Stefano Tacconi a “Verissimo”, la vita difficile dopo l’emorragia cerebrale

Intervista a "Verissimo" per Stefano Tacconi, che ha parlato per la prima volta da quando è stato colpito da un'emorragia cerebrale

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Claudia D'Alessandro

Giornalista, esperta di Spettacolo e Content Editor

Giornalista e content creator, si nutre da sempre di cultura e spettacolo. Scrive, legge e fugge al mare, quando ha bisogno di riconciliarsi col mondo.

Un’intervista commovente quella di Stefano Tacconi a Verissimo, la prima da quando lo scorso anno è stato colpito all’improvviso da un’emorragia cerebrale che lo ha portato a un passo dalla morte e che lo ha costretto a ricominciare tutto da capo. Un incontro commovente, che ha mostrato tutta la fragilità e la determinazione di un uomo che ha combattuto con tutte le sue forze una battaglia difficilissima.

Stefano Tacconi, come sta un anno e mezzo dopo l’emorragia cerebrale

Si è commossa accogliendolo in studio Silvia Toffanin: Stefano Tacconi è arrivato nel salotto di Verissimo in sedia a rotelle, visibilmente dimagrito e provato di come lo ricordavamo. L’ex portiere della Juventus è tornato da poco a casa, dopo un percorso di riabilitazione lungo e faticosissimo, durante il quale ha dovuto imparare di nuovo tutto da capo.

Pensavo di essere immortale invece dietro l’angolo c’è sempre qualcosa di inaspettato”, ha raccontato l’ex sportivo durante l’intervista, spiegando di aver accusato piccoli disturbi qualche giorno prima della tragedia. “Da tre giorni mi sentivo particolarmente stanco, sentivo che c’era qualcosa che non andava bene, avevo mal di testa e non funzionava niente di quello che avevo preso”.

Una storia difficile da raccontare: era il 23 aprile del 2022 quando Tacconi fu colpito da un’emorragia cerebrale all’improvviso: “Non ricordo quasi nulla e ho perso tante cose in mezzo, il matrimonio di mia nipote, i 18 anni di mia figlia… Ma sono felice di vivere”, ha ammesso.

Il recupero poi è stato complicato: “Ho faticato tantissimo, ho dovuto ricominciare a parlare, a camminare, e per me che ho l’argento vivo addosso è stato difficile. Mi fa paura il pensiero che possa tornare l’emorragia cerebrale, ma ho una grande squadra che mi sostiene: anche mia moglie Laura ha resistito, non ha mai mollato”.

Il racconto drammatico del figlio Andrea

Dei primi momenti dopo l’ischemia Stefano non ha alcun ricordo: è stato il figlio Andrea, il più grande a soccorrerlo per primo, rendendosi conto che qualcosa non andava: “Stavamo andando ad Asti e lui alle 7 era strano ma pensavo fosse un normale mal di testa. Arrivati a destinazione è crollato a terra, era già in coma. Io ero lì, l’ho preso al volo, l’ho capito subito che era un problema al cervello: aveva le convulsioni e ho pensato al peggio”.

Il tempismo è stato fondamentale: i soccorsi sono arrivati in 5 minuti, e da Asti l’hanno trasferito ad Alessandria, dove però la prognosi era già infausta: “Io non ce l’ho fatta ad avvertire la mamma visto che era il suo compleanno: la situazione era gravissima ed è stato una settimana e mezzo in coma“.

I primi mesi per la famiglia Tacconi sono stati devastanti: Stefano è stato un paziente difficile, che non amava né tubi né l’immobilità del letto d’ospedale: “Si strappava tutto, cadeva: Le prime tre settimane sono state difficilissime perché non dormivamo per paura di ricevere la telefonata più brutta. Questo ci ha uniti ancora di più come famiglia, ma abbiamo avuto paura di perderlo“.

Oggi Stefano sta meglio, ma non è del tutto fuori pericolo: deve osservare uno stile di vita sano e allenarsi due volte a settimana per mantenere in forma la sua muscolatura. Di certo non ha perso il senso dell’ironia: “Mi stanno tutti addosso, non posso bere vino, e tua madre è ancora più pesante di prima”, ha detto tra le risate al figlio. Adesso ha un solo desiderio: “Vorrei portare la mia famiglia in vacanza, ce la meritiamo. Magari un viaggio solo con Laura che ha fatto tanto per me e senza la suocera, che non ci ha mai voluto tenere i bambini!”.