “Se il peso, secondo loro, non era quello giusto – ha detto Anna – ci insultavano pubblicamente con frasi tipo ‘Vergognati!’, ‘Sei incinta’, ‘Guarda che pancia ti ritrovi’“. A incalzarla in questo drammatico racconto Nina: “Queste frasi ci venivano ripetute ogni giorno, durante tutto il tempo degli allenamenti. Eravamo solo dei numeri sulla bilancia, non avevamo più valore né come persone né come ginnaste”.
Sono parole durissime quelle di Anna e Nina, che svelano quel lato oscuro della ginnastica ritmica che finora era stato debitamente taciuto. Un’ombra che ha avuto conseguenze molto gravi sulla vita delle ginnaste, dai disturbi alimentari all’abuso di lassativi per perdere peso, fino a qualcosa che nessuna ragazzina dovrebbe mai neanche solo pensare: l’idea di togliersi la vita. “Ci ho pensato molto – ha detto Anna, col cuore spezzato -. Per tantissimo tempo ho vissuto con il pensiero che la mia vita non avesse senso”.
Sofferenze e abusi nascosti ai genitori
Subire una violenza, di qualsiasi tipo essa sia, ci rende fragili e vulnerabili. E l’idea di essere oggetto di scherno, come quella di perdere tutto ciò per cui avevano lottato così a lungo, ha fatto sì che per anni le atlete tenessero tutto per sé. Neanche i genitori erano al corrente dei metodi usati durante gli allenamenti quotidiani.
Adesso Nina Corradini e Anna Basta sono riuscite a riprendere in mano la propria vita, dopo aver abbandonato la Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica ed essersi sottoposte a un percorso psicologico. Il caso è al vaglio degli inquirenti, mentre aumentano i casi di denuncia: altre giovani come Vanessa Ferrari o come l’ex campionessa (oggi 31enne) Giulia Galtarossa hanno trovato il coraggio di raccontare tutto, spronate dalle compagne.